#Locarno69 – “Devo dormire velocemente”. Incontro con Roger Corman

Oggi lo storico produttore e regista protagonista al festival. 90 anni, in formasmagliante, parla della grande stagione della New Holltwood e dei rapporti con i più importanti registi statunitensi

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Senza di lui forse non ci sarebbe mai stata la New Hollywood e tutta una generazione con i più importanti cineasti e attori statunitensi da Francis Ford Coppola a Martin Scorsese passando per Jonathan Demme, Peter Bogdanovich, Joe Dante, John Sayles, Dennis Hopper, Ron Howard, James Cameron e Jack Nicholson.

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Roger Corman è stato l’assoluto protagonista della giornata di oggi. 90 anni compiuti il 5 aprile scorso, è in forma smagliante. Ironico, puntuale in ogni risposta, instancabile protagonista di un produttore/regista che ha ancora un’enorme curiosità anche sul cinema del futuro.

Sembra l’uomo che non si stanca mai, come quando girava 59 film in 15 anni per la AIP (American International Pictures). “Il giorno giravo e la notte montavo – è il suo esordio fulminante durante l’apertura dell’incontro – e allora mi dicevo: devo dormire velocemente”.

Gli inizi

Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50, il governo statunitense fece una causa antitrust contro gli studios perché all’epoca avevano il monopolio su tutto che poi non andò avanti. Quando però non erano più proprietari dei cinema, ebbi la fortuna di trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Mi ero laureato a Stanford in ingegneria e lavoravo come fattorino per la Fox. E lì ho capito che mi piaceva molto stare sul set.

roger corman locarnoB movie

La definizione risale agli anni ’30 durante la Depressione. Venivano proiettati due film al posto di uno. C’era un titolo ‘forte’ e un altro che gli faceva da ‘spalla’ che era chiamato appunto B movie. Però dopo la fine della Seconda guerra mondiale non c’erano più. Quindi è sbagliata quella nomea che mi definisce come il ‘re del B movie’. Quando ho iniziato, quella fase era in realtà già finita.

Drive-in

È forse il posto peggiore per vedere un film. Quando piove già ci sono dei problemi. Ma è ancora peggio quando c’è la nebbia perché non si vede niente. Però in quei casi in macchina, se si era in compagnia, si poteva fare altro.

Rock All Night (1957)

Lo avevo fatto perché il rock’n’ roll cominciava ad avere un grande successo. Lo avevamo girato in 7/8 giorni con un budget di 50.000 dollari. C’erano diverse band.

La simbiosi con Edgar Allan Poe

Il primo film che ho tratto da Poe è stato House of Usher (I vivi e i morti) nel 1960. Penso che lui lavorasse a due livelli. Il primo è quello realistico. Ma riusciva a farlo anche con l’inconscio. Prima che arrivasse Freud.

La troupe

Dopo aver lavorato con una troupe su un set facevo degli elenchi con i nomi. C’erano le liste di serie A, B, e C. La prima includeva quelli più bravi con cui mi sarebbe piaciuto collaborare ancora. L’ultima invece includeva quelli con cui non volevo più avere a che fare. La B era quella di mezzo. Erano Ok e stavano in una posizione di attesa. Dopo 4/5 film ho comunque iniziato a creare una troupe fissa.

Richard Matheson

Era un grande scrittore. Ha scritto romanzi, fatto film per la tv, creato The Twilight Zone. Lo stimo moltissimo.

vincent price la maschera della morte rossaLa maschera della morte rossa (1964)

sarà il film che verrà presentato domani alle 14 al Cinema Ex Rex e introdotto dallo stesso regista

Con Nicolas Roeg, il direttore della fotografia, avevamo discusso molto prima dell’inizio delle riprese perstabilire lo stile, i movimenti di macchina e soprattutto le zone dell’inquadratura dove doveva esserci più luce e quelle più in ombra.

Vincent Price

Era un uomo estremamente intelligente, molto colto, ossessionato dall’arte tanto è vero che spendeva gran parte dei soldi guadagnati per comprare quadri d’arte moderna.

Il massacro del giorno di San Valentino (1967)

Volevo narrare la storia in maniera quasi documentaristica e quindi ho cercato di essere più vicino possibile allo stile giornalistico.

roger corman i selvaggiMovimento giovanile

Stava nascendo negli Stati Uniti una vera e propria rivolta giovanile che poi si è diffusa in tutto il mondo, come nal Maggio francese. Si ribellavano soprattutto contro le autorità. Si protestava per l’affermazione dei diritti civili soprattutto per quello che riguardava la condizione degli afroamericani ma anche per la guerra in Vietnam; in quest’ultimo caso molti, compreso me, avevamo pensato fin da subito che fosse un errore. Da quel momento sono stato spinto ad uscire fuori dagli studios per andare nelle strade. Così ho girato prima I selvaggi (The Wild Angels, 1966), dove Bodganovich era il mio assistente e poi Il serpente di fuoco (The Trip, 1967) che era più politico.

