Jane Eyre, dal romanzo al film. Parlano sceneggiatrice e regista
Una colonna sonora che sceglie Beethoven e Mozart, una vecchia casa nel Derbyshire, nella migliore tradizione del gotico inglese, un personaggio creato nel 1847, ma incredibilmente moderno. Una coppia di attori che potrebbe sprigionare una strana alchimia: la sempre più richiesta Mia Wasikowska e il talentuoso Michael Fassbender. È Jane Eyre

Una colonna sonora che sceglie Beethoven e Mozart, una vecchia casa nel Derbyshire, nella migliore tradizione del gotico inglese, un personaggio creato nel 1847, ma incredibilmente moderno. Una coppia di attori che potrebbe sprigionare una strana alchimia: la sempre più richiesta Mia Wasikowska (The Kids Are All Right, Restless, Stoker) e il talentuoso Michael Fassbender (Fish Tank, Bastardi senza gloria, Hunger, A Dangerous Method, Shame, Centurion) affiancati da un ottimo cast di contorno (Judi Dench, Sally Hawkins, Jamie Bell, Imogen Poots). È Jane Eyre, nuova trasposizione del romanzo di Charlotte Brontë.
Il film è già uscito per Focus Features in alcune sale americane l'11 marzo e sta per arrivare in Europa (ancora sconosciuta la data italiana): nel frattempo, dopo il trailer, clip, tv spot e featurette, raccogliamo alcune interessanti osservazioni del regista Cary Fukunaga e della sceneggiatrice Moira Buffini.
Per Fukunaga la storia del 19° secolo dell'orfana Jane è più vicina al tema dell'infanzia difficile, affrontato nella storia di migranti e piccoli criminali del 21° secolo del suo premiato esordio Sin Nombre (2009), e come vedremo, a un desiderio di emancipazione femminile, che all'idea convenzionale di "storia d'amore".
Quanto a Moira Buffini (Tamara Drewe) si è trovata di fronte al compito non facile, assegnatole da BBC e Ruby Films, di dover condensare in un'ora e mezza un romanzo di 700 pagine, già protagonista di oltre 30 adattamenti cinematografici, televisivi e teatrali a partire dal 1910. La peculiarità del suo lavoro, durato circa due anni, è stata quella di dare spazio all'ultima parte del romanzo, ignorata da quasi tutti i suoi predecessori: la vita quotidiana di Jane con Rochester.
"Avevo circa 15 anni quando ho letto il libro per la prima volta. Ha avuto su di me un profondo effetto, non solo perchè è una storia d'amore appassionante, ma anche per il modo in cui parla della società, di ricchezza e povertà, genere maschile e femminile" racconta la sceneggiatrice e drammaturga britannica.
La Buffini ha deciso di modificare la struttura della storia: il film si apre con Jane che lascia Thornfield Hall, a due terzi circa del libro – vedremo a posteriori come è stata condotta a quel punto.
Sulla pressione dovuta agli adattamenti precedenti, risponde: "Di fatto non li ho guardati. Temevo che sarei affondata sotto il peso di idee altrui. Ma non potevo ignorare ciò che è stato fatto prima del nostro film, quindi ho dato un'occhiata su YouTube a brevi frammenti: qualche minuto della versione anni '80 con Timothy Dalton [la miniserie prodotta da BBC nel 1983] e del film degli anni '90 con Charlotte Gainsbourg [diretta da Franco Zeffirelli, Anna Paquin interpreta Jane da bambina].
"Sia io che Cary Fukunaga comunque abbiamo particolarmente amato il Rochester di Orson Welles del 1944 [diretto da Robert Stevenson, accanto a Joan Fontaine nei panni di Jane] estremamente stimolante anche dal punto di vista del linguaggio."
"Mia madre amava i vecchi film in bianco e nero" conferma Fukunaga. "Da quando siamo entrati in possesso di un videoregistratore, abbiamo iniziato a registrare dalla tv. Uno dei primi nastri che ricordo è proprio quello con la versione del '44, e mi è rimasta impressa una scena in modo particolare, la rivelazione del terribile segreto di quella misteriosa soffitta… ne sono stato davvero scioccato. […] La forza del personaggio di Jane lo rende immune da qualsiasi stereotipo romantico di altri personaggi femminili. Ciò che rende diversa Jane inoltre, è che in questa storia d'amore è lei a dettare i termini del rapporto, non lui. Alquanto raro" spiega il regista, di origini giapponesi e svedesi. "Volevo mantenere quell'oscurità sotterranea che si trova nel romanzo, renderlo il tono costante di tutto il film."
Sulla modernità dell'eroina di Charlotte Brontë:
Buffini:
"L'aspetto soprendente è che Jane è tutto ciò che le porta il suo destino – i suoi genitori muoiono quando è ancora piccola, cresce non amata in una casa dove non è ben accetta, viene inviata in un rigido collegio, la sua unica amica, Helen Burns, le viene portata via – tuttavia lei continua a combattere. Jane Eyre è indomabile. Si rifiuta di accettare la sua sorte, sia come donna, sia come membro di una classe sociale considerata inferiore." [c'è da aggiungere che nel romanzo Jane, a differenza della bellissima attrice australiana, è descritta più volte come sgraziata fisicamente e poco avvenente).
Fukunaga:
"Credo che Rochester si innamori dell'intelligenza emotiva di Jane, oltre che del suo intelletto: la consapevolezza dei propri sentimenti e del proprio valore. Penso che lui sia attratto dalla sua capacità di ricordare ciò che spesso viene trascurato da tutti gli altri. È la sua intelligenza emotiva, così come il suo intelletto, che credo sia ispiratore per Rochester. La consapevolezza dei propri sentimenti e del proprio valore. […] Jane non accetta compromessi, anche se assolutamente innamorata di Rochester. Per lui non andrà contro la propria morale e il proprio rispetto per se stessa; atteggiamento raro a quei tempi, e raro anche oggi. Le persone si compromettono pur di cercare di mantenere in vita un amore, anche se ciò li distrugge".
"La Brontë fece i conti con la solitudine, e la sua vita finì tristemente. Visse in una piccola canonica nel mezzo di un cimitero, in un piccolo paese. Con le sorelle e il fratello scriveva per noia, questi "mini romanzi epici scritti su carta in miniatura. La loro immaginazione volava in modo incredibile […] C'è un momento in Jane Eyre, in cui lei descrive l'orizzonte sempre limitato delle donne, il fatto che gli uomini possano girare il mondo e le donne siano costrette a restare ferme. Per me è difficile separare Jane da Charlotte".
Il production designer Will Hughes-Jones e il location manager Giles Edleston hanno fatto un lavoro particolarmente accurato sul paesaggio, che riveste tanta importanza, come riflesso dell'emotività dei personaggi, nella letteratura della Brontë: tutte le immagini nella nostra gallery.