RoboCop: l'uomo-macchina è tornato

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Arriva in sala oggi dopo una lunga gestazione il remake del film di Paul Verhoeven del 1987. Dopo l'abbandono di Darren Aronofsky a dirigere il film c'è il brasiliano José Padilha, regista dei due Tropa de elite. Distribuito in 350 copie da Warner Bros. Pictures Italia il remake dell’omonimo film ‘cult’ degli anni Ottanta ci immerge nella violenta Detroit del 2028 in cui la Omnicorp, azienda leader nel campo della robotica, coglie al volo la sua occasione d’oro: piazzare nelle strade il prototipo di un robot (metà uomo metà macchina) che sostituisca i poliziotti in carne ed ossa per combattere la criminalità. L’era dei RoboCop è arrivata, e questa volta nessuno potrà fermare l’esercito della Omnicorp. Il cyber-uomo in questione è interpretato da Joel Kinnaman (Millennium – Uomini che odiano le donne), affiancato da un cast d’eccezione: Gary Oldman interpreta il capo della Omni Foundation, Michael Keaton nei panni dell’amministratore delegato della OmniCorp, Abbie Cornish nel ruolo della moglie di Alex Murphy e Samuel L. Jackson è Pat Novak, critico televisivo. «Ci stiamo avvicinando ad un mondo in cui la guerra sarà automatizzata. I robot prenderanno il posto dei soldati e dei poliziotti, e proprio in questo periodo hanno luogo accese discussioni sui droni, che non sono automatizzati, ma guidati a distanza da essere umani, che osservano il territorio e decidono quando premere il grilletto. Ma cosa accade quando sarà un software, un algoritmo, a prendere una decisione simile? Tutto ciò che si vede nel film presto sarà realtà e anche noi discuteremo l’eticità di questi metodi. Sono contento di aver avuto la possibilità di trattare questo progetto a distanza di anni, alla luce di tutti gli attuali progressi tecnologici di cui disponiamo, ricreando la storia nel nostro presente, con i nostri problemi, conservando però il nucleo filosofico del personaggio originale» spiega il regista che con l’aiuto di James E. Price (supervisore degli effetti visivi) ha utilizzato innumerevoli effetti e «sofisticate composizioni di immagini», distanziandosi dall’animazione stop motion utilizzata nel 1987 per creare i modelli di robot ED-209.

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(s.p.)

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