“Inception”, di Christopher Nolan

inception leonardo di caprio marion cotillard christopher nolan
Nel suo cinema, Nolan non si è mai posto il problema dei corpi: se questo poteva in qualche modo costituire il fascino di alcune opere precedenti, risulta inconcepibile nel momento in cui ci si trova davanti ad un film tutto ambientato “nel mondo dei sogni”. A conti fatti, Inception
altro non è che uno degli attentati più spaventosi alla Storia del Cinema mai perpetuati dietro la macchina da presa. Come se il senso del Cinema fosse tenere in scacco l’immagine…

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

--------------------------------------------------------------
THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

--------------------------------------------------------------
leonardo di caprio marion cotillard inception christopher nolanNel suo programmatico svilimento dell’idea stessa del sogno come deviazione o alterità di senso,  Inception di Christopher Nolan altro non è che uno degli attentati più spaventosi alla Storia del Cinema mai perpetuati dietro la macchina da presa: minare con tanta leggerezza e impunità il pilastro principale dell’architettura immaginifica di ogni organismo filmico è semplicemente imperdonabile.
Nel precedente Cavaliere Oscuro il regista si affidava ai tranelli terroristici del Joker per ridurre la partitura cinematografica ad un diagramma di microstrutture autoconclusive e tenute insieme da frecce direzionali che non lasciavano possibilità alcuna di scarto, arrivando all’estremo nichilismo di sacrificare il personaggio di Rachel con l’unico scopo di avanzare di un’altra mossa sulla sua scacchiera. Come se il senso del Cinema fosse tenere in scacco l’immagine.
Qui, è il film stesso ad essere concepito come una progressiva rinuncia al potere evocativo dello sguardo, sistematicamente frustrato dall’innalzamento del testo ad unica architettura accettata – da questo punto di vista, lo scenario di grattacieli disabitati del “limbo” finale è probabilmente la metafora definitiva della concezione nolaniana di cinema. L’idea su cui l’intera filmografia del regista si fonda è lo stacco di montaggio come sviamento dall’alto: Nolan accosta un’immagine a quella che incongruamente la segue e fa chiedere ai personaggi continuamente “riesci a ricordarti come siamo arrivati qui?”. Eppure il nostro occhio non ha registrato alcuna cesura: non si tratta ovviamente di una concezione contemporanea del montaggio, ma di puro insabbiamento del senso (il paradosso è allora in altre occasioni essere costretti a sentire lamentele sullo stile di Pietro Scalia…).
Nel suo cinema, Nolan non si è mai posto il problema dei corpi: se questo poteva in qualche modo costituire il fascino di opere come The Prestige e Batman begins, risulta inconcepibile nel momento in cui ci si trova davanti ad un film tutto ambientato “nel mondo dei sogni”, dove anche attori solitamente iperconsapevoli come Leonardo DiCaprio e Marion Cotillard finiscono per essere prosciugati di ogni valenza autoriale (anche qui è significativo l’incartapecorimento joseph gordon levitt inceptioniniziale/finale di Ken Watanabe, e l’insostenibile segmento con i corpi galleggianti senza alcun supporto nell’hotel rovesciato).
Questa centralità mancata è la grossa distanza che separa Inception da Larry e Andy Wachowski, inopportunamente chiamati in causa da più parti: il modello, anche decisamente dichiarato, è il cinema inglese che si fa blockbuster, dunque Intrigo Internazionale e i film di James Bond (il sogno sulla neve parla chiaro). Il film è la sponda perfetta per una quantità che già ci aspettiamo voluminosa di ragionamenti critici sull’apocalisse hollywoodiana (Split the Empire…), il crollo reiterato dei mondi, la distruzione e ricreazione ciclica e circolare del set virtuale. Magari a firma degli stessi che hanno giudicato esecrabile disperdersi insieme a Michael Bay nel deserto dell’ultima ora della Vendetta del Caduto. Abbiamo probabilmente allora già dimenticato il capolavoro visionario di Paul Greengrass/Matt Damon/Brian Helgeland. Quello sì un War Matrix, vero trattato sul passaggio tra realtà concentriche e verità parallele, alla ricerca di un’informazione fallace, viaggio al termine della notte di un corpo che smarriva avanzando tutte le proprie coordinate per leggere l’immagine.
E ci sarà sicuramente anche qualcuno disposto a fidarsi della supposta critica mossa da  Inception ad un’umanità che preferisce sempre di più rifugiarsi in un universo artificiale, dove nostre proiezioni agiscono per noi mentre restiamo soli, immobili, nascosti e ad occhi chiusi, indissolubilmente legati al dispositivo. Ridateci Jonathan Mostow

