"Il costo della vita", di Philippe Le Guay

Restando molto aereo nel suo contatto con la realtà, restio a penetrare più a fondo nelle psicologie dei personaggi, il film risulta carino ma "già visto", con rimandi troppo smaccati al cinema di Claude Sautet

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La vita al tempo dell'euro, ovvero l'insostenibile salasso sul potere d'acquisto di salari, pensioni, costo della vita. Non si tratta solo di un luogo comune, o del pretesto per i politici di inscenare preoccupate campagne elettorali al grido di "impoveriti di tutto il mondo unitevi", ma della effettiva possibilità di mutamento del regime di vita prodotto dal denaro.

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Cinque storie, che si incrociano l'una con l'altra in un divertente e spensierato film sulla pesantezza dell'homo oeconomicus e sugli scogli imposti a lui dall'ansia di ricchezza per giungere alla vera vita. C'è chi, come Coway, sperpera ogni cosa in investimenti a raffica, inviti a cena nel suo ristorantino di Lione, dove si ritrova a lavorare Laurence, ricca ereditiera, nipote di Nicolas de Blamond, grande finanziere ora oppresso dalla solitudine. 


Brett invece, ingegnere informatico di grande inventiva ma scarsa disponibilità ad inserire le mani nel portafogli, è ormai osteggiato dai colleghi di lavoro per gli stratagemmi ideati da anni per evitare di saldare i conti dei ristoranti. Ad incontrarlo provvidenzialmente sarà Héléna, concubina d'alto bordo, decisa ad investire come su un'unica missione il proprio riscatto dal vile biglietto verde con quella del suo nuovo compagno.


Pur tra situazioni molto divertenti e surreali, come il parto della moglie di Coway con l'agente pignoratore dei suoi beni, giunto in casa al momento delle doglie per confiscargli ogni cosa rimasta, costretto dalle infermiere ad immolarsi come suo presunto marito, il film non riesce ad evitare il pur paventato collage di situazioni sul tema. Gli incontri non generano altre situazioni, incastrando tra di loro i caratteri per favorire un minimo di imprevedibilità all'intreccio, ma rimagono semplici scambi di battute. Ed allora il ricco industriale rimasto solo in cerca di una donna da amare prima di morire, la sua nipote stanca di essere cercata solo per il suo blasone, sono luoghi già sentiti decine di volte.


Restando molto aereo nel suo contatto con la realtà, restio a penetrare più a fondo nelle psicologie dei personaggi, il film risulta carino ma "già visto", con rimandi troppo smaccati al cinema di Claude Sautet.


 


Titolo originale: Le cout de la vie


Regia: Philippe Le Guay


Sceneggiatura: Philippe Le Guay


Fotografia: Laurent Machuel


Montaggio: Martine Giordano


Musiche: Philippe Rombi


Scenografia: Jimmy Vansteenskiste


Costumi: Anne Schotte


Interpreti:  Vincent Lindon (Coway), Fabrice Luchini (Brett), Geraldine Pailhas, (Helena) Lorant Deustch (Patrick), Isild Le Besco (Laurence), Claude Rich (Maurice), Camille Japy (Milene), Catherine Hosmalin (Karine)


Produzione: Romani Legrand e Anna Dominique Toussaint


Distribuzione: Istituto Luce


Durata: 105'


Origine: Francia, 2003


 

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