#Venezia76 – On ne saurait penser à rien, una cosa di enrico ghezzi e malastradafilm

Il 30 agosto alle h 11 appuntamento alla Villa delle Giornate degli Autori di #Venezia76, insieme a enrico ghezzi, malastradafilm, Zomia, H12 per raccontare Gli ultimi giorni dell’umanità

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La Macchina che cattura l’eccedenza è un dispositivo video elettrico pensato sulla base del funzionamento di uno studio televisivo. Per questa macchina, la funzione di segnale sorgente delle telecamere di uno studio viene sostituita dalle postazioni di montaggio. In regia, dunque, non arriva un soggetto ripreso dagli operatori, ma l’output del lavorio di editing svolto dai montatori. La sua logica creativa è ispirata al funzionamento degli alambicchi, o, in natura, alla formazione dei cristalli. Il motivo della sua sperimentazione trova ragioni nella dissuasione dei processi autoriali singolari e mono-sguardo, nella potenza imprevista e possibile di un genio collettivo all’opera, nelle caratteristiche del gioco e della messa in forma in fantasia.
Nonostante l’arzigogolato complesso di cavi, connessioni e apparecchi, gli elementi che ne possono permettere un funzionamento esemplare non sono tecnici, ma umani. La fiducia tra amici, la conoscenza del repertorio, la concentrazione su di un periodo medio-lungo, una coda dell’occhio allenata, le orecchie sgombre, il desiderio, una sensibilità abile a discernere qualcosa di concretamente grave da un sintomo della propria o altrui stanchezza, sono gli elementi richiesti.

 

In questa maniera Alessandro Gagliardo (malastradafilm) presenta la prima fase del lavoro sull’archivio raccolto da Enrico Ghezzi in decenni di riprese realizzate nell’arco della sua quotidianità professionale e privata. Più di cinquecento cassette girate da Ghezzi negli ultimi trent’anni, un repertorio di dietro le quinte di festival, studi televisivi, set cinematografici, tra Moana Pozzi, Michael Cimino, Bernardo Bertolucci, e momenti di vita personale, da cui estrapolare le immagini di Gli ultimi giorni dell’umanità, un nuovo testo filmico tutto ancora da assemblare, sulla scorta di un trattamento di cui questa è la sinossi breve:

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In un arco di tempo lungo quarant’anni, a partire dalla fine del 1970 ai primi 2000, accadono un numero considerevole di cose. Ad esempio cambiano i formati di registrazione dell’immagine elettronica analogica e un uomo può spostarsi tra innumerevoli, anche se finiti, luoghi e attraversare migliaia di situazioni, incontrare centinaia e centinaia e centinaia di volti, condurre le più svariate conversazioni nei momenti più insoliti della giornata o della notte. Può ritrovarsi a cena, o a pranzo, o colazione, tra le rive del Gange o nel bar freddo di una Berlino formicolante di registi, critici e occhi curiosi. Crescono i figli, cambiano gli amori e i governi, escono una quantità spropositata di nuovi film che si possono vedere solitamente negli stessi festival, come a Cannes, o a Venezia, o nelle sale, della provincia o del centro. Capita pure che muoiano gli amici, che se ne perdano altri, che se ne trovino di nuovi.
Avviene la vita, insomma, che a raccontarsi è, quasi, la vita di tutti.
Per l’uomo con la macchina da presa però è diverso poiché dopo questo incedere senza sosta del tempo ha dalla sua parte una enorme quantità di registrazioni pronte a riavvolgersi per dire di nuovo qualcosa di nuovo. Quell’uomo di questo film è Enrico Ghezzi, il più geniale e influente autore della televisione italiana, il più pittore e paroliere dei critici cinematografici, l’uomo che in un pomeriggio di una Roma quieta insorse: si chiamerà Gli ultimi giorni dell’umanità, questo film.

Un primo estratto delle operazioni della Macchina che cattura l’eccedenza, intitolato ON NE SAURAIT PENSER À RIEN, verrà presentato a a #Venezia76 il 30 agosto alle h 11, negli spazi della Villa delle Giornate degli Autori, insieme a Enrico Ghezzi, malastradafilm, Zomia, H12.

Solo immagini dei disastri in arrivo e di quelli sempre più piccoli dell’immagine che li trasporta. Archivio che si cancella annullandosi man mano che la Regione Centrale si condensa. Sovra-impressione di molteplici sovra-impressioni. Una sorta di non-manifesto, qualcosa di breve e smisurato, appoggiato su una mancanza di lingua.

Così lo stesso Ghezzi racconta Gli ultimi giorni dell’umanità, che sarà prodotto da malastradafilm, Zomia e H12 con la complicità di Nennella Bonaiuto, Martina Ghezzi, Mario Martone, Toni Servillo, l’Asilo, Budou/Passpartout, Cinema Postmodernissimo, La Camera Ottica, produttori esecutivi Donatello Fumarola, Gabriele Monaco, Armando Andria.

 

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