"Le amiche della sposa", di Paul Feig

Le amiche della sposa riscatta la commedia al femminile da un progressivo appiattimento verso il romance. Kristen Wiig scrive la sceneggiatura e si distingue come l’ennesimo prodigio uscito fuori dall’accademia del Saturday Night Live; Judd Apatow produce, ritorna ai fasti di un tempo e arricchisce i personaggi di sfumature inedite. Le ingenue e sfortunate fidanzate d’America non esistono più: prima di sposarsi, devono scoprire se stesse e risolvere i loro conflitti

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L'accademia del Saturday Night Live ha lanciato un altro volto della commedia americana. Kristen Wiig è già pronta a raccogliere il testimone di Tina Fey e a prolungare la tradizione ormai consolidata di una delle più longevi vivai comici. Nell'ultima estate, l'attrice ha battuto due affermate specialiste come Jennifer Aniston e Cameron Diaz e Bridesmaids ha rilanciato la versione femminile del genere, che negli ultimi anni si era appiattito troppo sul romance. Il merito è quasi tutto suo, che ha scritto la sceneggiatura: tuttavia, è facile rintracciare la mano di Judd Apatow, che si è impegnato nelle vesti del produttore ed è tornato ai fasti di un tempo. L'intreccio del film di Paul Feig segue uno schema classico: una donna molto vicina ai quaranta anni deve assistere al matrimonio della sua fedele compagna d’infanzia. Anche se riuscisse a superare il trauma di vedere il suo sogno realizzato da qualcun altro, si ritroverebbe a doversi impegnare in una sfida impossibile con la nuova migliore amica, che è decisamente più ricca, più seducente e più competente di lei. Rispetto ad un film molto simile come 27 Dresses di Louise Fletcher, l'approccio di Bridesmaids è molto più innovativo e la protagonista è decisamente più credibile di quanto capita di solito: Katherine Heigl desiderava talmente tanto essere portata all'altare che tutti i suoi comportamenti erano coerenti con la sua aspirazione ingiustamente frustrata; Kristen Wiig vorrebbe essere sposata dall'uomo sbagliato e ogni sua scelta è in aperta contraddizione con la sua paura di restare da sola. I due film hanno in comune una sequenza: ad un certo punto, sia l'una che l'altra decidono di distruggere il matrimonio a cui sono state invitate. Nel primo caso, è la brava ragazza che si ribella al suo ruolo designato di comparsa alle nozze degli altri; nel secondo, è la ragazza normale che si rivolta in modo distruttivo

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contro l'inconcludenza della sua vita. Kristen Wiig non è solo la donna della domenica che si presta ai capricci sessuali di un affascinante mascalzone, ma ha anche perso il lavoro e si è ridotta a dover tornare a vivere con la madre stralunata. Rispetto agli altri film del genere, non è una ragazza adorabile a cui non manca nulla per diventare una moglie: anzi, non ha nessuna di queste caratteristiche. Non ammassa i suoi innumerevoli vestiti da damigella nell'armadio, nella speranza di averne finalmente uno bianco: piuttosto, si produce in una clamorosa serie di fallimenti volontari. Judd Apatow riesce a colorare la sua esistenza di una certa disperazione, che non travalica mai nel tragico: gli bastano alcuni momenti rubati, come quello in cui se ne sta da sola sul divano a piangere mentre vede Cast Away. In più, riesce a sfruttare la grande vivacità dell’attrice e a far sbandare il film verso direzioni poco battute dalla commedia romantica, che spesso paga il prezzo di essere troppo docile e poco scorretta. Spesso, si ha la sensazione che Bridesmaids ammicchi a The Hangover e allo stesso tempo tenti in ogni modo di esorcizzare il facile accostamento, come nell'evitato viaggio a Las Vegas. La sequenza in cui le donne dissacrano l'abito da cerimonia con i nefasti effetti di un pranzo a base di cucina brasiliana è uno dei picchi comici dell'anno.

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Titolo originale: Bridesmaids

Regia: Paul Feig

Interpreti: Kristen Wiig, Maya Rudolph, Wedi McLendon-Covey, Melissa McCarthy, Ellie Kemper

Distribuzione: Universal

Durata: 125'
Origine: USA, 2011

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