Damsel, di Juan Carlos Fresnadillo

Si affida a Millie Bobby Brown e ad una declinazione fantasy di Eleven. Troppo infantile per essere un horror ma è troppo violento per essere un film per famiglie. Netflix

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Il percorso di Damsel è inevitabilmente molto simile a quello di Millie Bobby Brown. La conseguenza è ovvia perché il film decide quasi subito di appoggiarsi del tutto alla sua star. L’ennesimo blockbuster di Netflix è piatto ma invece di essere divertente è anche fastidiosamente pretenzioso. Del resto, l’attrice continua a cercare di essere il simbolo di un livello di girl empowerment più elevato. Come se essere soltanto l’icona di un certo tipo di pubblico fosse riduttivo. Purtroppo, la credibilità della sua escursione nel fantasy vive ancora della rendita che Stranger Things le ha cucito addosso. Un credito che lei sta disperatamente cercando di scrollarsi di dosso senza avere ancora dimostrato di poterne fare a meno.

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Damsel funziona perché gli spettatori sono abituati a vedere Millie Bobby Brown con i superpoteri che i Duffer Bros. le hanno dato. Perciò, non si fanno problemi a vederla combattere contro un drago anche quando è solo un’ingenua sposa offerta in sacrificio. Netflix ha capito questa sua attitudine e sfrutta abilmente la sua comfort zone. I suoi ruoli restano verosimili finché l’illusione resiste soprattutto alla sua voglia di uscire dal bozzolo. Infatti, la sua voce over che introduce il film fa temere il peggio: questo non è il solito racconto in cui un cavaliere eroico salva una damigella in difficoltà…

Per fortuna, il film ripiega subito verso una versione fabiesca di una riuscita dark comedy come Ready Or Not (2019). Non è la prima volta che il cinema mostra un regno splendente ed opulento che si fonda su un peccato originale. Tuttavia, il progressivo scivolamento da questo reame incantato all’antro del drago è la parte più affascinante del film. Juan Carlos Fresnadillo è scolastico ma efficace nel mostrarlo attraverso gli occhi di una giovane che non si è mai allontanata dal suo umile e spoglio castello del nord. Purtroppo, lo è molto meno quando si tratta di gestire la claustrofobia dei suoi tentativi di salvarsi nelle buie e anguste grotte della creatura.

Il problema è che la sceneggiatura di Dan Mazeau percorre tante strade e si perde in altrettanti vicoli ciechi. È troppo infantile per essere un horror ma è troppo violento per essere un film per famiglie. È troppo banale per essere epico me ha delle sfumature da tragedia greca che distraggono dal frivolo intrattenimento. I sovrani hanno un dilemma morale: salvare i loro sudditi o i loro figli? I principi ne hanno un altro: l’obbedienza verso i genitori o il rigetto del loro cinismo? Il drago si chiede: fino a che punto può arrivare la vendetta? Damsel non è assolutamente strutturato per rispondere a così tante domande.

Queste possibilità narrative vengono soltanto sfiorate e restano affidate a battute da manuale o a personaggi di maniera. La messa in scena spera che qualche primo piano di Robin Wright basti a trasmettere l’algida ragione di stato della regina. La regia infila qualche smorfia di Nick Robinson, il figlio riluttante, confidando che possa rendere giustizia al senso di colpa. Millie Bobby Brown deve salvare in sequenza il suo regno, la matrigna, il padre, la sorella minore e non ultima anche sé stessa. Occasionalmente, si lascia supporre che riesca ad avere delle premonizioni dalla madre morta. Potrebbe anche redimere il mostro? Sarebbe un compito difficile per lei anche se avesse dimostrato di avere il talento per affrontarlo.

Ormai, l’attrice ha vent’anni e ancora non sembra compiuta. La sua sensualità rinnegata è ancora il motivo per cui il cinema ne ha bisogno. I siparietti con la sorella sul primo appuntamento accennano ad una teen comedy che le è sempre stata preclusa. Tuttavia, non potrà essere un’altra declinazione di Eleven in eterno. Chissà se riuscirà a trovare un copione o un/una cineasta in grado di mostrarle una via d’uscita. Per il momento, sembra una Hannah Montana che non è riuscita a diventare Miley Cyrus.

 

Titolo originale: id.
Regia: Juan Carlos Fresnadillo
Interpreti: Millie Bobby Brown, Robin Wright, Ray Winstone, Angela Bassett, Brooke Carter, Nick Robinson, Milo Twomey, Nicole Joseph
Voce: Shohre Aghdashloo
Distribuzione: Netflix
Durata: 108’
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
2.14 (7 voti)
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