Con la grazia di un Dio, di Alessandro Roia

Quello di Roia è un cinema raffinato con variazioni e contaminazioni di ritmo, di registro e generi di riferimento, microcosmo da esplorare che lentamente si scopre, incuriosisce e poi deflagra.

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Con la grazia di un Dio, opera prima di Alessandro Roia, narra la storia di un viaggio. Un viaggio nello spazio che il protagonista Luca (Tommaso Ragno) intraprende nella sua malinconica e crepuscolare Genova per partecipare ai funerali del suo migliore amico morto per overdose; un viaggio nel tempo, di ritorno dopo 25 lunghi anni nella sua città natale trasformata quasi impenetrabile, e, infine, un viaggio nelle viscere più profonde del suo inconscio, dove abitano pulsioni mai sopite e inconfessate verità. Luca, affermato ristoratore e padre di famiglia, ormai lontano dalla vita sregolata di gioventù, rifiuta la versione ufficiale della morte dell’amico d’infanzia Vincenzo, attribuita dai più ad abusi ed eccessi, e comincia a indagare, scavando nella memoria, tra bilanci e inevitabili prese d’atto delle esistenze al limite dei suoi amici boomer, tra balli psichedelici e vetri masticati…

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L’ambiente intorno a Luca sembra respingente: Genova è quasi irriconoscibile, cupa e violenta; i vecchi compagni di un tempo, Claudia (Maya Sansa) e Maurizio (Sergio Romano) non incoraggiano la sua vena indagatoria, eppure Luca vuole fare chiarezza sull’accaduto. Finirà per fare chiarezza sulla sua più autentica natura, che credeva di conoscere e confidava di poter domare, impantanandosi in un delirio a cui non riuscirà a sottrarsi. Finirà come un avido giustiziere per compiere il “suo” atto di giustizia, incurante dei destini e delle vite di chi lo circonda, proprio al pari di un Dio che si sente al di sopra di tutto e di tutti.
Un Dio che richiama la divinità della tragedia greca perché i greci sì che l’essenza intimamente e ineluttabilmente tragica dell’esistenza umana l’avevano saputa cogliere, e per primi, e con essa anche il concetto di vendetta/giustizia. Non bisogna però dare per scontato che gli spettatori (antichi e moderni) siano sempre ostili verso una vendetta estrema e moralmente non giustificata o sproporzionata: possono apprezzare, attraverso la finzione narrativa, una violenza che garantisce supremazia sul mondo degli ingiusti.

Il film vanta una sceneggiatura asciutta e minimalista, un montaggio conciso, una fotografia potente: l’immagine d’apertura dello sventramento di un tonno ad opera di una lama affilata rincorre quella cruenta del finale… Quello di Roia è un cinema raffinato con variazioni e contaminazioni di ritmo, di registro e generi di riferimento, un microcosmo tutto da esplorare che lentamente si scopre, stuzzica, incuriosisce e poi deflagra. Proprio come un buco nero, quel buco nero a cui Claudia paragona Luca.

Regia: Alessandro Roia
Interpreti: Tommaso Ragno, Maya Sansa, Sergio Romano, Ahmed Hafiene, Roberta Mattei, Aldo Ottobrino
Distribuzione: RS Productions in collaborazione con Mirari Vos
Durata: 81′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
3.5 (2 voti)
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