IFFR 2023 – Visioni sparse da Rotterdam

Alcune visioni del Festival di Rotterdam in corso, da quelle più riflessive legate al contemporaneo a quelle di genere, fino al mainstream con un nuovo film di supereroi indonesiano

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Il nuovo film di Leila Kirani Indivision, presentato in concorso all’International Film Festival di Rotterdam, è la crociata di una ragazzina per salvaguardare il paradiso in cui è nata e scongiurarne la vendita. Figlia di un ornitologo, eredita la passione del padre e diventa una influencer, esperta nel catturare e classificare con il suo tablet o con il telefono molti degli uccelli che vivono in questa riserva naturale a Tangeri in Marocco. Il messaggio ecologico ed il discorso sui dispositivi di condivisione sorreggono una trama dal sapore thriller sui litigi, le invidie, l’avidità e i rancori di una famiglia, fin troppo complicata considerata la linearità della storia che vuole raccontare. Che priva in modo sbrigativo, tranne saltuari ritorni, insistendo su passaggi prolissi e verbosi, di quella semplicità estetica offerta dal paesaggio e dai suoi colorati abitanti in favore di una diatriba umana. Nel passaggio all’umano sentire rinuncia al variopinto ed al misterioso per sostituire in funzione narrativa l’insondabile con i meccanismi marci della faida. Quello che resta molto interessante è la tematica legata al mondo mediatico ed alla sua capacità di indirizzare una discussione, senza rinunciare a mostrare i rischi legati all’esposizione in pubblica piazza, complicati dal coinvolgimento di una protagonista molto giovane.

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Pandemia, depressione, una festa d’addio. Sempre all’interno della Tiger Competition, la sezione principale del festival, si trova Letzter Abend, il racconto di come bastino un attimo, una frase sbagliata ed una persona fuori posto per precipitare una situazione che si reggeva su una base fragile. Nel riassunto di poche ore Lukas Nathrath offre uno spettacolo tragicomico e lascia il suo contributo nel modo di rappresentare l’era covid costruendo un film fatto quasi completamente d’interni, attraverso l’esplorazione di conflitti generati sulla sorpresa e gli imprevisti di una visita inattesa. Un film dal carattere umorale patetico ed in alcuni frangenti disperato, la parabola di una coppia in procinto di trasferirsi a Berlino da Hannover per lavoro e che raduna degli amici la sera prima della partenza, con tutta una serie di nodi irrisolti nella relazione pronti a venire a galla. Legati alla natura stessa del loro rapporto ed alla difficoltà dovute al persistere di una condizione di malattia, tirando in ballo egoismo, gelosie ed insicurezze reciproche. Il perimetro ristretto mette in risalto soprattutto le performance attoriali e la scrittura dei dialoghi a tratti dal tono surreale per accentuare l’esasperazione

Una ragazza viene trovata morta la notte dell’ultimo giorno dell’anno. Comincia così il noir taiwanese The Abandonen di Tseng Ying-ting, nella sezione Harbour, primo indizio di una pista di sangue che porterà la detective Wu Jie ad indagare su una serie di omicidi a sfondo macabro. Le vittime, oltre ad essere tutte donne, sono clandestine, ed in quanto tali vivono in una zona d’invisibilità e di sfruttamento. La vicenda poliziesca trova respiro nel tema della perdita della persona amata e nel rimpianto di una realtà diventata impossibile da affrontare. Senza eccessi e grazie ad una buona pulizia visiva, il film rispetta ampiamente i parametri di genere, con in aggiunta una forte componente femminile nel cast. Indagini, autopsie, pedinamenti, cadaveri mutilati, sono pezzi di un puzzle da ricomporre e la mappa dove si muovono i personaggi, tra gli uffici della polizia e le strade notturne della città lo portano ad essere un ottimo prodotto di genere.

Anteprime e highlights cinematografici del circuito dei festival di quest’anno: i favoriti del pubblico attesi con impazienza e i vincitori di premi internazionali. Recita questo la presentazione di Limelight dove è inserito Sri Asih diretto da Upi, blockbuster indoniesiano di supereroi, per la prima volta con una protagonista femminile, tratto da una serie a fumetti degli anni cinquanta di RA Kosasih, e secondo lungometraggio della BCU (Bumilangit Cinematic Universe) dopo Gundala. La sfida alla Marvel sembra impresa impossibile, ma questo film conferma in pieno le potenzialità del franchise asiatico, che mescola l’action con i più tradizionali riferimenti alle arti marziali, un minore respiro cosmico rispetto agli americani ed il ricorso ad un immaginario più classico, spiriti benigni e demoni, fuoco, combattimenti a mani nude ed esplosioni. Una notevole differenza si nota anche nella scrittura dei personaggi, con poche note di ambiguità, ed una separazione manichea tra quelli positivi e quelli negativi, come l’assenza o quasi di sfumature psicologiche. 

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