CANNES 65 – Incontro con Yousry Nasrallah

yousri nasrallah

Il cineasta egiziano presenta Après la bataille, secondo film in concorso, girato velocemente durante i fatti a Piazza Tahir, in piena rivoluzione nei giorni della caduta di Mubarak: "la mia presenza a Cannes e' un segnale forte per tutto il mondo arabo. E significa che non bisogna mai abbassare la testa davanti ogni dittatura e il cinema ha anche questa funzione"

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yousri nasrallahIn Occidente siamo stati colpiti dai fatti di Piazza Tahir del febbraio 2011 con la caduta di Mubarak. Quanto hanno contato questi avvenimenti sia nell´ideazione che nella realizzazione di questo film?  Dalla tv e dal web avevamo molte informazioni ma non la sintesi…

Cercare di fare una sintesi sarebbe stato difficile. Nei miei film una delle costanti ricorrenti e´ quella dell´individuo davanti ai grandi avvenimenti e l´interesse e´ raccontare delle storie che riguardano gli essere umani. Per quanto riguarda questo film, il pubblico guarda dei personaggi e non degli stereotipi. Dopo gli avvenimenti dell´anno scorso c´era proprio la necessita´ di raccontare quello che e´ successo e mostrarlo al pubblico.

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Nel cinema e´ raro vedere un film realizzato cosi´ velocemente e in tempi cosi´ stretti, soprattutto quando gli avvenimenti sono cosi´ ravvicinati.

Qui sono stato certamente aiutato dal fatto che la mia troupe e i miei attori avevano la testa su quello che stava accadendo in quei 18 giorni della rivoluzione. Per questo film non ho voluto scrivere una sceneggiatura classica perche´ in questo modo si forniscono delle risposte a delle domande. Non a caso i migliori sceneggiatori sono quelli che fanno delle domande. Questo periodo e´ stato molto movimentato. Succedeva qualcosa di nuovo ogni giorno. La nostra energia, i nostri sforzi era di utilizzare questa incredibile materia. L´idea era di lavorare con gli attori nel periodo tra la caduta di Mubarak e l´elezione del nuovo Presidente. A ottobre ho finito il film con il massacro davanti la Maision de la Television. A quel punto ho detto che il film doveva fermarsi li´.

Quanto conta aver fatto questo film?

Rappresenta un impegno politico e un impegno per il cinema. L´arte spesso, e quindi anche il cinema, e´ attaccata nel nostro paese dai partiti islamici.        

E la vostra presenza a Cannes?

E´ un segnale forte per tutto il mondo arabo. E significa che non bisogna mai abbassare la testa davanti ogni dittatura e il cinema ha anche questa funzione

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