Dakota Johnson pentita di Madame Web

È il film peggio recensito di quest’anno ed è stato un flop totale al botteghino, ma per l’attrice protagonista non è una sorpresa e spiega perché in un’intervista a Bustle

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Dakota Johnson rompe il silenzio sulle critiche spietate rivolte a Madame Web, di cui è protagonista. L’ultimo dei film Marvel è stato un flop solo di critica ma soprattutto al botteghino: ha incassato appena 80 milioni di dollari al box office mondiale, la stessa somma richiesta per la sua produzione. È la cifra più bassa mai incassata da un cinecomic. L’attrice non usa mezzi termini nel commentare l’accaduto durante un’intervista a Bustle, nella quale non si dice sorpresa.

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Sfortunatamente, mi aspettavo che sarebbe andata così.  Non avevo mai fatto una cosa del genere prima e non credo che la rifarò, è un mondo che non mi appartiene. Ma a volte quando accetti un progetto sembra una cosa, poi mentre stai girando diventa tutt’altro e pensi “Aspetta, cosa sto facendo?”. Naturalmente mi da fastidio essere parte di qualcosa che viene fatto a brandelli, ma non posso dire di non capire.

Già dal lancio del trailer di Madame Web, i fan del mondo Spidey hanno fiutato l’arrivo di qualcosa che non aveva le carte in regola per soddisfare le aspettative e per risollevare il mondo dei supereroi che vive un momento di profonda crisi. Le prime immagini sono diventate immediatamente bersaglio di commenti sarcastici e sono state parodiate ancor prima che uscisse il film. E purtroppo le impressioni sono state confermate in sala.

Questo spin-off di Spider-Man appariva confuso già in fase di produzione, vittima di riscritture e rimaneggiamenti. E il fatto che le riprese siano state effettuate nel 2022 e ci siano voluti due anni di montaggio per portare alla luce quello che è stato il film peggio recensito dell’anno, la dice lunga sulla salute dell’universo Marvel.
Affidato alla regia di S. J. Clarkson, che aveva diretto alcune puntate di Succession, Madame Web rivela tutta l’impreparazione della regista al mondo dei supereroi, cadendo anche nella regia delle scene d’azione, essenziale per restituire a questo genere il ritmo di cui ha bisogno.

Il problema principale è stato, secondo Dakota Johnson, la tendenza a sottovalutare il pubblico sempre più presente nel cinema di questa portata ma che sta arrivando a minacciare anche i film di più piccola produzione.

Spesso nel cinema le decisioni vengono prese dai comitati. E l’arte non funziona bene quando è decisa da un comitato. I film devono essere realizzati da un regista e da un team di artisti che lo circondano. Non puoi creare arte basandoti su numeri e algoritmi. Da molto tempo ho la sensazione che il pubblico sia estremamente intelligente e i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo sia. Il pubblico sarà sempre in grado di fiutare le stupidaggini. Ad esempio, se i film cominciassero a essere scritti dall’Intelligenza Artificiale, gli umani col cavolo che vorranno vederli!

Forse, per risollevare in qualche modo il genere, è stata intrapresa la strada del prodotto impacchettato attraverso calcoli matematici. Ma è una strada che poco ha a che fare con il pubblico, che desidera tornare a vedere i suoi supereroi preferiti muoversi in un mondo che possa ancora appassionarlo.

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