"Un'estate ai Caraibi", di Carlo Vanzina
Rispetto al film precedente, quest’altra escursione balneare risulta sicuramente garbata e diretta con il consueto professionismo ma alla fine molto meno potente forse anche a causa dei nuovi innesti nel team Vanzina. Ed è così che episodi riusciti si alternano ad altri più blandi, momenti di appassionata citazione cinefila a situazioni che stavolta sembrano chiudersi in maniera troppo sbrigativa
Tutti diretti verso un unico luogo/set, l’isola di Antigua nei Caraibi. Come i “Natali a…” di Neri Parenti-Aurelio De Laurentiis. Ed anche con la stessa struttura con le vicende dei diversi episodi che si intrecciano all’interno della narrazione, diversamente dal folgorante Un’estate al mare dove la voce del narratore Gigi Proietti introduceva alle diverse storie che erano ambientate in differenti luoghi di villeggiatura. Con il film precedente, Sapore di mare e il finale di Vacanze di Natale il cinema dei Vanzina sceglie un’ambientazione estiva sulla falsariga di certa commedia all’italiana (es: L’ombrellone di Dino Risi, Souvenir d’Italie di Antonio Pietrangeli, Brevi amori a Palma di Majorca di Giorgio Bianchi, Costa Azzurra di Vittorio Sala), affidandosi ormai a una squadra ormai collaudata. Da Un’estate al mare arrivano, oltre a Proietti, anche Enrico Brignano, Biagio Izzo e Alena Seredova. Del loro team ci sono però anche Maurizio Mattioli e Carlo Buccirosso.
La vcenda è popolata da diversi personaggi: un bancario meridionale trasferitosi a Pavia che crede di avere un male incurabile per uno sbaglio dell’amico medico; un dentista napoletano che cerca di fuggire con l’amante dalle grinfie della moglie gelosa; un ricco e rozzo palazzinaro romano che tratta il suo autista come il proprio schiavo personale; un deejay livornese reso a cui viene sottratta la fidanzata dall’amico e collega; un romano oberato dai debiti che è scappato dall’Italia e vive ad Antigua e organizza delle truffe ai turisti di passaggio con un complice, un orfano di colore con il quale l’uomo condivide una casetta in un quartiere di poveracci.
Un’estate ai Caraibi parte quindi con la caratterizzazione tipica della commedia dialettale regionalistica per poi comporsi con squarci del cinema più sentimentale (la possibile partenza del bambino con la famiglia adottiva nell’episodio di Proietti), del teenager-movie statunitense alla John Hughes (i due livornesi in vacanza dove uno cerca di far ingelosire la sua ex-fidanzata), la commedia degli equivoci (Izzo che cerca di fuggire dalla sorella della moglie e dal marito in compagnia dell’amante).
Rispetto a Un’estate al mare, quest’ultimo film appare però molto meno efficace. C’è sempre una sincera passione cinefila, una capacità di lasciar scatenare gli attori per portarli a un punto-limite. Ma si rintraccia solo in parte quell’esplosività crescente presente solo nei due episodi migliori, quello davvero cinico con Brignano e Mattioli (il momento in cui il palazzinaro si fa allacciare la scarpe dal suo autista è degno di quegli scatti di cattiveria di Pietrangeli) o con Proietti e il bambino, omaggio a Chaplin di Il monello con dentro quella tristezza dello straordinario episodio di Il giovedì con Enzo Salvi presente nella pellicola precedente. Per il resto qualche lampo forte (il dentista che chiede a Berlusconi di dare Ronaldinho al Napoli mentre
Regia: Carlo Vanzina
Interpreti: Gigi Proietti, Carlo Buccirosso, Enrico Brignano, Biagio Izzo, Enrico Bertolino, Martina Stella, Alena Seredova, Paolo Ruffini, Paolo Conticini, Jayde Nicole, Maurizio Mattioli
Origine: Italia, 2009