Cannes 77 – Parthenope: Incontro con Paolo Sorrentino e il cast

Il regista napoletano e il cast tra cui Gary Oldman hanno presentato alla stampa di Cannes Parthenope, un film “dallo sguardo antropologico che pone al centro la donna e la città di Napoli”

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Questa mattina la stampa presente all’incontro in occasione della 77esima edizione del Festival di Cannes ha accolto il regista Paolo Sorrentino per discutere del suo nuovo film Parthenope. Sul palco anche la direttrice della fotografia Daria D’Antonio e il cast di attori.

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Parthenope affronta un duplice mistero: la donna e la città di Napoli. Qui Sorrentino parla di una giovinezza sognata e dell’innocenza e libertà che ne deriva, come dichiara lui stesso “questo film è per me una celebrazione del viaggio della mia vita“.
Ma chi è Parthenope? Sorrentino afferma che oltre all’elemento del mistero, al centro di tutto vi è la donna che è mostrata nella seconda parte del film come un essere vivente non giudicante. È libera e spontanea proprio come Napoli. Parthenope diviene, dunque, il riflesso della metropoli tanto cara al regista. “Napoli per tutti i napoletani è un luogo di vacanza e spensieratezza, ma quando poi si diventa adulti cambia tutto. Ed ecco che la città può diventare sia un mezzo di fuga che avvicinamento costante. Io stesso ci ritorno spesso.”

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E’ anche un film che narra di bellezza: Parthenope (interpretata da Celeste Dalla Porta) è una ragazza che sembra ricordare una dea mitologica che esce dal mare. L’esordiente attrice dichiara: “C’è una forte connessione tra me e questo film. Anch’io ho avuto i miei momenti di giovinezza, dopo il film invece è come se avessi dovuto lasciare la parte fanciullesca ed entrare ufficialmente nel mondo del lavoro”. Prende poi parola l’attore britannico Gary Oldman, il quale parla della dinamica relazionale con la protagonista, “io sono un veterano nel cinema, Celeste è invece alle prime armi e non è facile esporsi così davanti a tutti, io quando non sono soddisfatto di quello che faccio potrei morire. Posso definire la nostra relazione all’interno del film come dinamica e poetica.” L’approccio che l’attrice ha utilizzato per interpretare al meglio il suo personaggio è stato quello di seguire il suo sguardo e di andare oltre l’apparenza, per scavare nelle profondità dell’essere umano. Seguire e inseguire quella libertà è stato per lei bello e profondamente liberatorio.

 

Come mai la scelta dell’antropologia? E poi può dirci di più riguardo al trauma della donna?” – viene chiesto dalla stampa. Il regista ribadisce però che non vi è alcun trauma e nessun tipo di maledizione. Anzi, la ragazza vive una vita ottimale in una città che ha fatto delle libertà le sue prerogative, per portare avanti la battaglia del presente e del domani. Per quanto riguarda, invece, la scelta dell’antropologia non è stato un caso, poiché Sorrentino ribadisce che il mestiere dell’antropologo così come quello del regista ha a che fare con la ricerca dello sguardo, e proprio per questo ha sentito molta affinità con quel mestiere.
Conclude poi la conferenza la direttrice della fotografia Daria D’Antonio, affermando che Parthenope è un film che parla della vita di una donna senza uno sguardo maschile e femminile. Non c’è un genere specifico, poiché si tratta semplicemente di uno sguardo umano. “C’è bellezza, mistero e quella libertà continua data dallo scambio con Paolo. Abbiamo voluto ridare lo sguardo di una persona che ha dentro di se esperienza e curiosità, non c’è mai stato un giudizio da parte nostra”. Un film che come lei stessa dichiara è un’opportunità per esplorare quello che il regista non conosce, senza la necessità di arrivare per forza ad avere una risposta.

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