La programmazione di Fuori Orario dal 14 al 20 aprile

Prosegue il ciclo dedicato a Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis e F FOR FEMMINE – 9. Inaugurato anche un omaggio dedicato a Aleksandr Sokurov

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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Domenica 14 aprile dalle 02.10 alle 06.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

F FOR FEMMINE 9 – Ritratti/2

a cura di Fulvio Baglivi

STORIE VERE – LILLI CARATI, UNA VITA DA EROINA

(Italia, 1994, col., dur., 35’ circa)

Regia: Rony Daopoulos

Girato nel 1994 mentre l’attrice era in una clinica per disintossicarsi dall’eroina, il ritratto di Lilli Carati firmato da Rony Daopoulos per la trasmissione Storie vere chiude idealmente il cerchio del ciclo F For Femmine iniziato con Frammenti di una vita da eroina, girato dalla stessa Daopoulos con Annabella Miscuglio nel 1976, con protagonista la poetessa Patrizia Vicinelli. Un ritratto intimo e appassionato senza moralismi.

ARCOBALENO/ BEATRICE SOLINAS DONGHI

(1986, col., video da 16mm, dur., 31’)

Regia: Tonino De Bernardi

Con: Beatrice Solinas Donghi

Girato per la RAI regionale Liguria, è un ritratto della scrittrice nata a Serrà Riccò il 29 marzo 1923, dal marchese Jack Donghi, liberale antifascista e collaboratore del SecoloXIX nell’immediato secondo dopoguerra. Madre e nonna paterna inglesi e cultura decisamente bilingue. Ha vissuto a Genova dove si era laureata in letteratura inglese, esordì come scrittrice sulla rivista Paragone nel 1957. Molto amata da Anna Banti e Giorgio Bassani, fu autrice della prima fase della Feltrinelli (L’estate della menzogna, 1959; Natale non mio, 1962). Passò poi con Rizzoli negli anni Sessanta e vinse il Premio Campiello nel ’65 con il romanzo L’uomo fedele.

LE MANI SVELTE. GIOVANI, DONNE, FABBRICHE

(Italia, 1981, col., dur., 66’)

Regia: Gianni Amico

Un reportage sulla realtà della fabbrica a Torino, con interviste a operai, donne, giovani e anziani. L’arrivo degli immigrati, i sacrifici, la ricerca di un posto di lavoro, le reazioni dei giovani al loro impatto con la fabbrica, i conflitti tra generazioni, le discriminazioni. Le mani del titolo sono quelle delle donne, modelli di tenacia e adattamento per tutti quelli che lottano per la conquista dell’integrazione e per il miglioramento delle proprie condizioni di vita. Con musiche di Enrico Rava e Lucio Dalla.

MARISA DELLA MAGLIANA PT 265 – VERSIONE RESTAURATA

(Italia, 1976, col., dur., 58’)

Regia: Maricla Boggio

Andato in onda il 5 gennaio del 1976 su Rai 2, è il ritratto di Marisa Canavesi già raccontato dalla stessa Boggio nel libro Ragazza madre e nello spettacolo teatrale Mara Maria Marianna. Marisa è una ragazza madre che vive facendo le pulizie, trascorre la sua vita sui mezzi pubblici, vive a Magliana e partecipa alla lotta per il diritto alla casa e per l’emancipazione degli sfruttati.

Venerdì 19 aprile dalle 01.35 alle 06.00

LEGGENDE DI SANTI ERETICI E BEVITORI – I FILM DI ALESSIO RIGO DE RIGHI E MATTEO ZOPPIS (2)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

BELVA NERA PRIMAVISIONETV

(Italia, 2013, col., dur. 33’ circa)

Regia: Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis

Con: Ettore Colnago, Tony Scarf, Enzo Arcioni, Poro Giovanni

Presentato Cinéma du Reel, è l’esordio della coppia Rigo De Righi/Zoppis, girato nella Tuscia come saranno i successivi Il Solengo e parti di Re Granchio. Ercolino, un vecchio cowboy che spara facile, ha visto una pantera nera aggirarsi nei pressi della sua casina di caccia. Qualcuno dei suoi amici ci crede, altri pensano sia una leggenda. Ma Tony Scarf, attore e massimo esperto di pantere metropolitane, ne ha catturata una…

