Leo, di David Wachtenheim, Robert Marianetti, Robert Smigel

Attraverso una costruzione semplice e lineare, sembra suggerirci che una vera realizzazione personale non si raggiunge attraverso l’autoreferenzialità ma attraverso un costante confronto con l’altro

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La lucertola Leo è bloccata nella stessa scuola della Florida da decenni. Condivide con la tartaruga Squirtle un piccolo terrario, dalle cui pareti in plexiglas trasparente osserva anno dopo anno, gli studenti di quinta elementare.

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Gli anni passano. Generazioni di piccoli alunni si succedono mentre Leo e Squirtle rimangono al loro posto, spartendo con gli studenti la quotidiana dose di noia. Ma quando la lucertola scopre che gli resta un solo anno di vita, progetta di fuggire verso la libertà mai sperimentata veramente. Solo l’inaspettata nomina di una perfida supplente potrà fargli cambiare idea.

David Wachtenheim, Robert Marianetti, Robert Smigel, supportati produttivamente da Adam Sandler (che presta anche la sua voce al protagonista), realizzano un film d’animazione quasi in stile Pixar. Il tema portante del racconto è quello di sfatare il mito dell’infanzia come periodo idilliaco nella vita di una persona. Al contrario, l’infanzia è vista come un momento di crescita, di formazione e, conseguentemente, di dubbi e perplessità verso il futuro. Il lucertolone protagonista (che nella versione italiana è doppiato da Edoardo Leo) si pone nei loro confronti dei giovanissimi con la giusta dose di sensibilità ed empatia, li sa ascoltare e, senza essere giudicante, li aiuta a superare le proprie paure. In questo senso, è un personaggio alieno alle figure genitoriali del film, rappresentate come figure fondamentalmente superficiali, incapaci di interpretare i problemi e i bisogni dei propri figli.

La tensione affettiva che si crea, minuto dopo minuto, tra Leo e i suoi nuovi piccoli amici raggiunge l’acme assoluto in alcuni siparietti musical, dove il velo di paure e la maschera che spesso i bambini in fase di crescita adottano per mascherare le proprie insicurezze lascia spazio alle loro emozioni più autentiche. Attraverso una costruzione semplice e lineare, al limite della banalità, il trio alla regia costruisce un’opera godibile trasversalmente, da grandi e piccini, giocando con il formato dell’animazione in chiave formativa, quasi psicanalitica. Al tema della crescita si lega, quasi indissolubilmente quello della libertà. Che cosa rende la vita realmente degna di essere vissuta? Leo la lucertola, personaggio fortemente antropomorfizzato, è diviso tra lo spirito d’avventura e il senso di appartenenza verso una comunità per la quale rinvia costantemente la sua partenza. Tra mille imprevisti e inseguimenti rocamboleschi, i registi sembrano suggerirci che una vera realizzazione personale non si raggiunge attraverso l’autoreferenzialità ma attraverso un costante e incessante incontro-scontro-confronto con l’altro.

Titolo originale: id.
Regia: David Wachtenheim, Robert Marianetti, Robert Smigel
Voci: Adam Sandler, Cecily Strong, Jason Alexander, Sunny Sandler, Sadie Sandler
Distribuzione: Netflix
Durata: 102′
Origine: USA, Australia 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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