Madame Web, di S. J. Carlson

Ha appena i requisiti minimi per resistere due ore. Per quello che è lo stato di salute del MCU, è già una notizia. Ma malgrado Dakota Johnson, il film è una grande delusione.

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The Marvels (2023) è stato il peggiore incasso del MCU ma il suo fallimento ha avuto almeno una conseguenza positiva. Il suo passaggio in sala ha abbassato drasticamente le pretese del pubblico. Così, anche il giudizio sui titoli minori è diventato più indulgente. Madame Web è il quarto spin-off di Spider-Man e intensifica lo sforzo della Sony di sfruttare al massimo i diritti cinematografici della sua star. Il lungometraggio d’esordio di S.J. Carlson è un’ennesima storia di girl empowerment e ha l’indubbia virtù di non prendersi troppo sul serio. Venom (2018) era stato rimproverato per una mancanza di spessore rispetto ai supereroi canonici ma adesso quel limite è una possibile via di salvezza. Inoltre, l’interazione tra la protagonista e le sue giovani comprimarie è credibile e spontanea a sufficienza. Dakota Johnson non detesta le sue donne ragno come Brie Larson odiava le sue sidekicks adolescenti.

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La chiaroveggente che spesso sostiene Spider-Man con le sue profezie sibilline non è un personaggio centrale dei suoi fumetti. La scelta di un’altra figura secondaria dell’epopea del tessiragnatele può trovare spiegazioni diverse. È la prosecuzione della curiosa tendenza della Sony di considerare antieroi poco noti come Morbius (2022) o il prossimo Kraven (2024)? Oppure, la sua prima avventura permette di colmare la lacuna narrativa sulle origini del ragno radioattivo che ha trasformato Peter Parker? L’ambientazione retrodatata e la presenza di Adam Scott nelle vesti di un ignaro zio Ben sembrano convergere su questo punto. Lo spettatore di Madame Web ha la sensazione di assistere alla costruzione di un universo narrativo complesso e ramificato. Ogni nuovo capitolo gli suggerisce una catena di eventi che terminerà con una grande rivelazione. Nessuno si è domandato se ne sente ancora il bisogno, dopo essersi ormai annoiato per quelle di Kevin Feige.

Matt Sazama e Burk Sharpless sono tornati alla sceneggiatura dopo l’esperimento non troppo fortunato sul supervampiro. Il risultato finale ha sicuramente i requisiti minimi richiesti da un film ma non ha abbastanza respiro per porre i pilastri di un nuovo franchise. La Sony dovrà fare molto di più se coltiva ancora l’ambizione di sviluppare titoli di successo all’ombra di Spider-Man. Per cominciare, dovrà trovare storie all’altezza di un casting azzeccato. Tom Hardy ha la presenza scenica per essere un memorabile Venom e Jared Leto è a suo agio nel ruolo tormentato di Morbius. Dakota Johnson ha il carisma sufficiente per calarsi in una parte che richiede simpatia, inconsapevolezza e una certa ambiguità.

La storia la propone come la riluttante protettrice di tre adolescenti braccate da uno spietato uomo ragno che vuole eliminarle. Infatti, il morso di un raro e mitologico aracnide amazzonico ha donato ad entrambi la capacità di avere premonizioni. Il villain ha il sogno ricorrente che saranno le tre ragazze ad ucciderlo e vuole fermare il corso degli eventi. Sidney Sweeney, Celeste O’Connor e Isabela Merced sono assortite in modo da rispettare le quote etniche ma hanno anche un’esperienza nelle serie generazionali che si rivela molto utile. Gli scambi di battute tra di loro sono godibili e quelle con la loro improbabile tutrice giocano bene con lo scarto d’età. Purtroppo, il copione non ha mai il coraggio di approfondire le idee migliori e si appiattisce sulle soluzioni più facili.

La capacità del villain di trovare sempre le fuggiasche potrebbe cercare di imitare lo schema di Terminator (1984). Del resto, anche qui tutti cercano di cambiare il futuro riscrivendo il presente. Il format invece è una action-comedy che finisce per celebrare la sorellanza. Tuttavia, si dimentica di spiegare come faccia la protagonista ad andare in Peru con tutto il NYPD che la sta cercando e a tornare con un taxi rubato la settimana prima. Una concessione alla verosimiglianza eccessiva anche per un film tratto da un comic-book, perché non è sostenuta da un’adeguata tensione emotiva. S. J. Carlson spreca tutte le sue occasioni e arriva allo showdown finale senza un guizzo. Madame Web cerca soprattutto di tirare a campare in un momento difficile per i film del suo genere. Potrebbe evitare il massacro ma la mancanza di coraggio non sarà il modo in cui riuscirà a risollevarlo.

Titolo originale: id.
Regia: S.J. Carlson
Interpreti: Dakota Johnson, Sidney Sweeney, Emma Roberts, Celeste O’ Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Adam Scott, Mike Epps, Zosia Mamet, Kerry Bishé, Kathy-Ann Hart, José Maria Yazpik, Josh Drennen
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 117’
Origine: USA, 2024

 

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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Il voto dei lettori
2 (2 voti)
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