Florence Korea Film Festival 22 – Incontro con Song Kang-ho e Kim Jee-woon

L’attore di Parasite intervistato insieme al regista Kim Jee-woon sulla solidarietà che li ha legati negli anni delle loro carriere. Il festival fiorentino è in corso fino al prossimo 31 marzo

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L’incontro tenutosi oggi al Cinema la Compagnia di Firenze ha potuto esplorare due personaggi che come ha affermato il direttore del FKFF “hanno riaccompagnato la rinascita del cinema coreano”. L’attore Song Kang-ho è noto in Italia soprattutto per i suoi film diretti da Bong Joon ho come The Host, Snowpiercer  e Parasite, mentre Kim Jee-woon, già ospite al festival più volte, è stato invitato anche in occasione del suo ultimo film Cobweb. L’incontro è stato moderato da Caterina Liverani che ha curato una parte del catalogo del festival, il critico Marco Luceri e il Direttore del festival Riccardo Gelli.

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Song inizia ripercorrendo la sua carriera: “Ho visitato Firenze 12 anni fa e sono tornato qui per la seconda volta, sono contento di vedere così tanta passione e interesse da parte vostra. Ho iniziato a recitare nel 1989, io non credo di aver iniziato a recitare pensando di diventare un attore cinematografico. Il mio primo approccio con il cinema è stato in un film del 1995 di Hong Sang-soo in un ruolo molto piccolo. Poi successivamente ho iniziato a cimentarmi nel lavoro cinematografico con il film d’esordio di Lee Chang-dong e lì ho iniziato a smettere di recitare a teatro. Durante tutta la mia carriera cinematografica mi sto accorgendo sempre di più che tutte le cose che ho imparato facendo a teatro, sono venute piano piano a galla“.

Kim Jee-woon invece risponde al tema della famiglia, molto presente nei suoi film: “Quando ho cominciato a fare film per più di 10 anni sono stato disoccupato, l’unica cosa che sapevo in maniera dettagliata erano le dinamiche di famiglie perché era l’unica realtà che conoscevo. È li che nascono le prime esperienze di vita, come una piccola società. Volevo ricordare nei film il fatto che la vita non va mai come desideri e che devi impegnarti molto“.

La prima volta che ho incontrato Song è stato ad uno spettacolo di teatro. I suoi respiri, il suo modo di recitare, era molto particolare e ho pensato, non è che questo attore potrà riscrivere lo stile di recitazione in Corea? Il mio primo lavoro è un genere ibrido perché associa il genere comico e l’horror, avevo bisogno di un attore che fosse in grado di mescolare i due generi e non ho trovato un attore migliore di lui. Ha questa padronanza della stanza che permette di lavorare sulla tensione e sul rilassamento. È in grado con due, tre respiri di cambiare lo stato d’animo”.

Song: “Ho incontrato Kim Jee-woon 27 anni fa e una cosa che mi sono detta incontrandolo è che era una persona moderna. Una cosa che apprezzo è che lui non è che si mette a urlare al mondo. Parla di dinamiche in maniera molto naturale ed è una persona di trasmettere in modo molto intrinseco, è per me la prima figura in grado di fare una cosa del genere“.

Kim Jee-woon ha inoltre fatto riferimento al periodo del COVID: “E’stato un periodo in cui mi sono molto interrogato sul ruolo del cinema, penso lo abbiano fatto tanti miei colleghi visto che sono usciti film come Babylon. Quando ci sono delle difficoltà, delle crisi mi chiedo sempre come reagirebbero i miei predecessori degli anni ’70, quelli sono stati anni bui per la Corea a causa della politica e della censura, eppure è stato un periodo florido per il cinema“.

Caterina Liverani scherzosamente riporta una battuta del film Cowbeb dove il protagonista dice che “gli artisti sono la vendetta dei critici” e chiede se ci sia un fondo di verità.

Un critico in America aveva scritto questo saggio col titolo ‘Gli artisti sono la vendetta riguardo agli accademici’, quindi io l’ho un po’ reinventata. Sicuramente per alcune dichiarazioni dei critici ho avuto qualche ferita, però credo anche che se non fosse per l’esistenza dei critici per i registi la vita sarebbe molto solitaria. sono due figure che forse vanno di pari passo. Ultimamente vedo una crisi della critica e questo mi dispiace molto. Quasi mi mancano quei periodi in cui facevo a botte con i critici!”

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