L’età d’oro, di Emanuela Piovano

Un ritratto generazionale in un film che però appare evanescente, caricato di dialoghi forzati dove si perdono gran parte dei conflitti

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Attorno all’arena cinematografica di Arabella c’è tutta una generazione che fa i conti col proprio passato. In un crocevia di ricordi che si incrociano con la condizionio del presente, un gruppo di personaggi ruota attorno alla figura di Arabella, regista, fondatrice del cinema, e anima del paese pugliese in cui vive da anni. Ma suo figlio Sid vive la sua figura in modo diverso. Dopo decenni di incomprensioni e liti, il ragazzo torna alle radici da Torino e si ritrova ad avere a che fare col suo gruppo di amici e con Vera, una ragazza appassionata di cinema che ha stretto con la donna uno stretto legame.

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Il film di Emanuela Piovano, qui al suo sesto lungometraggio, è tratto da L’età d’oro – Il caso Véronique di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri (che hanno collaborato alla sceneggiatura assieme alla regista e Gualtiero Rosella). Dietro alla figura di Arabella, interpretata da Laura Morante, c’è però Annabella Miscuglio, scrittrice e documentarista italiana scomparsa nel 2003 che la Piovano ha conosciuto personalmente.

eugenia costantini l'età d'oroDietro il ritratto cinefilo (i rimandi a L’age d’or, la presenza del critico Adriano Aprà, il manifesto di una rassegna del cinema tedesco) e nostalgico, L’età d’oro però appare un film evanescente in cui non si avverte degnamente il confronto con la propria generazione. Laura Morante appare una sorta di incarnazione provvisoria che viene dal passato ma la sua presenza risulta essere troppo ingombrante. E in un film malinconico sul cinema, ci sono dialoghi troppo appesantiti tipo “A volte non si respira neanche all’aperto” o “che differenza c’è tra spiare e fare cinema-verità”. L’età d’oro non si libera dal suo impianto teorico, anzi ne resta intrappolato. E nel ritratto di una generazione si perdono gran parte dei conflitti, mentre il filmare, il cercare l’immagine, è un atto più legato alla vicenda biografica che però nel film appare spesso come forzato. Un cinema troppo incatenato alla propria storia. Dove le immagini del passato restano lì, come libri polverosi mentre potevano liberarsi nell’aria come nello straordinario Nitrato d’argento di Ferreri.

Regia: Emanuela Piovano
Interpreti: Laura Morante, Dil Gabriele Dell’Aiera, Gigio Alberti, Eugenia Costantini, Pietro De Silva, Giulio Scarpati
Distribuzione: Bolero Film
Durata: 94′
Origine: Italia 2015

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