Titolo originale: id
Regia: Christopher Nolan
Interpreti: Leonardo Di Caprio, Ken Watanabe, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levit, Ellen Page, Cilliam Murphy
Distribuzione: Warner
Durata: 148'

Origine: USA, 2009

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    42 commenti

    • Effettivamente Nolan sembra aver confuso il secondario col primario, il discorsivo col figurale, la struttura con la costruzione, l'ingegneria con l'architettura. Assolutamente indifendibile.

    • Ridateci anche Satoshi Kon…

    • Eh si…vuoi mettere con il capolavoro di vincent gallo?

      cambiate mestiere. Cordialmente

    • Nolan è il regista più sopravvalutato della sua generazione, ma se il Mostow che reclamate è quello dell''ultimo, incredibilmente sciatto, Mondo dei Replicanti, se non erro da voi amatissimo, meglio Nolan e le sue pretenziose ambizioni.

    • Magari Nolan fosse stato capace di restituirci il senso di qualcosa come "le nostre proiezioni agiscono per noi". Quasi tre ore rubate al "cinema" e piene di banalità. sembra un riassunto di riassunti, questo "film".

    • sono d'accordo con la recensione. ci mancava nolan ad affossare ulteriormente il cinema già derelitto del periodo storico che stiamo vivendo. inception è un filmaccio tutto votato alle contorsioni del plot( inutilmente complicato), dove non esistono storia e prsonaggi, ma solo inutili gimcane della narrazione e vuote marionette schiave dei meccanismi della sceneggiatura . le scene d'azione, come è tipico del regista, sono girate e montate col culo.

    • E vai!!!!! Sentieri Selvaggi non capisce niente di cinema per l'ennesima volta. Ragazzi, siete totalmente incapaci di accettare il nuovo, e poi andate a dire bene dei cavolate di Vincent Gallo (davvero l'attore più sopravvalutato da anni !). Come quando riusciste a dire male do Gomorra e Il Divo. Stavolta la cosa è ancora più grave, perché si parla di un film monumentale come INCEPTION (lo scrivo in maiuscolo come per INLAND EMPRIE, solo che quella era una boiata immonda, un film di una noia colossale, che parlava solo ad una elitè, filmaccio narciso e altro che cerebrale! molto peggio, maturbazioni d'autore! qualcuno la definì "merda d'artista", qualcun'altro "fuffa d'autore". INCEPTION è il vero cinema Imperiale ,appassionante come pochissimo altro in giro.
      Ah ,dimenticavo, siete riusciti a dire bene pure dell'ultima boiatina della figlia di papà Sofia Coppola. Fate proprio ridere. Siete ultra passati.

    • Il commento inviato da "anonimo" del 25/09/2010 è stato inviato da Michele Centini.

    • centini, lei è il clasico incompetente e facilone della massa idiota e appecoronata a cui basta regalare qualche lustrino visivo e una trama pseudocomplicata (che fa sentire molto intelligenti) ed è pronto a lanciarsi in sperticati elogi del blockbusterone da 200 milioni di dollari di turno:ohhh che trama profonda! ohhhh che regia meravigliosa!ohhhh che temi filosofici!. siete la rovina del cinema. non siete diversi dagli imbecilli che riempiono le sale per i cinepanettoni durante le feste.

