Lo sguardo (s)confinato: il cinema arabo tra le due sponde del mediterraneo

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Visioni d'Altrove nel 2003 ha deciso di concentrarsi su uno dei tanti aspetti del mètissage, quello indicato comunemente come cinema arabo meticcio che abbraccia la produzione di registi di origine araba, indipendentemente dalla generazione di appartenenza, che vivono geograficamente e culturalmente a cavallo tra le due sponde del Mediterraneo.


La rassegna si apre con un cortometraggio esemplificativo di un nuovo modo di concepire il concetto di appartenenza e di esprimere il termine identità. Con un ritmo serrato, divertito, allegro, il giovane regista algerino, naturalizzato parigino, Lyes Salem, coglie in Jean Farés le emozioni, le contraddizioni e le problematiche legate alla vita di una coppia mista (lui algerino e lei francese) che nell'annunciare ai propri genitori la nascita del primogenito si trova davanti al problema più banale e antico del mondo: come comportarsi nella scelta del nome, francese o algerino, africano o europeo? Il dramma domina invece l'affascinante storia di Rallia, in La figlia di  Keltum, diretto dal regista algerino Mehdi Charef. Rallia è una ragazza diciannovenne adottata da una coppia svizzera che decide di ritrovare la propria madre fra le aride montagne algerine, per chiederle per quale motivo molti anni prima decise di abbandonarla lasciandola a dei turisti di passaggio. Un viaggio nella memoria, nel deserto del sud dell‚Algeria, un ritratto e un omaggio al fascino di una terra accecante piena di suggestioni, magia e tradizioni. Un'opera non solo contemplativa, ma pienamente poetica, colorata di vibranti odori e profumi sahariani. 


Sempre all'interno dei nuovi concetti di identità e di appartenenza si muove il film di Yamina Benguigui. In Memorie di immigrati, la regista francese di origini algerine che il 30 ottobre sarà l'ospite d'onore dell'ottava edizione di Visioni d'Altrove – ripercorre l'evoluzione dell'emigrazione maghrebina in Francia attraverso la memoria dei padri, delle madri e dei figli ma anche dei luoghi che hanno accolto e accolgono gli immigrati le vecchie fabbriche in disuso, le baraccopoli, i foyers, le nuove e altrettanto alienanti banlieues.


Ma la rassegna Visioni d'Altrove ci mostrerà in anteprima assoluta anche l'ultimo lavoro cinematografico del tunisino Manhoud Ben Mahnoud, autore de Le sieste del melograno, un delicato racconto di un ritorno in terra natia, il Marocco in questo caso, dopo anni di forzato esilio. Sempre di un ritorno in patria ci parla Algeria, la vita comunque diretto dalla regista e intellettuale algerina Djamila Sahraqui ˆ un documento incentrato sui giovani algerini, con l'obiettivo di cogliere, attraverso i loro luoghi di aggregazione, i desideri, le speranze, la vitalità delle giovani generazioni.


Dei registi egiziani Yousri Nasrallah e Kahled El-Hagar si vedranno rispettivamente lo splendido La città – storia intima e personale che racconta del giovane Alì che dal Cairo si sposta a Parigi nella speranza di sfondare come boxer ma sarà costretto a fare i conti con la brutalità che ogni paese riserva agli immigrati – e la nota e divertentissima commedia Room To Rent (Stanza in affitto) interpretata dall'attrice americana Juliette Lewis e ambientata in una Londra arabeggiante e inedita, metropoli moderna dove si arrabatta un egiziano emigrato il cui sogno è diventare sceneggiatore.


Infine, Visioni d'Altrove ci mostrerà anche i film La sposa polacca del regista algerino Karim Traïda –  in cui l'autore tesse con grande delicatezza un dramma psicologico incentrato sulla nascita di un rapporto d'amore tenero e profondo tra due individui sradicati, fuori posto, lei è polacca e lui olandese  e Nella casa di mio padre  in cui la regista marocchina Fatima Jebli Ouazzani indaga l'universo contraddittorio di alcune giovani marocchine, nate e cresciute in Europa, che apparentemente emancipate, ritornato nel paese d‚origine dei genitori per consegnarsi, vergini, ad un matrimonio celebrato secondo la più stretta tradizione.


 


 


Info:


Centro Espressioni Cinematografiche


Via Villalta 24


33100 Udine


tel. 0432/299545 fax. 0432/229815


 

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