#RomaFF10 – Mustang, incontro con la regista Deniz Gamze Ergüven

Si è tenuto oggi l’incontro con l’esordiente regista che alla sua opera prima è riuscita ad attirare l’attenzione della critica internazionale. Il film uscirà in Italia dal 29 ottobre con Lucky Red.

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Si è tenuta stamattina alla Festa del Cinema di Roma la prima proiezione del film turco Mustang, diretto dall’esordiente Deniz Gamze Ergüven. Elogiato dalla critica internazionale, Mustang fa parte della sezione Alice nella Città. L’opera prima della Ergüven, che uscirà in Italia il 29 ottobre distribuito dalla Lucky Red, affronta e racconta il ruolo della donna nella società turca, divisa tra libertà e costrizione. Protagoniste sono cinque sorelle di un paesino rurale vicino Ankara, che cercheranno di sottrarsi al destino che la nonna e lo zio, ma in generale la sorte, hanno in serbo per loro: un matrimonio con giovani sconosciuti, il ché vuol dire perdita della libertà e del controllo della propria vita.

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Dopo la proiezione, c’è stato l’incontro con la regista, che ha voluto innanzitutto spendere qualche parola sull’attentato accaduto ad Ankara qualche giorno fa.

Purtroppo al momento la situazione in Turchia non è semplice. Sembra che ci siano due movimenti opposti, che fanno fatica a vivere insieme. L’attentato della settimana scorsa è stato il peggiore mai accaduto e mi è difficile parlare di un film in questo contesto. Ma è giusto così, questi argomenti vanno trattati, soprattutto cinematograficamente.

 

Quanto è forte il dibattito pubblico sulla condizione femminile nel suo paese?

Attualmente si parla molto del ruolo della donna nella società, un fenomeno cresciuto dopo l’elezione del partito di Erdogan nel 2002. Se ne parla molto, basta entrare in un ristorante, in un bar. Ne parlano le radio, le tv, su cosa le donne fanno e dovrebbero fare nella società. E spesso si parla di regole molto severe nei loro confronti.

mustang 2

Che rapporto c’è tra il suo film e la realtà riguardo la ribellione e la rassegnazione nelle giovani donne?

Nella realtà succedono cose ancora peggiori, ma mai senza lottare o fare resistenza. Io volevo rappresentare un personaggio a cinque teste, una sorta di Idra, ed ogni volta che un personaggio esce dalla storia, è come se la stessa Idra avesse perso un braccio o una gamba. Questo personaggio a cinque teste perde qualcosa, ma non si arrende e cerca una sua nuova collocazione.

 

Il suo film può essere paragonato a un prison movie, ed esprime una forza ed un’energia dirompente.

La forza sta nella storia, nel copione. E quest’energia che si esprime è proprio il centro, il cuore di questo film. Ho cercato di trasmettere alle attrici lo stesso slancio e lo stesso spirito che avevo io, ma il testo era ben costruito e questo ci ha aiutato molto. Un regista dovrebbe sempre spingere gli attori a dare il meglio, senza però prevalere su di loro. Comunque le intenzioni e gli obiettivi erano chiari già in partenza: il film voleva e vuole esprimere una sete di vita.

 

Lei è turca, ma è cresciuta cinematograficamente in Francia, che l’ha premiata scegliendola come candidata principale per l’Oscar.

In realtà, la cinematografia francese ha sempre stretto collaborazioni con autori stranieri. La Francia, e in particolar modo Parigi, sono molto dediti al cinema, che è un pezzo fondamentale della cultura francese. Io sono stata ‘abbracciata’ molto presto dalla Francia, già dal mio primo cortometraggio, quindi non è stato così sorprendente venire a conoscenza di questa scelta. Oltretutto, già a Cannes e con l’uscita di Mustang nelle sale francesi, ho notato un fortissimo senso di appartenenza nei confronti dei temi toccati dal mio film. Temi come libertà, uguaglianza, la condizione della donna, l’istruzione sono fondamentali nella società francese.

 

 

 

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