Il barone rosso (1971)

Volevo realizzare un action perché da ragazzino mi piaceva giocare con gli aeroplanini. Quindi avevo in mente di fare un film sulla Prima guerra mondiale. Pensai che quell’evento rappresentava la fine della cavalleria. Per Il barone rosso (Von Richthofen and Brown) ho fatto diverse ricerche.

Ron Howard

Stava girando per me il suo primo film, Attenti a quella pazza Rolls Royce (Grand Theft Auto, 1977) e chiedeva più comparse. Non potevo accontenarlo ma gli ho detto: “Vedrai che se lavori bene, poi ti andrà bene e non farai più film con me”.

L’incontro con Francis Ford Coppola

Avevo fatto diversi film di fantascienza con un budget basso. Mi dicevano che era un genere che andava molto in Russia dove ci spendevano molti più soldi. A Mosca incontrai alcuni producers e gli ho detto che però si doveva tagliare la propganda anti-amrticana. Per fare questo chiamai la UCLA per farmi mandare il loro migliore studenti. E allora arrivò Coppola. Si, e iniziò con i tagli della propaganda anti-americana.

il barone rossoNew World Pictures

Avevo avuto dei disaccordi con la AIP. Dopo Il barone rosso, avevo così deciso di prendermi un anno di riposo. Trascorso quello, non ero più convinto di tornare a lavorare con loro. Poi avevo fondato la New World Pictures. Gli ingredienti di base dovevano essere un po’ di azione e poi u po’ di nudo. E in alcuni di questi film c’erano delle protagoniste femminili.

Jack Hill

Era molto in gamba anche se in alcuni casi andava un po’ oltre. Ma i suoi film poi avevano successo, quindi per me andava bene così.

Problemi

Li ho avuti, per esempio con Barbara Peeters quando aveva girato Monster – Essere ignoti dai profondi abissi (Humanoids from the Deep, 1980). Aveva mostrato l’uccisione degli uomini, da parte degli umanoidi, in modo troppo cruento, mentre delle donne stuprate mostrava solo delle ombre. Gli accordi che avevamo preso dovevano essere diversi.

Movimento punk

Iniziai a fare qualcosa dopo la seconda metà degli anni ’70 con Rock’n’ roll High School con la partecipazione della band dei Ramones. Ma cominciavo ad essere un po’ più vecchio quindi per la musica facevo prendere le decisioni ai più giovani della New World.

roger corman il silenzio degli innocentiPiccoli ruoli

Coppola mi aveva dato due piccoli ruoli – tra cui in Il padrino – Parte II (1974) mentre Demme mi ha scritturato con più insistenza – vedi Swing Shift (1984), Il silenzio degli innocenti (1991), Philadelphia (1994) e The Manchurian Candidate (1994), ma ciò era dovuto al nostro rapporto di amicizia.

Digitale

Il cineasta digitale ha cambiato tutto. La produzione del film è diventata molto più semplice con troupes più leggere. Dal punto di vista della distribuzione si fanno anche più copie perché costano pochissimo. Adesso però è più difficile arrivare in sala.

Tranelli da evitare per un giovane regista

Sono due: 1) mai cercare di fare un film più grande rispetto al budget che si ha a disposizione; 2) organizzare quasi tutto nella preproduzione e non perdere tempo quando si va sul set.

James Cameron

Con Titanic aveva fatto il film più costoso. Poi ha speso ancora di più con Avatar. Quando ha fatto gli effetti speciali per noi per Il pianeta del terrore (Galaxy of Terror, 1981) aveva agito d’ingegno migliorando la scenografia con degli scatoloni presi da McDonald’s e aveva reso la superficie più mossa spendendo appena 12 dollari. Ma anche in Titanic ha lavorato bene. Guardate il modo in cui mostra l’inabissamento. Lì dimostra che ha speso i soldi in maniera intelligente.

Il new horror

Ho fatto film dove i mostri non li mostravo o li facevo vedere appena per stimolare in questo modo la fantasia dello spettatore. Oggi si possono fare anche dei mostri migliori ma poi a che servono quando la storia non regge?

Erede

Forse Jason Bloom. Ha creato una piccola casa di produzione simile alla New World.

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