The Greatest Showman, di Michael Gracey

Il film non ha la pretesa di essere un biopic, ma unicamente di fare spettacolo trasponendo in musical la storia dell’uomo che ha inventato lo show business, e coglie in pieno l’obiettivo

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Il superpotere di Phineas Taylor Barnum è la sua immaginazione, ed è solo grazie alla sua straordinaria capacità di plasmare il mondo sulla sua fantasia che è entrato nella storia come il più grande showman di tutti i tempi. Nato sotto una cattiva stella e costretto a lavorare sin da piccolo come sarto al fianco del padre, Barnum (Hugh Jackman) non ha mai considerato la mancanza di denaro come un ostacolo, al contrario come lo stimolo per creare dal nulla la vita che ha sempre sognato, sul palcoscenico più grande del mondo. Un tendone colmo di spettatori in delirio, una compagnia di teatranti di ogni forma e colore che anima la scena e lui, fiero nel suo cappotto rosso con cilindro e bastone, mentre accompagna la sua famiglia verso un futuro radioso. Questo è il desiderio di Barnum, quello a cui si aggrappa nei momenti più bui, quando non ha abbastanza denaro per mantenere sua moglie Charity (Michelle Williams) e le sue due figlie, quando si indebita fino al collo per realizzare il suo sogno e quando il fuoco lo riduce in cenere.

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THE GREATEST SHOWMANMa nonostante la fortuna non gli sia mai stata amica, Barnum rinasce sempre dalle sue ceneri, riuscendo sempre a vedere oltre lo sguardo della gente comune e a inventare qualcosa di mai tentato. Prima acquista l’American Museum, un’esposizione di stranezze raccolte in giro per il mondo, poi porta la stranezza sul palcoscenico, in carne e ossa. Infatti il suo circo, ribattezzato The Greatest Show on Earth, riunisce un gran numero di freaks accorsi da tutto il paese, tra nani, giganti, donne barbute e ogni sorta di curiosità umane. La sua trovata riscuote un enorme successo e insieme al suo socio Phillip Carlyle (Zac Efron) riesce a trasformare il circo nella più grande attrazione del paese, cambiando completamente la sua vita e quella dei freaks che per la prima volta smettono di nascondersi e si presentano fieri di ciò che sono sotto i riflettori. O almeno questa è la versione della storia narrata da Michael Gracey, che presenta P.T. Barnum come un visionario filantropo, invece che come uno speculatore della deformità con una carriera costellata da polemiche e accuse di mistificazione. The Greatest Showman dopotutto non ha la pretesa di essere un biopic, ma unicamente di fare spettacolo trasponendo in musical la storia dell’uomo che ha inventato lo show business, e coglie in pieno l’obiettivo. Se poi la versione dei fatti è edulcorata o estremamente romanzata, questo è un dettaglio secondario.

mjf4i450m4aimfi4Così come il circo è per Barnum un ode ai sogni e alla capacità di portare lo straordinario nel mondo ordinario, che sia uno scheletro di balena, una donna barbuta o una canzone che lascia senza fiato, lo stesso vale per Gracey, che in questo musical non cerca l’autenticità dei fatti ma la pura magia. La musica, i colori, e il dinamismo delle coreografie sono quanto più lontano ci possa essere dalla rappresentazione fedele della realtà, ma insieme disegnano un mondo in cui tutto è possibile fino a che si resta in scena, mentre i trapezisti volteggiano come farfalle e i freaks urlano al mondo il loro diritto d’esistere. E lo fanno nel modo più spettacolare possibile, attraverso una colonna sonora degna dei premi oscar Benj Pasek e Justin Paul (La La Land), che sublima le emozioni in musica concentrando il dramma esistenziale dei personaggi in una carrellata di esibizioni in cui corpo, mente e anima danzano in perfetta armonia. Seguendo l’esempio di Barnum, che voleva stupire il mondo con gli effetti speciali dell’umanità, Gracey mira a mettere in piedi il più grande show di tutti i tempi, orchestrando un cast stellare su una scena traboccante di creature straordinarie, dotate di infiniti talenti e incorniciate in una scenografia abbagliante. In questo vince la sua sfida e riesce a portare al cinema uno dei musical più scoppiettanti degli ultimi anni, anche se per farlo tradisce lo scopo biografico dell’opera. L’arte dopo tutto è di gran lunga più entusiasmante della vita, lo sapeva Barnum e lo sa anche Gracey.

Titolo originale: id.
Regia: Michael Gracey
Interpreti: Hugh Jackman, Rebecca Ferguson, Zendaya, Zac Efron, Michelle Williams, Yahya Abdul-Mateen II, Paul Sparks, Diahann Carroll, Fredric Lehne, Tina Benko, Doris McCarthy
Origine: USA, 2017
Distribuzione: Fox
Durata: 105′

 

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