IL SOLENGO PRIMAVISIONETV

(Id., Italia, 2013, col., dur. 70’)

Regia: Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis

Con: Bruno Di Giovanni, Ercole Colnago, Giovanni Morichelli, Ugo Farnetti, Orso Pietrini, Renato

Sterpa, Lanfranco Mazzaferri, Eccelsio Cassanelli, Enrico Pasquali

Girato nelle campagne della Tuscia a nord di Roma, miglior film al Torino Film Festival, vincitore a Lisbona, Milano e altri festival internazionali, è il primo lungometraggio del duo che si lega al precedente Belva nera (2013) e già contiene alcuni elementi di Re Granchio. In un rifugio di cacciatori, un gruppo di anziani del luogo rievoca la vita di Mario “de’ Marcella”, un uomo vissuto per più di sessant’anni nel ritiro di una grotta. Non si sa bene cosa lo abbia portato a condurre un’esistenza solitaria, forse un evento risalente alla sua infanzia, qualcosa di misterioso e tragico. Chi lo incontrava andando a caccia, lo chiamava “il Solengo”, come il maschio del cinghiale che vive isolato dal gruppo. Seduti intorno a un tavolo, nella calorosa semplicità del locale dove sono soliti ritrovarsi per bere o mangiare qualcosa, i vecchi cacciatori parlano di questo ambiguo personaggio. Ne vengono fuori storie spesso discordanti e in contraddizione l’una con l’altra. Mario era un tipo scontroso e selvatico, aveva modi di fare eccentrici e si vestiva in modo stravagante. Un pazzo, affermano alcuni, altri il contrario.

CERCANDO UN ALTRO ORIZZONTE – CONVERSAZIONE CON ALESSIO RIGO DE RIGHI E MATTEO ZOPPIS

(Italia, 2013, col., dur. 25’)

A cura di: Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

Con: Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis

I due autori di Re Granchio e Il Solengo parlano dei loro film, a partire dal cortometraggio Belva nera che segnò il loro esordio undici anni fa alla Quinzaine des Realisateurs, soffermandosi sulla loro poetica, una delle più internazionali dell’attuale panorama italiano, che si traduce in una visione che parte dallo spazio come protagonista della narrazione e si affida alla deriva di personaggi dalle vite erranti e solitarie.

LIVERPOOL

(Id., Spagna-Argentina-Olanda, 2008, col., dur., 81’, v.o. sott. it.)

Regia: Lisandro Alonso

Con: Juan Fernàndez, Giselle Irrazabal, Nieves Cabrera

Fuori Orario torna a programmare un film di Lisandro Alonso, cineasta argentino assente da un po’ di anni dalle scene dopo JauJia (2014). Come nei precedenti La Libertad, Los muertos, Fantasma, andati in onda gli scorsi anni anche in Liverpool tornano i temi della solitudine, la sconfitta, la lontananza, questa volta la natura e il paesaggio sono ancora più forti, segnati dal bianco della neve. Nel mezzo dell’Oceano Atlantico, Farrel chiede al capitano del cargo su cui lavora di farlo scendera terra: vuole tornare dove è nato per sapere se la madre è ancora viva Farrel ha lavorato come marinaio durante gli ultimi venti anni. Si è sempre ubriacato fino a non reggersi in piedi e ha sempre pagato le donne con cui è andato a letto. Non ha mai avuto un amico. Quando arriva alla città innevata in cui è nato e dove ha vissuto i primi anni della sua infanzia, scopre che la madre è ancora viva, e che nella sua famiglia; è una persona in più. “Mi interessava filmare una storia che contenesse il mare, porto, neve, freddo e l’alcol, tanta montagna e solitudine”. (Lisandro Alonso)

Sabato 20 aprile dalle 02.10 alle 07.00

CINEMA ANNO ZERO

a cura di Roberto Turigliatto

Una notte di Fuori Orario dedicata a Aleksandr Sokurov in occasione della II edizione di Passaggi e Paesaggi: Filosofia e cinema in Aleksandr Sokurov organizzata dall’Università degli Studi di Bari, alla presenza del regista.

FAIRYTALE – UNA FIABA

(Skazka, Russia-Belgio, 2022, col., dur.75’, v.o. sott., it.)

