"Come ammazzare il capo e vivere felici", di Seth Gordon

Le virtù di Horrible Bosses sono almeno due: una sceneggiatura che sa svolgere nel migliore dei modi l'unica idea iniziale e una piacevole atmosfera di complicità che i tre protagonisti riescono a trasmettere allo spettatore. Le implicazioni sociali del tema vengono presto abbandonate per abbracciare la strada di tre idioti che evitano volutamente di commettere gli omicidi che hanno organizzato a fatica. Nessuno si prende sul serio e il clima di improvvisazione è un'ottima notizia

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Il film di Seth Gordon brilla per almeno un paio di motivi: il primo è l'innegabile sintonia che anima i tre protagonisti; il secondo è una scrittura abile a sfruttare nel migliore di modi l'unica idea che lo supporta. Una sceneggiatura più debole non sarebbe riuscita a portarla fino al traguardo dei novanta minuti. La coppia di sceneggiatori viene dal piccolo schermo: Michael Markowitz è stato dietro ad un serial longevo come Becker e il giovanissimo John Francis Daley è uno degli ideatori di Bones. I tre eroi sono degli impiegati idioti che fanno di tutto per far saltare gli omicidi che vorrebbero compiere ai danni dei loro superiori. Ovviamente, il tema echeggia i recenti disagi sociali degli Stati Uniti e tratta molto blandamente i problemi di mobbing provocati dalla paura della disoccupazione. Se si esclude la macchietta dell'ex dipendente della Lehman Brothers pronto persino a prostituirsi, gli spunti sfuggono via rapidamente per cedere ad uno schema abbastanza prevedibile, che decide di non affondare mai il piede sul grottesco. Il cinismo di un cattivo come Kevin Spacey è troppo affettato per essere deformabile in senso di critica. Al contrario, le effrazioni e i pedinamenti conto le loro vittime designate sono pieni di errori compiuti volutamente. Non solo perchè gli aspiranti sicari sono degli incompetenti, ma soprattutto perchè se non li commettessero il meccanismo comico di Horrible Bosses non avrebbe alcun pretesto per mettersi in moto. Come quando Charlie Day si impegna a salvare la vita alla stessa persona che in realtà dovrebbe uccidere. La personalità dei personaggi è delineata in modo tanto preciso da sembrare persino scolastica: se Kevin Spacey continua a vivere di rendita sull'ironia dei suoi ruoli più spietati, Jennifer Aniston gioca a fare la femme fatale e rovescia gli stereotipi in modo eccessivamente studiato. Come nel precedente Four Christmases, anche in questo caso Seth Gordon si dimostra essere un regista affidabile e vivace ma privo di una personalità capace di emergere. Il vero valore aggiunto di Horrible Bosses è l'atmosfera che i tre riescono a trasmettere ogni volta che sono insieme: Jason Bateman e i suoi comprimari giocano fino all'improvvisazione e si concedono molte divagazioni spiazzanti; Jason Sudeikis è l'ennesima creatura del Saturday Night Live che si conferma dopo la piacevole rivelazione di Hall Pass dei Farrelly; Charlie Day è il personaggio principale di un serial di successo come It's Alway Sunny in Philadelphia. Fortunatamente, nessuno si prende troppo sul serio.

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Titolo originale: Horrible Bosses

Regia: Seth Gordon

Interpreti: Jason Bateman, Jason Sudeikis, Charlie Day, Colin Ferrell, Kevin Spacey, Jennifer Aniston

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 98'
Origine: USA, 2011

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