TORINO 31 – Pelo Malo, di Mariano Rondòn (Concorso)
Il film vuole spingere al limite la riflessione sull'amore materno (e per riflesso filiare) sottoponendolo alle "sevizie" del bisogno e delle incomprensioni. Ma è proprio nel momento in cui questo amore viene negato a parole che noi abbiamo la prova che esso è più forte che mai. Il film si è già aggiudicato la "Conchiglia d'oro" per il miglior film al festival di San Sebastian di quest'anno
In un sobborgo dove le palazzine sono mastodontiche piccionaie nelle quali la vita privata non esiste e tutti cercano un modo per sopravvivere, con la televisione che trasmette solo appelli e preghiere per la guarigione del "Caro Leader" alternate a concorsi di bellezza, non c'è spazio per i sogni di un bambino, o per l'affermazione della sua personalità. L'unica cosa che i bambini devono fare è imparare a diventare adulti il più presto possibile, altrimenti rischiano di essere considerati un peso per la propria famiglia e magari essere "venduti" alla nonna che con lungimiranza vuole assicurarsi una "badante".
Il film vuole spingere al limite la riflessione sull'amore materno (e per riflesso filiare) sottoponendolo alle "sevizie" del bisogno e delle incomprensioni. Ma è proprio nel momento in cui Junior dice alla madre di non amarla (ma al tempo stesso si taglia i capelli, pur di restare con lei) e lei risponde "io tantomeno" che abbiamo la prova che sì, questo amore è innegabile (pure se negato) anche quando genera ferite e traumi destianti ad accompagnaci per la vita. Il film si è già aggiudicato la "Conchiglia d'oro" per il miglior film al festival di San Sebastian di quest'anno.