A.I. Bezzerides: l’omaggio dell’American Cinematheque
La retrospettiva organizzata a Los Angeles e dedicata allo sceneggiatore di Un bacio e una pistola è anche un’occasione per riflettere sul ruolo della tecnologia all’interno dell’industria

A partire dal 20 aprile e fino al 19 maggio l’American Cinematheque celebra lo sceneggiatore Albert Isaac “Buzz” Bezzerides, autore anche dello script di Kiss me deadly (1955), in una rassegna intitolata “Written by AI“. Sfruttando cioè il gioco di parole derivante dalle iniziali dello scrittore per ragionare delle recenti diatribe relative al ruolo dell’intelligenza artificiale all’interno dell’industria.
L’iniziativa dell’organizzazione culturale di Los Angeles, che sarà composta da 5 film, è stata inoltre pensata, così come riporta IndieWire, per riflettere sul cinema a cui Bezzerides ha contribuito a dare vita; un cinema che parla della “difficile relazione dell’umanità con le macchine, che rendono la vita più facile e alla fine portano all’autodistruzione”.
Dal già citato Kiss me deadly, adattamento del romanzo poliziesco di Mickey Spillane, a On dangerous ground, thriller di Nicholas Ray uscito qualche anno prima, nel 1951. Senza dimenticare Sirocco (di Curtis Bernhardt), action con Humphrey Bogart e Lee J. Cobb, They Drive By Night (di Raoul Walsh) e Desert Fury, diretto da Lewis Allen (1947); che insieme andranno a costituire la cinquina selezionata dall’American Cinematheque.
In un’epoca in cui lo spettro dell’intelligenza artificiale aleggia minaccioso al di sopra delle nostre teste, la retrospettiva dedicata allo sceneggiatore americano rappresenta dunque un utile spunto di riflessione. D’altronde l’unica strategia rimastaci per avere la meglio sulle macchine potrebbe materializzarsi nel rifiuto della razionalità e del pensiero logico; e per citare proprio A.I. Bezzerides e la sua celebre risposta relativa ai potenziali livelli di interpretazione dello script di Kiss me deadly: “La gente mi chiede dei significati nascosti nella sceneggiatura, della bomba atomica, del maccartismo, cosa significa la poesia, e così via. E posso solo dire che non ci ho pensato quando l’ho scritto. Volevo rendere ogni scena, ogni personaggio, interessante. […] Mi stavo divertendo”.