    • AH! non ho mai letto così tante fesserie in così poche righe! Quelle di Michele Centini, s'intende :)… Pero' sono d'accordo con lui: da una parte ci sta il cinema fasullo di Nolan, Gomorrra e il Divo… dall'altra il cinema come arte (im)possibile di Lynch, Gallo e la Coppola. La frattura che indica ci sta tutta… bisogna solo scegliere da che parte stare. Ma uno che parla di INLAND EMPIRE (una delle più intense opere di artevisiva degli ultimi vent'anni) come di "Merda d'artista", sembra non conoscere il valore assoluto dell'arte (e della merda, benemerita!). inception, che va scritto in minuscolo, non è nè il nuovo nè il vecchio, è il nulla…

    • Gin, anche a me Inception ha fatto schifo, ma che hai contro noi imbecilli che riempiamo le sale a natale per i cinepanettoni? Noi andiamo li a divertirci mica a frantumarci le palle come Nolan….

    • dina, togliamo sofia coppola dal novero, la prego. sofia coppola vicino a lynch è un accostamento da ergastolo immediato.

    • INLAND EMPIRE E' FUFFA. IO SONO MORTO DALLA NOIA CON INLAND EMPIRE. LAURA DERN ME LA RICORDO BENE, ERA TREMENDA. MA DI SCENE IDIOTE E GRATUITE CE NE SONO A BIZZEFFE NEL FILM. ESEMPI? (A PARTE CHE IL FILM NON HA UNA STORIA, MA E' UN COLLAGE DI SITUAZIONI PER NIENTE ORIGINALI (L'ESATTO OPPOSTO DI LOST HIGHWAY CHE ERA VERAMENTE VERTIGINOSO)) LE SCENE CON LE PROSTITUTE RUSSE, LA SCENA IN CUI LAURA DERN FA UN MONOLGO DICENDO FESSERIE E UN OMONE CON GLI OCCHIALI LO GUARDA SENZA UN PERCHE' CON UNO SGUARDO DA EBETE, LA SCENA IN CUI LAURA DERN MUORE NELLA WALK OF FAME MENTRE UNA RAGAZZA RECITA BATTUTE LETTERALMENTE SENZA SENSO, LA SCENA IN CUI HARRY DEAN STANTON CHIEDE DEI PRESTITI NEL SET PERCHE' E' RIMASTO AL VERDE. PARE CHE INLAND EMPIRE SIA STATO SCRITTO GIORNO PER GIORNO, TANTO PER FAR CAPIRE LA SERIETA' DEL PROGETTO. MA C'E' UNA COSA CHE DOVREBBE FAR CAPIRE TUTTO: LYNCH NON AVEVA MAI USATO LA TELECAMERA DIGITALE. LYNCH E' UN REGISTA NATO CON LA PELL …

    • E' UN REGISTA NATO CON LA PELLICOLA.

    • che ti urli? mi sorprende che Sentieri selvaggi permetta a un imbecille simile di declamare stronzate su Lynch in questo modo. Ma che vi prende? va bene la libertà di opinioni ma qui si dicono cazzate a tutto spiano. Che diavolo c'entra un regista mainstream come Nolan con l'arte esplosiva e geniale di Lynch? Ragazzi date un senso a questi commenti e censurate pure le cazzate, a noi lettori non ci interessano.

    • harry dean stanton

      qualcuno sarebbe così gentile da allungarmi qualche dollaro?
      sono rimasto al verde…
      purtroppo sono nato con le pellicola come lynch. fossi nato con la camicia…

    • su inception, visto stasera con sconforto, aggiungo che quando Cobb ammette che la sua costruzione immaginaria della moglie è solo un'ombra di ciò che era, mi sembra di vedere Nolan che riconosce l'incapacità di inception di restituire un'emozione reale ("con tutta la tua perfezione con tutta la tua imperfezione"). mi dispiace soprattutto per ellen page e joseph gordon levitt, qui sono ombre (ma grevi e imbalsamate) di ciò che erano in hard candy e mysterious skin, per esempio. qui vengono normalizzati, anzi sostituiti da proiezioni della loro giovinezza capace di essere dolce e perversa. 100 milioni di dollari per normalizzare, che spreco.

