Mahmood e gli altri: la musica italiana sfrutta gli NFT

Per il lancio del suo ultimo album, il vincitore di Sanremo 2022 ha ideato una collezione di opere digitali esclusive trasformate in NFT. Ma non è l’unico, nel panorama musicale italiano

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Sempre più artisti si stanno avvicinando, anche in Italia, al mondo degli NFT. Dopo Achille Lauro, Morgan e Massimo Pericolo, anche Mahmood, fresco di vittoria al Festival di Sanremo in coppia con Blanco, ha deciso di sperimentare con questa nuova tecnologia per il suo ultimo album, Ghettolimpo, uscito a giugno 2021. Il cantante milanese ha affidato a Lettergram (già curatore delle grafiche del disco) la realizzazione delle immagini poi trasformate in NFT da ArtRights e AmaZix, due aziende da tempo affermate nel settore: la prima è una startup artistica per la gestione e la certificazione di opere fisiche e digitali con tecnologia blockchain, fondatrice della più grande community italiana di Art Tech; la seconda è invece un’agenzia di marketing che gestisce gli aspetti strategici e realizzativi di progetti digitali.

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Mahmood ha lanciato una collezione esclusiva di artwork digitali: sei animazioni che raffigurano altrettanti avatar da lui stesso ideati, che corrispondono ognuno a un immaginario diverso – Inuyasha, Rapide, Dorado, Klan, Kobra e Zero – oltre al logo dell’album e la cover teaser. Le opere digitali, che interessano soprattutto i collezionisti e acquistabili sia con valuta fiat che con la criptovaluta Ethereum (simili alle monete virtuali come il Bitcoin), sono disponibili esclusivamente sul sito ufficiale in copie limitate, ognuna riconducibile ad un certificato digitale che ne assicura l’assoluta unicità. “Sono sempre stato interessato ai mondi digitali”, ha dichiarato Mahmood nei mesi scorsi, “e mi ha incuriosito provare a sperimentare con gli NFT: così nascono le animazioni speciali per i personaggi dei miei album, che assumono una nuova forma artistica e creativa”.

Ma Mahmood non è stato l’unico artista italiano a cavalcare l’onda degli NFT. Sul palco di Sanremo, Highsnob ha indossato un pendente che di fatto è un’opera d’arte digitale. Il cantante infatti è anche un crypto artist che lavora sotto lo pseudonimo di Eskalator. Tra le sue prime opere compare Blow up, che contiene un suo quadro virtuale e un brano musicale. L’immagine astratta realizzata appositamente per il ciondolo indossato durante la kermesse è un token virtuale dal titolo XXX, creata insieme a MIRAI Labs, una piattaforma impegnata nella salvaguardia dell’ambiente che usa parte dei suoi ricavi per iniziative green.

Tornando indietro, nell’aprile 2021 Morgan aveva deciso di creare e mettere all’asta l’NFT di una sua canzone. Il brano, partito da una base d’asta di 0,5 ETH, è stato acquistato sulla piattaforma Opensea per 10 ETH, circa 22 mila dollari. Morgan ha anche creato un apposito sito web, dov’era possibile comprare all’asta l’NFT del manoscritto originale di Altrove, aggiudicandosi anche la possibilità di partecipare ad un suo concerto esclusivo. Altro pioniere del fenomeno in Italia è stato il rapper Massimo Pericolo, primo sperimentatore dei non fungible token nel mercato del rap italiano. L’artista ha collaborato con Pluggers per creare tre token, messi poi all’asta: un mastering sbagliato del pezzo 7 miliardi, una versione cover alternativa del suo album d’esordio Scialla semper e, infine, la versione alternativa della grafica del medesimo disco. E poi ancora Achille Lauro, che il 7 dicembre scorso, durante il suo spettacolo al Teatro Arcimboldi di Milano, ha indossato degli elettrodi che hanno creato un tracciato cardiaco trasformato estemporaneamente in un’opera d’arte digitale. Gli oltre centomila euro guadagnati dalla vendita all’asta, sono stati poi devoluti al reparto di cardiochirurgia infantile del Policlinico San Donato di Milano.

Insomma, gli NFT anche in Italia non sono più una novità, ma una realtà consolidata che all’estero è arrivata a soglie di acquisto ben oltre il milione di dollari. E non è un caso che abbia preso piede in maniera considerevole proprio nel panorama musicale, dove sta mostrando tutte le proprie potenzialità al di là del mero scopo commerciale di opere d’arte esclusive. I non fungible token infatti possono diventare un’alternativa all’attuale modello discografico, creando un mercato decentralizzato accessibile a tutti. Oltretutto, questa innovativa tecnologia permette di tokenizzare qualsiasi cosa (possibilità su cui ci sarebbe da aprire ben altra parentesi…), compresi diritti e copyright, permettendo quindi agli artisti di trasformare i diritti d’autore sulle loro opere in NFT per assicurarsi le royalties bypassando gli eventuali intermediari.

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