Kotekino Riff On Air – Il film non film di Andrea Cosentino

Abbiamo assistito alla prima su Zoom dell’esperimento di “fake theatre” dell’autore, con la complicità di Silvia Luzi e Luca Bellino. Ecco com’è andata

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Dopo la serie di esperimenti sull’analisi e decostruzione del linguaggio video in rete di Vedi Vidii Vidi #ncesecrede, Andrea Cosentino (che intervistammo su SentieriSelvaggiMagazine n.11) torna online – con l’aiuto di Silvia Luzi e Luca Bellino – per proporre un tentativo di trasposizione di un’opera teatrale sul web.
Grazie alla collaborazione con Spazio Kor e Concentrica, lo spettacolo Kotekino Riff – Esercizi di rianimazione Reloaded, diventa un mediometraggio, trasmesso per la prima volta via Zoom domenica scorsa, che assume ulteriori sguardi, ancora più attuali. E nasce così Kotekino Riff On Air: un insieme di esercizi di traduzione videografica programmaticamente fallimentari di una performance sul fallimento comico.

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Attraverso uno spettacolo surreale e frammentato – e una conversazione (mediata da Emiliano Bronzino) sul senso, le direzioni e le (im)possibilità del teatro in streaming – Cosentino ci svela che l’arte invece si può fare, anche quando sembra impossibile.
D’altronde Kotekino Riff è anche di questo che parla: dell’arte che “muore” o di noi che, se “moriamo”, non permettiamo all’arte di proseguire.

In questa nuova versione “cinematografica”, Cosentino si prende gioco del pubblico e lo disorienta giocando con lo schermo, che si frammenta come nelle app per videoconferenze in streaming.
Nelle finestre laterali non compaiono solo i veri spettatori, alcuni di loro sono finti e rappresentano la versione comica e stereotipata dello stesso spettatore virtuale.
Kotekino Riff on air parte da un’opera teatrale, la contamina, la inverte e la trasforma in prodotto multimediale per la rete, in una simulazione nella simulazione – che non trova ancora una definizione precisa, tanto che gli stessi autori decidono di chiamarlo fake theatre o film non film.

É qualcosa di inconsueto che supera il semplice tentativo di trasporre un’opera teatrale sul web dimostrando che la contaminazione è possibile, anche attraverso nuovi linguaggi.
Cosentino abbatte la quarta parete, scherza sulla stessa costruzione del linguaggio, sulle reazioni del pubblico sostituite dalle risate registrate. Crea un’opera metanarrativa, nonsense, demenziale e allo stesso tempo coerente, che spazia dalla stand-up comedy, al cabaret, alla sitcom, all’avanguardia, al muppet show.

Lo spettacolo comincia con un susseguirsi caotico di sketch interrotti, monologhi assurdi, musica dal ritmo sincopato, poi attraverso un climax l’atmosfera s’incupisce e la scena viene occupata da un ventriloquo che domanda ossessivamente dei soldi.
Ti piace guardarmi senza che io possa vederti? Mi dai dei soldi perché ho gli occhi di vetro? Ti commuovo nonostante tu sappia che sono finto. Ti commuovo perché sembro vero. Hai dei sensi di colpa? La cultura deve provocare dei sensi di colpa? Se ti faccio venire i sensi di colpa mi dai dei soldi? L’arte deve farti pensare? Deve pensare al tuo posto? Deve divertirti, provocarti? Farei qualsiasi cosa per avere i tuoi soldi.

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