Basta poco, di Andrea Muzzi e Riccardo Paoletti

Dai bisogni primari siamo passati in pochi decenni ai secondari. Nell’abisso tra i due c’è l’icona Dino Zoff simbolo inequivocabile che si può stare al gioco del tempo mantenendosi fedeli alla linea.

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C’è una cosa che dall’inizio del tempo l’uomo ha ricercato instancabilmente: la felicità. Ma come arrivarci e qual è la sua composizione al tempo della società dei consumi?

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Dalla Toscana di Chiusi Andrea Muzzi (quasi un one man show) e Riccardo Paoletti disegnando, nel perimetro della ‘ristrettezza’ economica (sociale e che li riguarda direttamente nella realizzazione del film), una commedia d’altri tempi come tentativo di afferrare in corner un anelito della situazione attuale. Con semplice maestria e discrezione si prodigano nel progetto che si pone, sorridendo sommessamente, ‘solo’ interrogativi.
Certo perchè di ridere sul serio e di gusto non c’è voglia data la condizione deleteria del Paese, ma di provare a strappare un sorriso con intelligenza e tenace resistenza (visto l’apposito marchingegno predisposto per evitare la consueta banalità) c’è una flebile necessità.

Lo schema di gioco è dei più facili. Se la felicità nasce dalla piena soddisfazione dei propri desideri (aspettative) e se i desideri mutano in relazione allo scorrere dei decenni è chiaro che in passato le aspettative erano più ‘facilmente’ raggiungibili (data la loro autenticità), ora sono quasi irrealizzabili vista la loro complessità e esosità. Così dai primari (bisogni), personificati in un padre (un Marco Messeri dal toscanaccio mai esageratamente marcato) che ha fatto la guerra, siamo passati ai secondari (tablet di ultima generazione) con un figlio (Andrea Muzzi) che a quarant’anni cerca ‘ancora’ la sua strada e nell’abisso tra i due c’è Dino Zoff.

Zoff? Il portiere d’altri tempi, dell’Italia d’altri tempi, qui in un cameo lumimoso e per nulla evanescente, ha la capacità e la grazia di smuovere montagne (grazie ad una sceneggiatura nel complesso ben scritta) con quella maestria e discrezione (che gli sono proprie) in linea con la natura del film. Zoff icona, ponte umano tra ieri e oggi, simbolo inequivocabile che si può stare al gioco del tempo mantenendosi fedeli alla linea, nel pieno equilibrio tra la durezza del non corrompersi e la malleabilità dell’adattarsi.
Se Basta poco voglia o non voglia significare che sia meglio vivere senza tecnologie di ultima generazione (data la completa assenza se non fosse per un oggetto in mano al magnifico Paolo Hendel), che sia più proficuo tornare a quello storico 1982 (che ancora molti nella memoria associano a Zoff), che sia più interessante guardarsi vicino piuttosto che spingersi a chilometri di distanza verso un’improbabile casa, non è rilevante, perchè ciò che resta è un’impalpabile e aperta sensazione dal retrogusto amaro.

Regia: Andrea Muzzi e Riccardo Paoletti
Interpreti: Andrea Muzzi, Massimiliano Galligani, Marco Messeri, Ninni Bruschetta, Paolo Hendel, Daniela Morozzi, Annalisa Aglioti, Daniela Poggi
Origine: Italia, 2015
Distribuzione: Whale Pictures
Durata: 85′

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