    • OT: aggiungo che tra le tante cose per cui benedico inland empire è di segnalarmi infallibilmente quali sono le persone con cui grazie al cielo (magari quello buio del domani) non comunicherò mai, per esempio l'urlatore

    • incredibile….parlar male di questo film!!??Sinceramente non capisco che cosa avete visto…

    • Vero, June, ho visto anch'io il film con la continua sensazione – fastidiosa – di trovarmi di fronte a un teorema autoconfessionale. In questo mi fa gelare il sangue la consapevolezza del regista della sua incapacità di restituire un'emozione reale, nonoostante avesse a disposizione dei corpi attoriali che già da soli lo fanno in maniera esplosiva. Questo film, se ha un senso, è solo quello di mettere un FINE alla definizione Autore. C'è più CINEMA in tre minuti di Wire, Lost o Mad Man che in tutto questo infinito giochetto pseudointellettuale per spettatori altrettanto presuntuosi che si sentono cosi' intelligenti a districarsi nella trama. Ma il gioco è fin troppo semplice e senza emozioni non si costruisce alcune narrazione empatica. E qui il cinema se ne va… (e, ragazzi, vi prego, non nominate il nome di Lynch invano…)

    • E' vero, la trama sembra fatta apposta per farti sentire intelligente: straannunciata come complicatissima, che bello, invece l'ho capita!
      e lasciatemi aggiungere, se ce ne fosse bisogno: Nolan a Lynch gli spiccia casa

    • gianluca cardelli

      Caro sozzo perdona Nolan…… per questo "film" veramente senza anima.

    • e abbandono definitivamente le letture qui.
      ormai sempre più a senso unico.
      come fa l'amore in quanto atto di fede a non essere puro corpo assogettato all'idea che lo comanda? mah.
      Amen.

    • uno non vorrebbe scrivere cose del tipo" un film per boccaloni che non conoscono il cinema", ma poi leggi commenti tipo "ma come fate a parlar male di questo film ?" e ti accorgi che stai discutendo col vuoto culturale cosmico. ho paura che queste persone vadano al cinema due volte all'anno: per vedere il cinepanettone di turno e per vedere il presunto capolavoro superpubblicizzato. e quindi questi sono i loro orizzonti culturali di riferimento. è chiaro allora che inception a costoro sembri un capolavoro. naturalmente non c'è niente di male, ma possibile che le opinioni di questa gente debbano rappresentare il pensiero più diffuso, quasi a diventare il pensiero unico in termini cinematgrafici? è il meccanismo perverso che rende possibili orrori come la classifica dei 250 migliori film di IMDB:al primo posto c'è LE ALI DELLA LIBERTA', LE ALI DELLA LIBERTA' , quella cazzata immonda con tim robbins e moran freeman. ecco, come se ne esce?

    • Emanuele Di Porto

      no.
      le ali della libertà cazzata immonda no.
      è troppo.
      e lo dice un boccalone che non conosce il cinema.
      e che a questo punto se ne vanta pure.

    • Marco Albanese - Stanze di Cinema

      Mi sembra che questa discussione sia diventata solo uno sterile scambio di insulti, a cui vorrei cercare di sottrarmi.
      Quanto a Inception mi è sembrato un discreto film d'azione: non il capolavoro annunciato oltreoceano, non l'attentato alla storia del cinema, descritto da Sozzo.
      Certo uno dei film meno riusciti di Nolan, troppo programmatico, troppo lineare, troppo pensato – forse – ed irreparabilmente senz'anima.
      Inception sembra più preoccupato dei mezzi che delle finalità.
      Ed allora anche lo sguardo di Nolan diventa miope e finisce per sprecare un cast quello sì colossale.

    • Sozzo ma che combini?? Ero rimasto alla recensione senza commenti e ritrovo paginate di spropositi, insulti, cazzeggi, amenità varie! il film l'ho visto più di un mese fa e mi aveva impressionato positivamente. In lingua originale specifico. Forse attratto da un gioco estetico molto seducente. Una macchina scenica come poche.

    • Hahaha! Gesù! Come siete divertenti!
      Scambiarvi insulti l'un l'altro, anzichè semplicemente ammettere che di gusti ce ne sono tanti, come anche di opinioni.
      Eppoi, vabbe', a me la merda piace.

