Under the Skin, di Jonathan Glazer
Film disturbante non tanto (o non solo) per la cupa visione sul mondo che ne deriva, quanto per la messa in crisi di un intero statuto dell’immagine e del linguaggio filmico. Il set e il corpo della Joahnsson sprofondano in un oscurità senza fine, che è forse l’ultimo punto di fuga possibile per un rinnovato approdo alla luce bianca del cielo
Non sembra esserci speranza alcuna nel terzo film dell’inglese Jonathan Glazer (fischiatissimo in sala) tratto dall’omonimo libro dell’olandese Michel Faber. Il regista di Birth Io sono Sean firma quasi un riadattamento dark al femminile de L’uomo che cadde sulla terra di Nicholas Roeg, ma cupissimo, che fa davvero poco per farsi piacere. Il segreto per una possibile via di fuga risiede probabilmente in un nuovo sentire. Nella formulazione di rinnovati parametri con cui modellare il cinema e i corpi che ne fanno parte. Il glaciale alieno di Scarlett Joahnsson prende vita dal nero pece di uno sfondo dagli illimitati punti di fuga. Dall’assenza di suoni a improvvise vibrazioni, punti luminosi, fasci di luce generano una retina. Nasce l’apprendimento con una voce che sillaba parole per un nuova forma di comunicazione: feel, fear, film, cell.
L’alba dell’alieno per Jonathan Glazer coincide con un ri-nascita del cinema. Tanta roba. Forse troppa. Di certo Under the Skin disturba e mette a disagio non tanto (o non solo) per la visione del mondo che ne deriva, dove morte e sopraffazione paiono come eventi ineluttabili a prescindere dalla presenza o meno di questi extraterrestri venuti sulla terra, quanto per la messa in crisi di un intero statuto dell’immagine e del linguaggio filmico. Glazer riformula in parte tematiche già affrontate dall’Andrew Niccol di The Host per alimentarle con una visionarietà disturbante, monocromatica, a metà strada tra realismo e video arte. Realizza più un horror che un film di fantascienza, con la suspense dettata soprattutto dalla fragilità delle cellule (prima umane, poi extraterrestri) a contatto con l’altro. La sconfitta dell’esistere è dettata dall’ineluttabile vulnerabilità dell’incontro tra noi e loro.
Titolo originale: Id.
Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Scarlett Johansson, Paul Brannigan, Scott Dymond, Oscar Mills, Jeremy McWilliams
Origine: Gran Bretagna, 2014
Distribuzione: Bim
Durata: 107′