Regia: Aleksandr Sokurov

Voci: Igor Gromov, Lothar Deeg, Tim Ettelt, Vakhtang Kuchava, Fabio Mastrangelo, Alexander

Sagabashi, Michael Gibson, Pascal Slivansky Per questo film sono stati utilizzati esclusivamente materiali di archivio – immagini vere di repertorio – senza l’uso di deep fake o altri mezzi di intelligenza artificiale. Adolf Hitler, Benito Mussolini, Iosif Stalin, Winston Churchill, si trovano in un o spazio dantesco, davanti alla Porta, in attesa di ascendere al paradiso o precipitare nell’inferno. Le loro figure si moltiplicano, i discorsi si alternano e si sovrappongono, si sentono milioni di urla e di gemiti. Gesù giace a terra agonizzante in attesa di una chiamata del Padre… Per Sokurov, dopo cento e più anni di storia, il cinema ancora non è codificato, «ciò che noi chiamiamo “cinema” è un’entità in continuo movimento. È la natura stessa del cinema che muta in continuazione» (così egli scrive nel suo libro Il mio posto nel cinema). Dopo Arca russa, Fairytale è una nuova, stupefacente pietra miliare nel divenire del cinema, che prolunga e rilancia quella riflessione sul potere che percorre l’opera di Sokurov fin dall’epoca sovietica, da Sonata per Hitler (1979), alle Elegie, fino alla cosiddetta Tetralogia del potere (coi film-ritratti di Lenin, Hitler, Hirohito e Faust). E oltre… “Questo è un momento difficile e non aggiungo altro. Un tempo immerso in tragedie, sventure, nel crollo della civiltà (…) Come autore cercherò di guardare i miei eroi con umorismo leggero e anche con tono sarcastico. Come farò? Non lo so. Guarderò i cinegiornali in cui si muovono quelli che abbiamo designato come eroi e cercherò di rimuovere il pathos e la maestosa grandezza da persone conosciute nel mondo come esempi di potenza o malvagità. Proverò a costruire il film in forma di racconto parallelo, un tempo in cui saremo immersi nel mondo dei monologhi interiori dei nostri “eroi”, che non riporteranno le loro idee politiche quanto piuttosto le loro reazioni alle piccole cose della vita quotidiana, i loro capricciosi cambiamenti di umore, il parlarsi addosso sulla loro grandezza e il loro potere illimitato Sorridiamo, ridiamo, cerchiamo di capire attraverso una prospettiva paradossale il punto di vista dei personaggi al potere nelle cui mani c’era il destino della Storia (…)”. (Aleksandr Sokurov, dalla dichiarazione d’intenti di Fairytale)

UN SORRISO TRA LE LACRIME – CONVERSAZIONE CON ALEKSANDR SOKUROV

(col., dur., 53’ ca)

di Alëna Shumakova e Roberto Turigliatto, Roma, 10 dicembre 2022

Conversazione su Fairytale: la riflessione sul potere e il ruolo del comico, le suggestioni di Dante e della Commedia, il cinema come arte in evoluzione, il rapporto con la letteratura, la musica, le arti figurative (presenti nel film i riferimenti a Piranesi e Hubert Robert), infine i progetti futuri in un’ora buia della storia europea, quando “la seconda guerra mondiale non è ancora finita”.

ELEGIA DELLA VITA – ROSTROPOVICH, VISHNEVSKAYA

(Elegija zhizni: Rostropovic, Vishnevskaja, Russia 2006, col., dur.100’, v. o. sott. it.,)

Regia: Aleksandr Sokurov

Con: Galina Vishnevskaya, Mstislav Rostropovich

Vita di Galina Vishnevskaya, soprano, leggenda dell’opera a livello mondiale, e del marito Mstislav Rostropovich, grande musicista celebre anche per le sue battaglie in favore di un’arte senza frontiere e libera di esprimersi. Sokurov svela, tramite un flusso di note e parole, conversazioni confidenziali e uscite pubbliche, le sorprendenti personalità di due grandi figure della cultura musicale europea. Un omaggio all’arte, alla lirica. E a una storia d’amore. Un viaggio attraverso la storia, tramite due pedine straordinarie, interlocutori colti, profondamente umane, capaci di proporre uno sguardo critico sul mondo.

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