Toorbos, di Rene Von Reyen

Nel narrare la storia di una donna che si sente un corpo estraneo nel Sudafrica degli anni ’30, Toorbos manca di intimità, fermandosi alla pura esteriorità. Fuori concorso al Torino Film Festival.

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Fin dalla prima inquadratura, la storia di Karoliena Kapp sembra essere quella di un corpo estraneo. La protagonista di Toorbos vive con la madre nel Sudafrica degli anni ’30, in una casetta di legno in mezzo alla foresta. Non se la passano bene, soprattutto dopo la morte del padre, sciaguratamente colpito da un fulmine. E questo, in una comunità di boscaioli e piccoli agricoltori, vuol dire probabilmente morire di fame. La madre è diventata fredda e disincantata e la ragazza è sempre più sola, distaccata e schernita dalla “gente della foresta”. Karoliena ha infatti l’abitudine di parlare con un albero millenario e il suo unico punto di riferimento è un anziano che cerca di proteggere la foresta dal disboscamento. Il futuro sembra offrirle solo la miseria, almeno fino a quando non incontrerà Johannes, giovane fuggito dalla foresta ed ora benestante.

È una regia, quella di Rene Van Royen, che riflette la freddezza dell’ambiente in cui si muove la sua protagonista: composta, fluida, con una fotografia aggiornata alla moda del momento con colori freddi e desaturati. È uno sguardo puramente esteriore, da storyteller più che da narratore. C’è una buona parola per tutti i personaggi, visti quasi con indulgenza, mentre la tematica ambientale non viene approfondita abbastanza da farla uscire dal mero ruolo di funzione narrativa. Così, lo spettatore non viene mai realmente coinvolto nell’amore della protagonista per la foresta e della passione traspare solamente il suo lato ossessivo.

Anche quando Karoliena andrà in città, sposando Johannes, rimarrà un corpo estraneo. Sia all’ambiente che la circonda, insofferente alle maniere “rispettabili” che le vengono inculcate, sia allo spettatore, che non entra mai in contatto con la sofferenza che il personaggio prova. Così, dalla sua scelta di ritornare nella foresta fino all’ambiguo lieto fine si finisce per non camminare più al fianco di Karoliena. E per rincorrere la protagonista di Toorbos serve un fiato allenato.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
1 (1 voto)
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