La pitturessa, di Fabiana Sargentini

Un doc fatto di quotidiana vita vissuta, di frammenti di conversazioni, di piccole banalità, di ricordi che parlano di un pezzo della cultura del Paese attraverso gli occhi narranti dell’artista.

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Anna Paparatti, calabrese trasferitasi in gioventù a Roma, è una pittrice che ha radicato la propria arte nel clima delle avanguardie artistiche romane e più generalmente in quell’humus culturale che dagli Stati Uniti all’Europa ha attraversato i decenni tra i ’60 e i ’70 dello scorso secolo, seguendo quelle che allora erano le nuove frontiere di un pensiero orientale che affascinava gli artisti, dai Beatles alla pittrice protagonista del film.
Oggi Anna è una singolare signora tranquilla e appagata e ricca di ricordi, che vive nella sua casa stracolma di oggetti, tasselli di una vita fatta di viaggi e arte, conoscenze e legami. La figlia Fabiana Sargentini dirige La pitturessa conferendo al film una intimità non conclusa, non esclusiva, un’opera a suo modo aperta come aperta vuole essere la vita del suo soggetto di indagine. D’altra parte è l’arte stessa che si sviluppa nell’intimità e Anna ne parla raccontando quando, ancora bambina, si chiudeva nella stanza per dipingere allontanandosi dal clima familiare.
L’occasione è quella opportuna per raccontare il passato e restituire gli ambienti della Roma artistica degli anni dell’arte trasgressiva, che, come nel caso della Paparatti, si nutriva proprio di quelle suggestioni geometriche dell’arte indiana legate ad un buddismo partecipato dall’artista anche durante questi anni della piena maturità. Nelle immagini sfilano dunque le fotografie, i viaggi, i dipinti che hanno costituito scenografie per sfilate di moda o quali arredi scenografici per un film di Luciano Salce, Ti ho sposato per allegria con Monica Vitti e Giorgio Albertazzi. Una Roma, quella che ci ricorda La pitturessa, fatta di intellettuali e di circoli di artisti che gravitavano attorno alla galleria d’arte “L’attico” ideata e diretta dal compagno dell’artista Fabio Sargentini, padre della stessa regista.

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È ancora una volta il cinema, anche questo piccolo cinema fatto per buona parte di quotidiana vita vissuta, di frammenti di conversazioni, di piccole banalità come accade a tutti, di pensieri, che sa mostrare un pezzo della cultura del nostro Paese attraverso gli occhi narranti dell’artista. Un racconto in forma d’appunti, disorganico nella sua concezione, ma fatto da una figlia complice delle stravaganze artistiche della madre alla quale a volte oppone una sincera e fattiva razionalità, come nella divertente sequenza dell’acquisto dei pennarelli colorati. È in questa visione intima che a Sargentini piace riprendere la madre in questo quaderno d’appunti variopinto e personale, in una visione ludica della vita filtrata dall’arte e dalla condivisione familiare. Ma La pitturessa serve soprattutto alla stessa sua autrice per conoscere meglio la madre e la fiamma artistica che la ha accompagnata fin da ragazza e che ancora oggi, ad 87 anni, non si è spenta. Per completare e dare oggettività a questa ricerca, che altrimenti resterebbe irretita dentro i rapporti madre-figlia, l’autrice chiama a sé in questo percorso ricostruttivo della madre artista, altri artisti, amici, critici e persone che l’hanno conosciuta, uomini e donne d’arte, quell’arte che ha dominato la vita della madre, oggi splendida ultraottantenne con molte cose ancora da dovere raccontare.

 

Regia: Fabiana Sargentini
Con: Anna Paparatti, Fabiana Sargentini, Piero Pizzi Cannella, Maria Grazia Chiuri, Giancarlo Limoni, Luca Padroni, Flaviano Padroni Sargentini, Elena Del Drago, Gianluca Marziani, Massimiliano Polichetti, Lia Morandini, Daniele Petruccioli, Raja El Fani, Lucia Mazzola, Simona Guarino, Mariano Felisio, Andreina Noce
Distribuzione: Lo Scrittorio
Durata: 80′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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Il voto dei lettori
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