LIBRI DI CINEMA – “I Gattopardi & Le Iene – Splendori (pochi) Miserie (tante) del Cinema italiano oggi", di Claver Salizzato

i gattopardi & le ieneUn Claver Salizzato cinico e irriverente sintetizza le principali cause del declino del cinema italiano di oggi. L’autore entra spesso in polemica con l’industria cinematografica nostrana che paragona ad un Titanic che affonda. Parallalemente lo scrittore ricostruisce sommariamente i gloriosi anni di cinecittà, del neorealismo omaggiando i maestri che ancora oggi continuano a mantenere a galla una nave che affonda. Edizioni Falsopiano

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I Gattopardi & le Iene. Splendori (pochi) Miserie (tante) del Cinema italiano oggi

Claver Salizzato

Edizioni Falsopiano – 2012

pp.190, 20 euro

 

 

Un Claver Salizzato cinico e irriverente sintetizza le principali cause del declino del cinema italiano di oggi. L’autore entra spesso in polemica con l’industria cinematografica nostrana che paragona ad un Titanic che affonda. Parallalemente lo scrittore ricostruisce sommariamente i gloriosi anni di cinecittà, del neorealismo omaggiando i maestri che ancora oggi continuano a mantenere a galla una nave che affonda.

 

Nell’introduzione Salizzato ripercorre le varie fasi della teoria cinematografica ponendosi la più semplice delle domande “Che cos’è il cinema?”, le risposte di cui si serve appartengono ad alcuni tra i più grandi cineasti e critici come Francois Truffaut e André Bazin, “fondatore della prestigiosa rivista Cahiers du Cinéma, padre nobile della Nouvelle Vague francese.” Dopodichè la sua attenzione si concentra su Cinecittà e sui suoi fasti. Lo scrittore, nonché regista e sceneggiatore, ritiene tuttavia che il cinema italiano abbia da sempre fatto affidamento su pochi o tanti maestri e non su un complesso cinematografico nel suo insieme come si può dire di Hollywood o del cinema francese.

 

Il libro prosegue poi con un’analisi approfondita del cinema degli ultimi dieci anni, entrando in aperta polemica con le scelte politiche degli ultimi trent’anni. Da quel momento in poi l’autore fa una vera e propria invettiva contro tutti coloro che hanno condotto il cinema nostrano verso la rovina: lo Stato che ha continuato ad investire sugli stessi autori sperperando i soldi del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo); i produttori che agiscono solo in nome del dio denaro; i critici e/o giornalisti cinematografici mercenari che “con le loro stellette e le loro palline da assegnare”, assistono in maniera omertosa al declino. Entrando ancor di più nel merito, Salizzato sostiene arditamente che la fase di asfissia in cui si trova il cinema italiano oggi non è il frutto del caso bensì di un piano premeditato messo in atto con lucida volontà politica. Questo percorso ci avrebbe condotti, secondo lui, a perdere i valori della creatività, il senso morale contenuto in una cinematografia e il suo potere di cambiare le cose, che ci sembra il punto più condivisibile dell’intera riflessione contenuta in questo libro.

 

A metà del libro l’autore svela la tesi su cui poggia il suo libro ovvero quella secondo cui il cinema italiano è stato minato da due categorie: i Gattopardi, che hanno trasfigurato il cinema nostrano a proprio uso e consumo; le Iene, dedite al proprio personale tornaconto. Uno degli ultimi registi a poter risollevare le sorti del nostro cinema avrebbe potuto essere Pupi Avati ma la sua filmografia secondo l’autore non è che una parabola discendente. Ultimo baluardo della nostra autorialità rimane Nanni Moretti, nonostante un insopportabile super-ego. Gli ultimi capitoli del libro sono dedicati alla nuova generazione di attori e registi, rei quest’ultimi di essere “padri che non hanno ancora dimostrato di avere l’autorità necessaria per esserlo verso gli altri”. A ciò aggiunge il fatto che negli ultimi anni i maestri del cinema italiano hanno realizzato alcune delle loro opere più brutte usufruendo di ingenti fondi altrimenti indirizzati a giovani emergenti che avrebbero potuto idee nuove da rappresentare. A questo punto Carlo Verdone e Gabriele Muccino diventano veri e propri bersagli in quanto colpevoli il primo di non aver voluto sfruttare l’eredità del padre in nome di un cinema volto solo all’incasso al botteghino; il secondo di aver inaugurato un filone cinematografico semplicistico e monotono. Una luce in questo buio è rappresentata da attori ed attrici bravi come Elio Germano, Toni Servillo, Kim Rossi Stuart, Valeria Golino, Micaela Ramazzotti e Giovanna Mezzogiorno che, nonostante il talento, rimangono imbrigliati negli stessi ruoli senza mai evolvere. Colpa questa che viene qui attribuita a dei produttori poco coraggiosi che piuttosto puntano su dilettanti all sbaraglio come Checco Zalone o avanspettacoli da quart’ordine come I Soliti Idioti.

 

Quello di Claver Salizzato è un libro “garibaldino”, come lui stesso lo definisce, che si legge in maniera scorrevole, apprendendo delle verità scomode ma non del tutto errate. Se da un lato la critica ci sembre piuttosto perfida e talvolta generalista e superficiale, dall’altra non si può negare che l’autore leva la sua voce in maniera autentica e coraggiosa. Inoltre la sua analisi mira a minimizzare anche i nostri talenti (salvo alcuni, per fortuna!) in nome di una sostanziale mancanza di innovazione cinematografica in temini tecnici e autoriali. Sul finale affida alle parole degli attori, i registi e i produttori da lui criticati e/o elogiati un resoconto della prospettiva desolante di un cinema senza star, né personalità, né progetti e né, dunque, futuro.

 

INDICE

 

Qu’est-ce que le cinéma?

 

C’era una volta…il cinema

 

Film & Cinema italiano 2001/11 e oltre…

 

Hors-d’oeuvre

 

Atto I. Scena 1 – Gli esordi

 

Atto II. Scena 2 – La politica degli autori: i Gattopardi

 

Atto III. Scena 3 – La politica dei soldi: le Iene

 

Atto IV. Scena 4 – La “scuola” Muccino

 

Atto V. Scena 5 – La “fattoria” Avati

 

Dessert

 

E’ nata una star?

 

Maschi-contro-femmine

 

Femmine-contro-maschi

 

Ipse Dixit ovvero il cinema italiano d’oggidì in poche parole

 

Ringraziamenti

 

Nota bibliografica

 

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