Cannes 77 – L’Amour ouf: incontro con Gilles Lellouche e il cast

In concorso al 77° Festival di Cannes, il regista, insieme agli attori e agli sceneggiatori, ha parlato del suo nuovo lungometraggio, il quarto dietro la macchina da presa. Con Adèle Exarchopoulos

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Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di L’Amour ouf, film di Gilles Lellouche in concorso alla 77ª edizione del Festival di Cannes. Oltre al regista, erano presenti all’incontro anche gli attori Adèle Exarchopoulos, François Civil, Malik Frikah e Mallory Wanecque, nonché i co-sceneggiatori Ahmed Hamidi e Audrey Diwan.

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Proprio questi ultimi sono stati da subito interpellati a proposito del lavoro svolto per adattare Jackie Loves Johnser OK?, romanzo da cui è tratto il lungometraggio, alla visione di Lellouche: “Lui ha una visione estremamente chiara. Per noi era come il capitano di una barca, volevamo seguirlo ed invertire insieme certi codici con cui siamo cresciuti, stereotipi come l’uomo duro o la casalinga. Abbiamo quindi lavorato attraverso il cinema per destrutturare queste figure” ha affermato Diwan, con Hamidi che ha successivamente aggiunto “Avevamo già collaborato per 7 uomini a mollo. Lavorare con lui porta tanta felicità e non è scontato lavorare con felicità”.

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Molta curiosità hanno destato le interpretazioni dei protagonisti, con due coppie di attori che hanno recitato nei panni dei due personaggi principali (Frikah e Wanecque da adolescenti, Civil e Exarchopoulos da adulti). “Personalmente ero impressionato dal lavoro svolto da Malik, al punto che non credevo che sarei riuscito a replicarne la performance. Per fortuna l’ellissi di 10 anni tra le due parti del racconto rende credibile qualsiasi cosa” ha scherzato François Civil “Per prepararci abbiamo passato una settimana tutt’e quattro insieme a Marsiglia, è stato importante conoscerci approfonditamente. Sul set poi io e Adèle abbiamo visto ciò che era già stato girato e questo mi ha aiutato a dare il meglio: dovevo solo prendere in mano la fiamma che aveva già acceso qualcun altro sul personaggio”.

Quando è giunto il turno del regista e co-sceneggiatore Gilles Lellouche, questi ha raccontato la lunga gestazione di L’amour ouf: “Sono stato fortunato a lavorare con produttori che si fidavano molto di me. Hanno acquistato i diritti del romanzo oltre 17 anni fa e hanno aspettato con pazienza il momento giusto. Io sono molto lento in fase di scrittura, perché penso e ripenso spesso alle mie idee, cambiandole facilmente, quindi sono stato felice di aver collaborato con altri due sceneggiatori, anche se forse non sono meglio di me, avendo impiegato anche con loro 5 anni per arrivare alla stesura definitiva.”

A proposito della scelta di raccontare una relazione ha aggiunto: “Volevo portare al cinema una relazione il cui romanticismo fosse in contraddizione con i caratteri dei personaggi. Jackie ad esempio è violento e fa delle scelte sbagliate, cosa che lo spinge in seguito a cercare una sorta di rivalsa sociale. Lui non è bravo ad esprimersi, non ha un gran vocabolario ed è molto taciturno. Per me L’amour ouf diventa quindi la perfetta trasposizione dell’idea che non si può amare senza riuscire a comunicare ciò che il cuore sta provando.”

Giunto al suo quarto film dietro la macchina da presa, Lellouche ha concluso spiegando: “Più invecchio, più mi piace dirigere, soprattutto per una questione di responsabilità. Se da regista fai un film che non funziona, è a causa di scelte che hai fatto tu in prima persona, non qualcun altro.”

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