La nascita dell'amore e del cinema

Speciale numero 1:

La nascita dell'amore e del cinema

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Questo speciale, questa rivista

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Strano titolo, questo – ‘la nascita dell’amore e del cinema’ – per una rivista che, in qualche modo, nasce e ri-nasce contemporaneamente. Ok, c’è il film di Philippe Garrel, La nassaince de l’amour, capolavoro incredibile del cinema contemporaneo assolutamente non visto qui da noi (se escludiamo Torino Cinema Giovani), a sua volta ‘condizionato’ alla lontanissima dal quadro di Tiziano. Ma sono suggestioni, più ‘brividi’ che filamenti logici o discorsi ‘chiusi’ costruiti, pensati. Ma come si può ‘pensare’ l’amore (e il cinema)?

In queste pagine proviamo a raccontare soprattutto del nostro essere spettatori, o meglio ‘mangiatori di cinema’ come si definiva uno dei più grandi ‘non-critici’ di cinema come Enzo Ungari. Proviamo a raccontare (a raccontarci) le nostre passioni, il nostro farci travolgere dalle immagini, quelle che colpiscono i muscoli prima del cervello, quelle che pulsano la vita. Nascita, amore e cinema come una triade essenziale, punti di riferimento programmatico-emozionale. Non tanto l’amore in sé, come si scrive più avanti, ma l’atto della sua nascita. E, aggiungiamo, non tanto la nascita in sé quanto questa come atto d’amore. Come il cinema. Cinema come atto d’amore, appunto, come ‘cuore della visione’.

Truffaut e Godard, Garrel e Troisi, Fassbinder e Contact, Strange Days e Titanic. E, prima di tutti, Rossellini. Proprio quello tanto bistrattato qui da noi dell’epoca di Viaggio in Italia, Amore, Stromboli, Europa ‘51, ecc.

Potrà sembrare strano che una ‘nuova’ rivista possa citare Roberto Rossellini come ‘spiritual guidance’, in un’epoca in cui al passato sembrano guardare solo vecchi nostalgici. Ora, a parte il fatto che le parole ‘vecchio’ e ‘nostalgico’ non sono necessariamente legate a concetti negativi (‘vecchio’ è Youssef Chahine, 72 anni? allora che meravigliosa la vita nella vecchiaia! e la nostalgia, non sarebbe un ‘nobile sentimento’ di cui liberamente potersi riappropriare?), non è detto che dal passato debbano solo arrivare le rovine dell’umanità. Noi crediamo che esista un cinema, e ci siano dei cineasti, e degli ‘scrittori’ di cinema (come Ungari, Daney, Bazin, e altri) che hanno saputo raccontarci la vita e, soprattutto, che hanno contribuito a renderla migliore. Crediamo ancora, ingenuamente, in un cinema che ‘cambia la vita’? Noi pensiamo ad un cinema che sappia interagire a tal punto con l’esistenza da farsi a sua volta cambiare dalla vita. Cinema interattivo, questo sì. In un abbraccio straordinario tra il cuore, lo sguardo e la pellicola.

In queste pagine parliamo di questo, e di altro. E ci piacerebbe che, leggendole, il vostro sguardo e la vostra mente d’improvviso possano abbandonarsi ai film che vi hanno cambiato, quelli che vi hanno reso migliori. Noi, personalmente, pensiamo che in Italia colui che riusciva davvero a renderci tutti migliori, a fare un cinema di cuore e di sguardo, a farci ridere, piangere, emozionare e rimettere in discussione, purtroppo non c’è più: e se è da nostalgici rimpiangere il cinema di Massimo Troisi, allora siamo davvero ben felici di esserlo.

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