"Universitari – molto più che amici" – incontro con Federico Moccia e il cast del film

federico moccia

Universitari – molto più che amici è stato proiettato stamattina in anteprima presso il Cinema Adriano, ed è stato presentato dal regista e dai sei protagonisti Simone Riccioni, Brice Martinet, Primo Reggiani, Maria Chiara Centorami, Nadir Caselli e Sara Cardinaletti.

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 Universitari – molto più che amici è stato proiettato stamattina in anteprima presso il Cinema Adriano, ed è stato presentato dal regista Federico Moccia e dai sei protagonisti Simone Riccioni, Brice Martinet, Primo Reggiani, Maria Chiara Centorami, Nadir Caselli e Sara Cardinaletti.

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Dal contesto liceale è passato a quello universitario, a cosa è dovuta questa scelta?

Federico Moccia: L’università rappresenta il passaggio successivo rispetto alla scuola superiore e il film mi ha ricordato la mia vita universitaria e le visite nelle case dei fuorisede, che vivevano in modo completamente diverso rispetto a noi romani che vivevamo con i genitori. Prima del film siamo andati intervistare gli universitari, perché volevamo rappresentare la loro situazione in maniera realistica. Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te mettevano in scena l’innamoramento, mentre Scusa ma ti chiamo amore la differenza d’età, qui invece ci sono entrambi gli elementi.

Anche Pieraccioni ha messo “I Laureati” al centro di un suo film. Come è cambiata la situazione da allora?

Federico Moccia: I ragazzi di Pieraccioni erano fuori corso e avevano un’età diversa. Questo film invece è più realista. Da allora è cambiata l’università stessa, perché c’era maggior aspettativa in quel momento per quel tipo di percorso professionale, oltre al fatto che in questa società l’università ha perso la credibilità e la magia che aveva, così come è accaduto per la politica.

Come mai è stato inserito il discorso sull’Iran legato al personaggio di Faraz?

Federico Moccia: Roma è cambiata molto negli ultimi anni, ormai è la città che intravedevo quando viaggiavo, ed è più globale e internazionale. Faraz è perfettamente integrato con gli altri e non c’è differenza di estrazione sociale. Ormai gli universitari stranieri non sono più tali, e pur essendo ancora legati alla loro terra d’origine, trovano una nuova famiglia negli altri studenti fuorisede che, pur vivendo situazioni familiari diverse, trovano più comprensione nei coetanei che nelle famiglie di appartenenza, spesso assenti e sorde alle loro esigenze.

Il personaggio di Alessandro protesta sui tetti dell’università contro i baroni universitari e per difendere i diritti degli studenti. Perché nel film la protesta è trattata con ironia?

Federico Moccia: Mentre giravamo nell’università c’e stata una contestazione nei nostri confronti, e l’idea mi è venuta proprio da questo gesto. Onestamente penso che queste contestazioni siano ridicole, e che gli obiettivi di questi ragazzi siano poco importanti rispetto alla realtà che ci circonda. Spesso si occupano più di come appaiono rispetto a ciò che dicono e non conoscono neanche i motivi reali per cui stanno protestando. Senza minimizzare l’importanza della contestazione in generale, credo che sia necessario protestare contro il precariato piuttosto che contro i lucchetti di Moccia.

Il personaggio di Carlo, lo studente di regia, ha in camera un poster di Attila flagello di Dio. Quanto c’è di autobiografico in questo personaggio?

Federico Moccia: Inevitabilmente in un film c’è qualcosa di autobiografico. Attila è stata la mia prima esperienza sul set perché ho lavorato nel film come assistente alla regia. Tuttavia il lato personale del personaggio appartiene solo a lui. Non è mia intenzione raccontare una generazione, ma personaggi e storie, e avevo voglia di raccontare di questo ragazzo. Quello che mi ha colpito di questi ragazzi sono le differenze caratteriali che li contraddistinguono e la diversa maturità, anche se tutti sono accomunati da una grande solitudine e dalla voglia di creare un gruppo di amici e una nuova famiglia mentre sono lontani da casa.

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