#Cannes68 -Sleeping Giant, di Andrew Cividino

Esordio nel lungometraggio del trentaduenne regista canadese che ha aperto la Semaine. Ma non convincono il suo sguuardo e la narrazione che risulta priva di originalità

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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sleeping giantEstensione del suo omonimo cortometraggio del 2014, Sleeping Giant è l’opera d’esordio nel lungometraggio del trentaduenne canadese Andrew Cividino. Che racconta, con un’espressione formale e suggestioni filmiche troppo esibite, l’estate di alcuni adolescenti e adulti in un lago. Si sa, i laghi contengono misteri, leggende e, comunque, disegnano inquietudini, creano disequilibri. Ma questa volta il cinema li narra senza originalità. Cividino mette in scena un passaggio plurale sulla perdita dell’innocenza, come pure, con altrettanta superficialità, una (possibile) crisi di coppia che coinvolge i genitori di uno dei ragazzi.

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La camera a mano urlata nelle prime scene è già segno del percorso adottato da Cividino in un film che cerca, nel filmare, il contatto fisico, aderendo, ma con una convinzione solo presunta, ai giochi, ai passatempi dei tre ragazzi che spendono le loro giornate a zonzo per quel piccolo luogo. Mentre un’isola disabitata cela un segreto e propone una sfida: gettarsi dalla sua sommità, sfidando l’altezza e le rocce. In passato un uomo morì, un altro ce la fece e ora seduce i giovani personaggi a lanciarsi. Una piccola gioventù bruciata (o altre citazioni, di film ai quali comunque Sleeping Giant non può neppure lontanamente avvicinarsi) si lancia attratta da quello strapiombo, e ancora una volta quel “gigante addormentato” si risveglierà per chiedere un sacrificio a chi ha osato sfidarlo.

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Se lo sguardo di Cividino non convince, non convincono neppure la narrazione, popolata di personaggi, maschili soprattutto, non elaborati (o ridotti a cliché, come il padre del protagonista o lo spacciatore hippy), e le interpretazioni, dei giovani attori ma non solo, in un’opera dove la tensione (creata anche dalla musica, dal montaggio) si esaurisce nello stesso momento in cui appare.

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