Il superstite, di Paul Wright

il superstite

Quasi un racconto di formazione psichedelico. Opera d'esordio di un talentoso regista premiato ai Bafta come rivelazione dell'anno. Film affascinante, convulso, ossessivo e sperimentale, che trova negli abissi imperscrutabili del mare – che aprono e chiudono il film – il buco nero di un'umanità tutta da purificare

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Giá presentata alla 66esima edizione del Festival di Cannes nella sezione Semaine de la critique, l'opera d'esordio di Paul Wright è stata la rivelazione cinematografica della stagione in Gran Bretagna, al punto da fruttare al giovane sceneggiatore e regista il Bafta come rivelazione dell'anno. È un riconoscimento meritato, che premia il coraggio e l'ambizione di mescolare una storia drammatica con un linguaggio sperimentale, audacemente visionario. A produrre è del resto la Warp Film, casa di produzione indipendente con all'attivo una manciata di cult movie Made in England come Tyrannosaur, Submarine e This is England.

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In una località marittima scozzese una terribile tragedia sconvolge l'equilibrio di una comunità di pescatori. Una barca durante un tragitto nell'oceano perde tutto il suo giovane equipaggio tranne un ragazzo, un unico superstite di nome Aaron. In lui il paese vede una sorta di funesta minaccia. Cos'è successo veramente in quella barca? Aaron non ricorda nulla, vive nel trauma di una perdita inestirpabile – quella del fratello, che era con lui in mare – e nella ricerca compulsiva, ai limiti della follia, di una risposta a quanto é accaduto.

 

Il superstite é quasi un racconto di formazione psichedelico. L'affresco di un'alienazione giovanile, forse intenzionalmente generazionale, incarnata da Aaron vede nella violenza e nell'ossessione per la morte elementi ricorrenti. La macchina da presa di Wright insegue il protagonista con passo nervoso, gli sta attaccata senza respiro, componendo un ritratto che è fisico e psicologico allo stesso tempo. Le erranze del giovane protagonista sono senza via d'uscita e attendono un regolamento di conti che non puó che condurre all'estremo sacrificio in quel mare che sin dall'inizio del film assume sembianze esoteriche. Le inquadrature si alternano a sequenze in video dove vengono raccontati, come fossero dei flashback onirici il passato famigliare, il rapporto con il fratello, stralci della funesta tragedia in alto mare che apre il film rimanendo peró in fuori campo. Le immagini tra questi diversi piani narrativi trovano un flusso percettivo unico nei monologhi in voice over dello stesso Aaron. La sua voce risuona come una cantilena disperata che diventa coscienza di quest'opera prima che sposa negli abissi imperscrutabili del mare il buco nero di un'umanità tutta da purificare. 

Titolo originale: For Those in Peril
Interpreti: George Macay, Kate Dickie, Michael Smiley, Nichola Burley, Brian McCardie, Jordan Young, Conor McCarron, James Cunningham, Gavin Park, Lewis Howden, Sharon MacKenzie, Dylan Bruce.
Origine: Gran Bretegna
Distribuzione: Nomad Film, 2013
Durata: 92
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