"Il figlio di Babbo Natale", di Sarah Smith
Nonostante sembri una parabola classica, Il figlio di Babbo Natale si rivela estremamente originale nell'inventare espedienti che mescolano le tradizioni popolari su Babbo Natale a un immaginario più propriamente cinematografico e pop. È da questo incontro che scaturisce la vena comica del film, che acquista in forza grazie all'animazione in 3D CG, in grado di dare un'efficace caratterizzazione fisica dei personaggi, ognuno con una voce ben distinta dagli altri.
Tuttavia, la sceneggiatura di Smith e Baynham si rivela estremamente originale nell'inventare espedienti che mescolano le tradizioni popolari su Babbo Natale a un immaginario più propriamente cinematografico e pop. È da questo incontro che scaturisce la vena comica del film, sempre in grado di far ridere genuinamente, pur facendo ben attenzione ai sentimenti, come d'obbligo in un film natalizio rivolto ai più piccoli, d'altronde, ma che si rivela efficace nell'appellarsi anche a coloro che tanto piccoli non lo sono più da un pezzo. La comicità acquista in forza grazie all'animazione in 3D CG: i personaggi che vengono creati hanno tutti una loro caratteristica fisicità che contribuisce, insieme ai dettagli dell'ambientazione, a dare maggior realismo alla storia, rendendola forse un po' più vicina a noi. Da Babbo Natale, vecchio, pienotto e stanco a Mamma Natale con le sue guance paffute e i bianchi ricci che danno un senso di sicurezza, passando per il militarmente atletico Steve. Ma, soprattutto, Arthur: alto, dai grandi piedi, il naso a patata e il ciuffo ribelle, il giovane erede si muove sempre in maniera elastica e terribilmente goffa, riportando alla mente l'immagine dell'imbranato disneyano per eccellenza: Goofy/Pippo. Al suo graduale acquisto in autostima si accompagna anche un diverso atteggiamento e linguaggio del corpo, proprio come avverrebbe con un attore in carne e ossa, fino alla postura che afferma il personaggio nello spazio, pur distinguendosi per una maggiore “dolcezza” rispetto al fratello Steve. Una corporeità completata dalla voce che, almeno per una volta, il doppiaggio italiano rende in maniera fedele all'originale, rispettando il carattere dei personaggi, dando loro una personalità ancor più ben definita, ma anche con spunti per ulteriori gag comiche come nel caso dell'elfo Bryony. Il figlio di Babbo Natale, perciò, si rivela essere un film divertente, in grado di far ritrovare un po' di quello spirito natalizio che spesso si perde per strada durante l'anno, lasciando lo spettatore felice tanto quanto un bambino che scarta la nuova fiammante bici la mattina di Natale.
Titolo originale: Arthur Christmas
Regia: Sarah Smith
Interpreti: (voci originali) James McAvoy, Jim Broadbent, Bill Nighy, Ashley Jensen, Hugh Laurie, Imelda Staunton, Andy Serkis
Distribuzione: Warner
Durata: 97'
Origine: UK, USA, 2011