Call My Agent – Italia

La seconda stagione della serie Sky si allontana dal tono drammatico e sferzante che appartiene alla serie francese, e ottiene un buon risultato ma meno tagliente dell’originale.

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Le seconde stagioni delle serie tv sono sempre le più difficili, costrette a rispettare le aspettative create con le prime ma anche a dare qualcosa in più. Con questo intento parte la seconda stagione di Call My Agent – Italia.

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In questo caso la sfida è duplice, perché il confronto non è solo con la prima, ma anche con la fortunata serie originale francese Dix pour cent andata in onda dal 2015.
Parte del lavoro è stato già compiuto con la prima stagione, che si basa sulle solide idee dell’originale ma calate nel contesto del cinema e star italiani. In ogni puntata della serie c’è una storia autoconclusiva ma in più c’è una narrazione che coinvolge i protagonisti per tutta la durata. La carta vincente sono proprio le guest star che, generalmente una per puntata, interpretano sé stesse raccontando una verità interessante quanto scomoda che riguarda il mondo dello spettacolo: sono sempre tutti a un passo da una crisi di nervi a causa del lavoro, anche se nessuno di loro salva delle vite o corre effettivamente dei rischi. E in questi piccoli-enormi drammi trascinano anche i loro agenti, costretti a raccapezzarsi tra mille peripezie per risolvere sempre la situazione.

L’adattamento italiano Call My Agent – Italia segue all’inizio pedissequamente le orme della serie originale, riproponendone non solo la struttura vincente ma, talvolta, anche la trama dei singoli episodi, calandoli nel contesto del cinema e delle star italiane. E così a combattere contro l’età che avanza non è più Cécile de France ma Paola Cortellesi, l’attrice ossessionata dal lavoro Isabelle Huppert da noi diventa Stefano Accorsi. Ma i momenti più brillanti questa stagione li trova quando si distacca dalla trama puntata per puntata della serie francese e crea situazioni aderenti al cinema italiano che raggiungono picchi alti di divertimento. Il pesce d’aprile di Paolo Sorrentino che fa credere a tutti di avere in mente The Lady Pope, versione femminile di The Young Pope con Ivana Spagna dei panni del papa, ne è un esempio perfetto.

La seconda stagione riprende esattamente dove si era conclusa la precedente. Il futuro dell’agenzia CMA è incerto e le vicende personali dei protagonisti continuano a incastrarsi con il loro totalizzante lavoro di agenti. L’ampio respiro che prometteva, pur restando in zona sicura, Call My Agent – Italia 2 finalmente ce l’ha, e lo trova allontanandosi ancora di più dalla serie originale, non solo nella trama ma anche nel tono. Le due scelte che hanno guidato gli autori Lisa Nur Sultan (sceneggiatrice di  Sulla mia pelle), Federico Baccomo e Dario D’Amato sono molto precise: distaccarsi da Dix pour cent e marginalizzare le vicende delle guest star per approfondire le dinamiche relazionali degli agenti, veri protagonisti della serie. Il risultato è una stagione più coraggiosa della prima, in cui si tentano delle riflessioni su quello che, nel dietro le quinte dello show business italiano, risulta scomodo o addirittura indicibile. Raccomandazioni, sessismo, difficoltà a coniugare lavoro e vita privata: in questa seconda stagione si approfondisce di più il mondo dei lavoratori del cinema e meno quello delle star. Il finale ci lascia con una riflessione proprio sul tema caldissimo della violenza sulle donne, della quale sono vittime due protagoniste femminili, raccontando uno spaccato che resta sempre controverso nel mondo dello spettacolo.

In questo voler camminare di più sulle sue gambe, Call My Agent – Italia 2 rivela anche la profonda differenza che c’è con la sua madrina francese: quella è tagliente, questa è edulcorata. Basti pensare all’evento che dà inizio alla narrazione in entrambe le versioni: in Dix pour cent è la morte del capo dell’agenzia, che lascia tutti gli agenti allo sbando e nel lutto. In Call My Agent – Italia il direttore della CMA sceglie di abbandonarli per starsene a Bali, dove non ci sono responsabilità. Una scelta chiaramente mirata ad alleggerire il tono e a virare verso la commedia, strada presa definitivamente in questa seconda stagione, nella quale non c’è il tono sferzante con cui il cinema francese parla di sé stesso in Dix pour cent, ma si concentra sull’aspetto grottesco e assurdo di alcune vicissitudini che, chi lavora nel cinema lo sa, sono invece più che plausibili.
Ad esempio il brillante e ironico momento che vede protagonista la compianta Marzia Ubaldi nei panni di Elvira Bo, l’agente più anziano della CMA, quando a pochi minuti dall’apparizione come madrina del festival di Venezia di Sabrina Impacciatore, le fa notare che il discorso scritto per lei da chissà chi è una copia di un famoso monologo di Juliette Binoche a Cannes 2016 (ultima puntata della seconda stagione di Dix pour cent).

Non temendo di scontentare i fan della serie originale o meno, Call My Agent – Italia 2 si prende comunque maggiore responsabilità e prova a tirare fuori un prodotto più italiano possibile, accettandone i pro e i contro. Sicuramente non si accontenta di ammaliare il pubblico con la bellezza delle guest star che anche in questa stagione si susseguono maestose: Elodie, Dario Argento, Serena Rossi, Claudio Santamaria, ma chiede di più a sé stessa e ottiene un buon risultato.

 

Creata da: Fanny Herrero
Regia: Luca Ribuoli
Interpreti: Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico, Marzia Ubaldi, Sara Lazzaro, Francesco Russo, Paola Buratto, Kaze
Distribuzione: Sky
Durata: 50 minuti circa per 6 episodi (seconda stagione)
Origine: Italia, 2024

La valutazione della serie di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
3 (2 voti)
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