Un sapore di ruggine e ossa, di Jacques Audiard
Dall´omonima raccolta di racconti di Craig Davidson, un cinema che sembra di vederlo in uno stato di continua immersione. Strepitosa Marion Cotillard ma ottimo anche Matthias Schoenaerts
Condannati alla staticità, le figure del cinema di Audiard aspirano al movimento, cambiano in continuazione. Le loro mutazioni sono determinate dalle loro azioni e/o incontri. Lui, Ali, ha un figlio di 5 anni. Senza soldi e fissa dimora va dalla sorella ad Antibes. Lei, Stephanie, è istruttrice di orche. Si incontrano una sera in discoteca dopo una rissa dove lui fa il buttafuori. Dopo averla accompagnata a casa, si separano. Ma dopo un evento tragico tornano a riunirsi. La luce dal buio. Al di sopra delle profondità che diventano sinonimo di provvisoria salvezza. Qui gli sguardi catturano dettagli come accumuli e determinano il passaggio dalla felicità alla tristezza, dalla gioia al dolore, dal riscatto all´abbattimento. Marion Cotillard produce tutta una densità di emozioni incontrollabili. Si avvertono, si sentono tutti addosso in un cinema che tocca prima la pelle, dove l´inquadratura è subito scontro, collisione e i combattimenti di Ali mettono a fuoco una fisicità dove il contatto (la rissa, il sesso), ma anche il sangue, il sudore, producono un´energia devastante.
Un sapore di ruggine e ossa sembra di vederlo come continuamente immersi. Sotto l´acqua, al di là della vita. Da qui gesti falliti (il ritardo con cui Ali va a prendere il figlio a scuola), ma soprattutto fiammanti ritorni dall´inferno: Stephanie sulla terrazza che, sullo sfondo della stessa canzone, riprende i movimenti che faceva durante lo spettacolo con le orche è da brividi così come il contatto con l´animale attraverso il vetro. Ma la Cotillard diventa anche corpo unico con l´ottimo Matthias Schoenaerts. Lui con lei sulle spalle, in mare quando ricomincia a nuotare. Come Lioret in Tutti i nostri desideri. Reimpossessarsi, riappropriarsi del tempo che resta o che ricomincia. Dove il melodramma va a fuoco con la sporcizia della terra, della legna che brucia, dove una delle frasi del primo incontro “Ti sei vestita come una puttana” è già uno squarcio di disperato romanticismo. Un cinema che, potrebbe allinearsi al Tavernier più istintivo ma poi lo oltrepassa e quasi lo duplica.
Titolo originale: De rouille et d’os
Regia: Jacques Audiard
Interpreti: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Venture, Céline Sallette
Distribuzione: BIM
Durata: 120′
Origine: Francia/Belgio 2012
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani