Il mostro della cripta, di Daniele Misischia

Presentato a Locarno e in contemporanea in uscita nelle sale, è il nuovo ritorno di Misischia e dei Manetti Bros nel terreno del cinema di genere, tra citazionismo e toni dissacratori

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Daniele Misischia torna a cimentarsi con il cinema di genere, quello in particolare, l’horror, per cui sembra manifestare una certa predilezione. E torna a collaborare con la premiata ditta Manetti Bros. con la quale aveva realizzato già il suo precedente lungometraggio, The End? L’inferno fuori, visto alla Festa del Cinema di Roma. Il mostro della cripta, presentato a Locarno fuori concorso, è ambientato negli anni 80, un periodo d’oro per quel tipo di cinema, ed il regista sceglie, per ricreare delle assonanze fedeli, di affidarsi ad un esperto del settore, uno dei suoi rappresentanti più noti, Sergio Stivaletti, maestro degli effetti speciali, al quale ha chiesto un lavoro prevalentemente analogico. Le musiche, ça va sans dire, sono anche loro estrapolate dal determinato contesto storico, e riuniscono suggestioni lontanissime tra loro come Eskimo di Guccini e Boys di Sabrina Salerno.

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La storia, scritta dal regista e dai fratelli di Diabolik insieme ad Alessandro Pondi, Paolo Logli, e Cristiano Ciccotti, prende inizio da un antefatto, una scena girata dai fratelli Manetti nell’osservatorio di Roma a Monte Mario, siamo nel 1988, e l’inizio coincide con uno spargimento di sangue, per mantenere il segreto su una scoperta da non rivelare al mondo. L’orizzonte quindi si sposta a Bobbio, il luogo dove vive Gio, il protagonista, insieme ai suoi amici, e dove è impegnato a passare l’adolescenza sognando di intraprendere una carriere da regista di cinema, una delle grandi passioni della sua vita insieme ai fumetti. Proprio da un comic, squadra 666 (su tavole realmente esistenti create ad hoc da Alfredo Castelli), nota delle straordinarie assonanze con il piccolo mondo che lo circonda e decide spinto dalla curiosità di indagare oltre.
Il racconto a quel punto prende una piega macabra ed il paese finirà per trasformarsi in una ghost town, tanto per aggiungere un po’ di spaghetti western tra fucili e sparatorie, e qualunque cosa si muova bersaglio di una pericolosa famiglia di assassini, al servizio di un misterioso padrone di origine soprannaturale. A fare da corollario alla trama principale, si aggiunge un filone più teen, legato ai ragazzi alle prese con i primi amori, le gelosie, la timidezza, quel gioco insomma che tiene impegnati nella fase in cui è imminente lo sviluppo della sessualità, e vede impegnato Gio invaghito di Amanda, altro personaggio con un ruolo non proprio secondario. Una volta precipitata la situazione, Gio decide di raggiungere Bologna per conoscere di persona l’autore del fumetto, ed entra quindi in scena Diego Busirivici, interpretato da Lillo Petrolo, un inserimento importante per aggiungere una chiave di commedia più marcata.

Il film è la realizzazione di un progetto nato nei primi anni del Duemila e rimasto nel cassetto, prima di essere consegnato nelle mani di Misischia, per finire interessato durante la produzione, come tanti progetti, vittima del Covid, che ha protratto del riprese per oltre un anno. Come già il precedente, anche Il mostro della cripta è a vocazione citazionista, da Coraggio… fatti ammazzare dell’Ispettore Callaghan, motto conosciuto in Italia anche grazie a Coliandro di Giampaolo Morelli, creatura interna all’univeroso Manetti, fino a rimandi tarantiniani. Il risultato è un prodotto composto da una miscela di tensione e divertimento, guidato dal sincero piacere di narrare fatti e vicende in una forma, il genere, finita per troppo tempo nel dimenticatoio prima di trovare qualcuno disposto a puntare sul rilancio. Ed intenzionato, come sembra il caso, ad aprire un nuovo ciclo.

Regia: Daniele Misischia
Interpreti: Tobia De Angelis, Lillo Petrolo, Amanda Campana, Nicola Branchini, Chiara Caselli, Giovanni Calcagno, Eleonora De Luca, Alice Bortolani, Gianluca Zaccaria, Riccardo Livermore, Ludovico Girardello, Gisella Burinato
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 116′
Origine: Italia 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3.4 (5 voti)
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