"Boygirl – Questione di…Sesso", di Nick Hurran

Hurran aggiorna alla volgarità-sbattuta-in-faccia di Judd Apatow una storia già stravecchia: un Dio Atzeco fa sì che l’anima di un ragazzo finisca nel corpo di una ragazza e viceversa – gags nei bagni pubblici, negli spogliatoi, sulle erezioni, i reggiseni da allacciare, e sull’immancabile climax del teen movie di tutti i tempi: la perdita della verginità.

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La cosa sempre più interessante di questi piccoli film senza alcuna pretesa apparente è proprio l’apparente – l’apparenza: per imbastire l’ennesima commediaccia degli equivoci in cui un Dio Atzeco fa sì che l’anima di un lui finisca nel corpo di una lei e Viceversa (la variante padre-figlio con Judge Reinhold si chiamava proprio così…e c’era pure Tale padre tale figlio con Dudley Moore e Kirk Cameron!), Nick Hurran ricorre infatti ad un armamentario formale degno di un ‘filmone’ classico ed appagante – e c’è sempre da imparare su quanto sia accurata la messinscena, quanto eleganti siano i movimenti di macchina, quanto ricercato il montaggio, quanto ‘calzanti’ le musiche, in una pellicola che aggiorna alla terrificante e raggelante volgarità-sbattuta-in-faccia di Judd Apatow più che dei Farrelly una storia già raccontata decine di volte da Hollywood e non solo. Oltre che rimproverare, ma bonariamente perché comunque entrambi danno una discreta prova, a Kevin Zegers di non essere vulcanico e straripante come Steve Martin in Ho perso la testa per un cervello di Carl Reiner, e a Samaire Armstrong di non raggiungere le vette di Ellen Barkin in Nei panni di una bionda di Blake Edwards, resta davvero ben poco altro da appuntare quantomeno ai primi 40 minuti di film. Anzi, l’incipit ha una sua efficacia, con qualche bel dolly sui due opposti vicini di casa – lei di buona famiglia studiosissima prima alunna della classe e amante di Shakespeare, lui figlio di gestori di un fast food capitano della squadra di football della scuola e fidanzato con una cheerleader – che si insultano attraverso le rispettive finestre, e un ralenti davvero pregevole sulla povera ragazza inondata per strada dall’acqua di una pozzanghera schizzata dalla cabriolet sportiva dei ragazzacci idioti di passaggio. E nonostante la loro prevedibilità, in alcuni punti le gag fanno anche piuttosto ridere, seppur risolte ricorrendo alle situazioni più becere possibili: bagni pubblici, spogliatoi, erezioni da controllare, reggiseni da allacciare, e l’immancabile, insostituibile, imbattibile climax del teen movie di tutti i tempi: la perdita della verginità. D’accordo: sarà pure girata con un innegabile gusto per la ‘bella regia’ che gli americani sanno riservare anche a codeste sciocchezzuole (da sottolineare come il londinese Nick Bara con Vista Hurran vada di film in film perdendo qualunque anche velato tocco british), ma a conti fatti Boygirl, parafrasando il titolo di una superba parodia che si prendeva gioco dei film sentimentali degli anni ’90 e in cui Samaire Armstrong iniziava a farsi notare, Non è (solo) un’altra stupida commedia americana (prodotta da Elton John!!!)?

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Titolo originale: It’s a Boy Girl Thing

Regia: Nick Hurran

Interpreti: Kevin Zegers, Samaire Armstrong, Sharon Osbourne, Maury Chaykin
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 95'

Origine: USA, 2006

 

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