"Il magico mondo di Ella" di Tommy O'Haver

Il film di Tommy O'Haver non ha la "concretezza" evasiva di un orizzonte illimitato, esposto alla trascendenza di un "altrove" mai visto e immaginato (solo) nei viaggi della mente “au pays de l'imaginaire”.

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L'impurità affabulatoria. Il magico mondo di Ella inizia con un incanto, un pulviscolo da fiaba versato su un corpo prima infante e poi distante, mai goduto, risucchiato dal grumo encausto della dissolvenza di un occhio non più sognante, ma deludente, eludente, esiliante l'esile flagranza del tempo affabulatorio, nell'illusorio tentativo di donarsi alla trasparenza della visione/evasione favolistica. Lo spazio descritto, su cui i corpi e gli oggetti si campiscono, non ha la concretezza evasiva di un orizzonte illimitato, esposto alla trascendenza di un altrove mai visto e immaginato (solo) nei viaggi della mente au pays de l'imaginaire. Quella di Tommy O'Haver è una magia che non affascina lo sguardo e l'anima, una magia che non (s)materializza l'invisibile. La storia è quella di Ella/Anne Hathaway che riceve in dono, alla nascita, dalla fata Lucinda/Vivica A. Fox il voto dell'obbedienza, ritrovandosi all'arbitrio di persone senza scrupoli. Ella compirà un viaggio in un mondo popolato di elfi, orchi e giganti alla ricerca della fata, che sola può liberarla dell'incomodo dono. Le traiettorie (di)segnate dal viaggio della protagonista nel suo mondo magico sono le stesse di uno sguardo filmico incapace di errare, di disobbedire ai dettami di una messa in scena recitante, che si nutre dei resti di un cinema, rievocante il proprio passato, senza la partecipazione di un immaginario, che possa rivedere/rivelare le cose e la vita, la vita delle cose, alla luce baluginante di un nuovo stupore. Quelle di O'Haver sono le schegge di un cinema, cristallizzato in un mosaico di segni e di gesti vuoti, che evitano ogni remissione, ogni separazione dal monumento marmoreo di un memoriale incapace di farsi vita, di una visione che si fa carne, che si incarna, riflettendosi sulla pelle delle immagini, in una presente singolarità donata allo sguardo e al mondo, al nostro sguardo implicante il mondo. Un cinema allora in cui la fallita presenza di un pensiero dialogante col proprio immaginario, si fa precipitazione del proprio intimo sentire nelle maglie di un tessuto immaginifico già visto, mortificando il suo libertarismo e riproponendo, ancora una volta, il conflitto tra tensione manierata e intensione ad aprire lo sguardo (dell'animo) verso nuovi mondi.

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Titolo originale: Ella Enchanted
Regia: Tommy O'Haver
Interpreti: Anne Hathaway, Hugh Dancy, Cary Elwes, Vivica A. Fox, Joanna Lumley, Minnie Driver, Eric Idle
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Durata: 96'
Origine: USA, 2004

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