    • Visto. Non è un capolavoro, non lè a rinascia del cinema, non è l'apoteosi del blockbuster Con Tante Cose Da Dire. E' un buon film, intelligente e interessato a cose serie che non siano le solite idiozie per teenager scemi. Ma è anche un film colpevolemente incapace sul piano dello stile, senza invenzioni visive, con scene d'azione mediocri e un finale sulla neve che fissavo gomento chiedendomi "perchè?!". Sono i limiti di Nolan, un autore intelligente, bravo scrittore, cervellotico, freddo e anaffettivo. TUtte caratteristiche interessanti, ma sul piano della pura regia è piatto e anonimo. Non si vede come abbiano potuto spendere 200 milioni di dollari, sinceramente. Ottimo il montaggio, ottima la matrioska, ottima la seconda parte. Ma complessivamente mi pare un'occasione mancata.

    • il problema vero è che pensate tutti di essere degli strafighi e parlate di cultura, arte ed intelligenza come se foste al bar dello sport. la verità è che il 50% della gente che va al cinema,ci va per divertirsi, il 50% ci va per avere conferma di essere diverso dalla massa, il restante 0% va al cinema senza preconcetti. tutti fanno riferimento a ciò che conoscono e tutti hanno la presunzione di giudicare quello che guardano sulla base di quello che conoscono, per definizione finito ed autoreferenziale. se smetteste di farvi le seghe sulla vostra supponente frustrazione, non si scriverebbero delle critiche cinematografiche del genere, crate appositamente per alimentare il vostro ego. siete tutti dei pecoroni perchè pensate di saperla più lunga degli altri, e lo sono pure io dopo aver scritto questa stronzata invece di andare a dormire. beeeeeeeeeeeeee

    • mi sono sempre chiesta cosa volesse dire "andare al cinema per divertirsi". è proprio il concetto di divertimento che non capisco. Voglio dire, se ci si trova di fronte a un film che ti emoziona e dunque, ti ispira delle letture a più livelli di un'opera, non ti stai divertendo e non è (anche) intrattenimento? Viceversa, per godere di un buon intrattenimento bisogna spegnere i sensi? Ma allora con la lobotomia si fa prima. Lobotomia e popcorn in endovena.

    • mi sembra che tutti questi commenti siano esagerati per un film minore come questo. Ben fatto, cast di prim'ordine, ma nulla piu'. Mi domando perchè altri film decisamente più complessi di questo non suscitino tali enfasi e parole (buone o cattive che siano). Suggerirei a tutti di vedere The Town, che ho visto a Venezia ed è un grande film di genere e passione, mentre alla redazione vorrei chiedere se, per caso, sapete se uscirà nelle sale I'm Still Here, dell'altro Affleck. grazie.

    • @Gianni 79 Abbiamo scritto a Magnolia Pictures, che si occupa di I'm still here per gli Stati Uniti, per avere notizie su una possibile distribuzione italiana (piuttosto insperata). Aspettiamo risposte…

    • invece di chiederti cosa significa andare al cinema per divertirsi, chiediti se ogni sorriso che hai fatto sia stata una discesa verso l'encefalogramma piatto. allora bruciamo tutto quello che non è filosofico, distruggiamo i luna park, i campi sportivi, i bowling, tutto, perchè divertirsi è "ispirarsi a letture a più livelli di un'opera". smettiamola di fare facili uguaglianze cinema (blockbuster)=arte, musica (pop)=arte, e di giudicare decerebrati quelli che non lo fanno. altrimenti finiremmo (lo abbiamo fatto purtroppo) per eleggere ad arte stephen king o i fumetti dei supereroi americani, degli splendidi divertissement, ma nulla più. per ispirarsi, c'è la natura, ci sono (e non tutti…) le mostre, i musei, seminari, convegni…mangiare pop-corn e sghignazzare in un museo ti ci voglio vedere! al cinema ci vai da solo, ma ci vai anche con la ragazza, gli amici, i genitori, dipende dal film e da quanto ti senti in vena di ispirazioni…smettetela di mettervi su …

    • @francesco: le equazioni che riporti – [ cinema (blockbuster)=arte, musica (pop)=arte] – le hai fatte tu, non io. Forse non hai letto con attenzione: il mio intervento era teso proprio al suggerire l'esatto contrario di questo atteggiamento banalmente dicotomico (di là l'entertainment, di qua l'arte. di là il divertimento, di qua la lettura colta). Se rileggi, troverai che intendevo proprio questo: il piacere (anche ludico) non esclude la lettura profonda. Ma tu ricadi proprio nelle equazioni che condanni: il museo è noioso, i pop corn sono divertenti. Lo snobismo peggiore.

