American Fiction, di Cord Jefferson

Una commedia sugli stereotipi culturali e sociali applicati agli afroamericani con un grande Jeffrey Wright. In qualche modo, da custodire. Cinque nomination agli Oscar. Prime Video.

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Quando lo scrittore e professore universitario Thelonious “Monk” Ellison scopre che in una libreria i suoi testi sono archiviati nel settore degli autori afroamericani, decide istintivamente di prenderli in blocco e spostarli in un altro reparto. Del resto qualche minuto prima al telefono con il suo agente, dopo aver appreso dell’ennesimo rifiuto di una casa editrice al suo ultimo libro – una rielaborazione afroamericana de I Persiani di Eschilo – afferma di non voler scrivere un libro più black e di non credere nelle razze. E infatti è un professore sui generis Thelonious, soprattutto rispetto ai canoni “politicamente corretti” di questi anni: nel prologo entra in conflitto con una studentessa indignata di fronte al titolo “The Artificial Nigger” scritto a lezione su una lavagna e quando l’università gli propone di “prendersi una pausa” torna a Boston a fare i conti con la sua famiglia problematica (sorella, madre malata di Alzheimer e un fratello gay). Poi una notte, preso dall’esasperazione e dal cazzeggio, scrive sotto pseudonimo una finta autobiografia ambientata nel ghetto, cruda e “realistica”. È tutto ciò che non ama e che non vorrebbe mai scrivere, o essere. E ovviamente il libro diventa un best-seller.

Alla sua opera prima, Cord Jefferson scrive e dirige una satira sullo status dell’intellettuale afroamericano e sui suoi stereotipi culturali e sociali, ma anche una riflessione sull’autofiction del mondo letterario/cinematografico (un po’ alla Charlie Kaufman) e, immancabilmente, sulla famiglie e i suoi dolorosi retaggi (un po’ alla Wes Anderson). Troppe cose insieme, con il rischio di non trovare mai un vero e proprio centro emotivo? C’è lo straordinario Jeffrey Wright innanzitutto. Che in una sorta di lontano rispecchiamento con il Paul Giamatti di The Holdoverscuriosamente, ma neanche troppo, sia i due film sia i due attori protagonisti si contenderanno l’Academy Award ingaggia una personale sfida recitativa in bilico tra la sottrazione dell’intellettuale infelice e la nevrotica esaltazione del maschio afroamericano. Un trasformismo perfettamente scisso, sempre a metà strada e allo stesso tempo sempre incompleto, che rispecchia la crisi d’identità del protagonista e, forse, di una generazione di scrittori e autori neri. Poi c’è il “discorso” divertito ma ambizioso di Cord Jefferson sui tempi che corrono – lui, già sovversivo co-autore, insieme a Damon Lindelof, della distopica trasposizione seriale della graphic novel Watchmen. E infatti American Fiction tra echi umanisti  che sembrano guardare al cinema di Lawrence Kasdan e tre, quattro divertissment meta-letterari, trova sempre un suo punto di equilibrio “sentimentale” e doloroso in quanto film sulla ricerca di un’“identità”. 

Per questo American Fiction, dietro i suoi slogan intelligenti quanto programmatici, si porta dietro una strana malinconia crepuscolare. Una sensazione di occasioni perdute e di incompletezza che si materializza nella fragilità del protagonista e più in generale nella sua progressiva assenza di certezze nella vita come nell’arte creativa. Come se fossimo ancora una volta piombati – noi come il protagonista – in balia degli eventi (la malattia, la morte, l’incapacità di stare con gli altri) e delle idee (conta accontentare il mercato o la propria visione del mondo? e in quest’ultimo caso di quale mondo autoriale si parla? Quello dell’accademismo o delle proprie esperienze personali). Sotto le spoglie di una commedia dal ritmo brillante, American Fiction si aggrappa a un termometro interiore a suo modo febbrile e sospeso. Da custodire a modo nostro.

Titolo originale: id.
Regia: Cord Jefferson
Interpreti: Jeffrey Wright, Tracee Ellis Ross, Erika Alexander, Issa Rae, Sterling K. Brown, Adam Brody, Leslie Uggams, Myra Lucretia Taylor, John Ortiz, Keith David
Distribuzione: Prime Video
Durata: 117′
Origine: USA 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
3.81 (16 voti)

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