(unknown pleasures) Bernie, di Richard Linklater
Omaggio delirante del texano Linklater alla propria terra, dove il protagonista assoluto non è un inedito Jack Black ma l’intera sonnacchiosa cittadina di Carthage, spettatrice incredula e attiva dell’assurdo omicidio di Marjorie Nugent. Attraverso interviste e piccoli cammei, raccontano la loro versione di questa vicenda, mutuando i tristi ma banali fatti reali in una grottesca tragicommedia.
Bernie sembrerebbe rispondere a tutte le caratteristiche per essere considerato “un brav’uomo” se non fosse per un solo, piccolo neo: la condanna al carcere a vita per omicidio. Il signor Tiede, infatti, nel 1998 arrivò alla ribalta nazionale per aver ucciso a fucilate la sua anziana amante e averne occultato il corpo in un freezer per nove mesi. Questo fatto, degno della peggior cronaca nera (in Italia farebbe la gioia di molta televisione commerciale), è stato lo spunto per il texano Richard Linklater di raccontare lo spirito della propria terra natia. Nonostante le apparenze, in Bernie il protagonista assoluto non è un inedito Jack Black, per l’occasione spogliato da tutta la sua esplosiva forza comica, ma l’intera sonnacchiosa cittadina di Carthage, spettatrice incredula e attiva dell’assurdo omicidio di Marjorie Nugent. Sono proprio i concittadini di Bernie, attraverso interviste e piccoli cammei, a raccontare la loro versione di questa vicenda, mutuando i tristi ma banali fatti reali in una grottesca tragicommedia. E’ esilarante vedere come tutti, ancora incantati dalla generosità spassionata del loro amico (che usò i soldi della sua defunta amante per aiutare tanti bisognosi), racconti la storia del dolce e gentile carnefice e della sua crudele e petulante vittima (“in città molti gli avrebbero sparato anche per 5 dollari”). Bernie, proprio nel momento in cui diventa un assassino, smette di essere il buon becchino ben voluto da tutti e si trasforma in martire, un angelo serafico che accetta l’odio inquisitorio del rozzo e ambizioso procuratore Danny “Dollaro” Buck (interpretato da un Matthew McConaughey ancora una volta in stato di grazia) circondato dall’amore incondizionato dei propri fratelli.
Linklater, divertendosi a contaminare finzione a realtà, più che la rappresentazione del classico giallo di provincia, desidera mostrare una foto particolare del cuore più puro del Sud americano, un non-luogo dove si lasciano ancora raffreddare le torte sui davanzali e basta essere nel coro della chiesa per essere un bravo cristiano, degno della più solida fiducia. Non è un caso che, in questa delirante immagine consapevolmente favolistica della propria terra, Linklater abbia voluto coinvolgere anche amici di sempre come la famiglia McConaughey (oltre a Matthew anche l’apparizione esplosiva di sua madre Kay). Un omaggio sui generis da chi il Texas lo conosce sin troppo bene.