    • a) stephen king, oltre a essere uno scrittore di bestseller suo malgrado, è in effetti un eccellente scrittore, che per quanto mi riguarda sono lieta di aver letto accanto ai grandi russi, ai pilastri del '900 o ai postmoderni americani. per non parlare del fumetto (ancora lunga a morire la vecchia solfa che il fumetto non è arte! quindi black hole o watchmen non sarebbero arte!). ecco: altre equazioni… b) divertirsi è certamente ispirarsi, qualunque cosa ci tocca in qualche modo ci puo'ispirare.o è proibito lasciare che il nostro immaginario si scateni in ogni modo che preferiamo di fronte a uno spettacolo? deve essere per forza "noioso + profondo" oppure "divertente ma scemo"? non vedo l'ora di leggere un altro commento in cui mi si informa anche che "le donne belle sono cretine"… anche il bowling può ispirare. ma il "divertimento e nulla di piu'" non lo capisco. c'è sempre qualcosa di più da pretendere. altrimenti bast …

    • dicevo: altrimenti basta la democraticissima lobotomia.

    • Bè l' "arte contemporanea", per esempio, è proprio l'emblema della sghignazzata nel museo (metaforicamente parlando)…è l'arte che puoi toccare, manipolare, e attraversare fisicamente. come certo cinema, anche (non quello di Nolan, purtroppo). chi siamo per stabilire che king (o chi per lui) è "divertissement" e non arte? ma dai!

    • Caro Sergio Rizzo si vede abbastanza chiaramente dalla tua recensione che hai applicato la tua idea di cinema al film invece di usare la tua idea di cinema per mediare con quella di Nolan. Hai fatto la tua lezioncina, ma non hai recensito il film. Adesso vado a vedermi il cavaliere oscuro….

    • colpo di scena! Sergio Rizzo ha sostituito Sergio Sozzo (ovviamente nel terzo livello del sogno di Sergio Vrizzi). è che @davide aveva troppa fretta di spiegare il procedimento per cui a si deve mediare con b = c (recensione). Se nel sogno il tempo scorre diversamente, la realtà non è da meno: inception è durato 3 ore, ma sembravano 13 giorni. 13 giorni TUTTI parlati senza una pausa, un brivido, un dubbio. "sicuro di aver capito come funziona il gioco? perchè se non lo hai capito, te lo faccio ripetere da ellen page intuitiva che ne chiede conferma a dicaprio".

    • Bernardo Romiti

      Il film mi ha lasciato freddo, molte scene convenzionali, e poi che sogni grigi… La costruzione credo si possa definire "regresso diagonale": i vari livelli (3 o 4) di “sogno nel sogno” sono sognati da “individui” diversi. Ma poi che nel sogno l’identità e la libertà di azione sia così lineare e razionale mi stupisce assai. Non so se ho capito la fine, ovvero se la matrioska più grossa sia il sogno comatoso/limbico del protagonista. Direi che comunque è un film che invita al coma, mi è sembrato troppo lungo. Ma non sono un teorico del cinema (o meglio avrei voluto esserlo, ma bisogna sciropparsi molti libri e non ho la voglia necessaria…)

    • Bernardo Romiti

      Mi sono accorto di avere detto due cose in contraddizione: se c’è il "regresso diagonale" come mi è sembrato allora tutto quello che si vede non può essere il sogno comatoso/limbico del protagonista. O forse sì? Se le due cose ci sono entrambe, è un punto vago del film, e forse è la cosa bella del film stesso. Sto delirando, cancellate…