Claudio Amendola e la sua 'mossa del piguino'

claudio amendola sul set

E' la sua prima mossa da regista. Attore di grinta, cuore e tenerezza. Tutte qualità che mette nel suo film: la storia di un gruppo di sciagurati che fanno tenerezza, rabbia e struggimento. Dove è disciolto molto sale di Monicelli, insieme a un po’ di Full Monty e a uno spruzzo di Rocky. Qui ci racconta la sua esperienza

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claudio amendola sul setLa mossa del pinguino è la prima mossa da regista di Claudio Amendola, attore di grinta, cuore e tenerezza. Tutte qualità che mette nel suo film: la storia di un gruppo di sciagurati che fanno tenerezza, rabbia e struggimento. Un film in cui è disciolto molto sale di Monicelli, insieme a un po’ di Full Monty e a uno spruzzo di Rocky.

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La storia è bizzarra e folle. Quattro romani – Edoardo Leo, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini e Antonello Fassari – si mettono in testa di andare alle Olimpiadi con una squadra di curling. Il resto, lo racconta lui, Claudio Amendola. 

 

Come è nato il progetto del film?

C’era una storia, un’idea per film, di cui Edoardo Leo si era innamorato. Ma non se la sentiva di dirigerla lui. Me la ha portata, e ce ne siamo innamorati in due. Abbiamo trasformato molto l’idea di partenza, avvicinandola alla nostra idea di cinema.

 

 

Un'idea di cinema in cui c'è molta commedia all'italiana. Si sente sapore de I soliti ignoti…

Magari! Sì, quei personaggi sono un po’ Capannelle e Ferribotte del Duemila. Mi piaceva l’idea di raccontare gli umili, quelli che stanno ai margini della società, però con un sorriso.

 

 

Che tipo di esperienza è stata, trovarsi dall’altra parte della macchina da presa?

Impegnativa. Fin dal primo giorno, tutti ti chiedono che cosa devono fare: e tu devi saperlo. Avrei voluto dire: chiedete al regista. Ma, ops!, stavolta il regista ero io….

 

 

Qual è stata la sfida più difficile?

 Non lo so. Ma so che cosa è stato bellissimo: lavorare con gli attori. Ho una grande curiosità, e un grande affetto, verso il mio mestiere. E verso i miei colleghi. Ognuno di loro ha dato al suo personaggio qualcosa di inatteso, di straordinario.

 

 

Questo film sa raccontare con molta precisione – senza luoghi comuni – i deboli, gli umili, chi sta alla periferia della vita.

Credo sia nella scuola della nostra commedia migliore, raccontare gli umili, i deboli, per far dire loro frasi grandi. Volevo che questo film fosse diverso da tante commedie che vedo con i loft, le belle macchine, i bei vestiti. Io sono cresciuto nella borghesia, è vero, ma i miei amici erano il figlio del portiere e del meccanico. Ho mangiato pane e sanpietrini per anni.

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