LIBRI DI CINEMA – Le novità di Febbraio
Francis Ford Coppola – Il romanticismo predigitale, Visioni Proibite, La dirompente illusione – Il cinema italiano e il Sessantotto 1965-1980, Orson Welles. Quarto Potere, Orbite. Attorno al cinema di fantascienza cecoslovacco, David Cronenberg, poetica indagine divorante
Fabio Zanello (a cura di)
Francis Ford Coppola frequenta la scuola di Roger Corman e dopo l'aiuto-regia di La vergine di cera" per Corman, matura l'idea di dirigere film in proprio sotto l'egida del mentore, debuttando con l'horror "Terrore alla tredicesima ora" contiguo ai film del maestro. Da allora lancia nel pantheon divistico mostri della recitazione statunitense dei Settanta-Ottanta, rivitalizza carriere attoriali un po' appannate, fa incetta di riconoscimenti, coltiva nella sua fucina di talenti futuri registi, dirige film manifesto e definitivi nei generi, anticipa dibattiti forti della società contemporanea come la liceità di certi metodi investigativi, racconta figure titaniche della Storia e della letteratura che metaforizzano il suo approccio interdisciplinare, impone uno slancio creativo nell'alta definizione e firma qualche lungometraggio sbagliato su cui ci soffermeremo solo in parte nel corso di questo volume.
[Historica Edizioni – pp. 212 € 18,00]
Visioni Proibite
Roberto Curti, Alessio di Rocco
Il ’68 e tutto ciò che da esso è nato – la controcultura, il pacifismo, la rivoluzione dei costumi, la sessualità libera – hanno cambiato profondamente il cinema. Il mondo aveva fame di emozioni forti, di dissacrazione, di trasgressione e il cinema, in un certo senso, si incaricò di soddisfare questa esigenza. Ma il ’68 non riuscì a cambiare la censura, almeno in Italia. Nonostante non potesse prescindere dall’aria nuova che si respirava, essa si mostrò falsamente liberale nelle decisioni e di fatto prigioniera di una normativa che, nonostante lunghe trattative con produttori o distributori, portò spesso al sequestro delle pellicole da parte della magistratura. Questo secondo volume riprende il discorso dove il primo – dedicato agli anni 1947-1968 – l’aveva interrotto, tra i venti di libertà e cambiamento del 1968. Insieme all’analisi dei motivi che hanno portato molte pellicole ad essere vietate nel nostro Paese, il saggio ripercorre anni decisivi nello sviluppo dell’Italia come la conosciamo oggi. Uno spaccato storico, politico e sociale che arriva fino ai giorni nostri e dimostra come la censura si sia modificata ma non sia mai scomparsa del tutto. Come il primo, anche questo volume è diviso in due sezioni, una di taglio storiografico, l’altra costituita dalle schede dettagliate di tutte le pellicole bocciate (con l’indicazione puntuale dei tagli effettuati e delle manipolazioni richieste dai censori). L’elenco è vario e sorprendente: documentari di propaganda, b-movies, insospettabili commedie musicali d’oltralpe, adattamenti letterari e drammi pseudoeducazionali, tra i quali spicca la ricchezza di materiali d’archivio, spesso inediti.
[Edizioni Lindau – pp. 592 € 38,00]
Alberto Tovaglieri
Pur sovrastata da ideologie e rituali politici ormai quasi incomprensibili, l’esigenza di creare un legame diretto tra lotta politica e realtà esistenziale è stata l’elemento davvero innovativo del Sessantotto. L’originalità del libro consiste nel ricostruire le vicende di quest’utopia mediante un nuovo modo d’utilizzare il cinema. Come appassionato di cinema, l’autore ha avvertito un’istintiva insofferenza per la tendenza a estrapolare dai film i riferimenti a fatti e modelli socioculturali d’immediata rilevanza storica, ignorando o trascurando gli aspetti più coinvolgenti ed emozionanti per lo spettatore. Attraverso l’analisi approfondita di sei film di forte valenza artistica, il libro vuole mostrare la straordinaria capacità del cinema di cogliere il duplice effetto della “irruzione della vita quotidiana nella lotta politica”: non solo il dirompente impulso conferito alla mobilitazione collettiva, ma anche la pericolosa illusione che la lotta politica possa risolvere i problemi esistenziali degli individui.
[Rubettino Editore – pp. 514 € 22,00]
Orson Welles. Quarto Potere
Nuccio Lodato, Francesca Brignoli
Dalla sua uscita nel 1941, questo film – il primo scritto, diretto e interpretato da Orson Welles – non ha smesso di appassionare e far discutere critici e cinefili di tutto il mondo. Una pellicola giudicata più volte dalla critica internazionale come la migliore mai realizzata e annualmente proposta come testo base agli studenti di tutte le università del mondo. Liberamente ispirato alla biografia del magnate dell’editoria e pioniere del giornalismo moderno, William Randolph Hearst, Quarto potere – così suona il titolo italiano, una definizione ormai entrata a pieno titolo nell’uso comune – dimostra di contenere l'intero mondo, complesso e ricchissimo, di un genio venticinquenne. Un risultato che come scrisse, tra gli altri, Simone de Beauvoir, «aveva rivoluzionato il cinema». Candidato a nove premi Oscar nel 1942 e vincitore del premio Migliore Sceneggiatura Originale, questo film rivela una forza profetica senza termini di confronto. Quarto Potere – analizzato qui alla luce di materiali nuovi e delle critiche più recenti – «intuisce l'invasività della nuova forma immaginaria del capitale, il suo incontenibile diffondersi e moltiplicarsi in infiniti rivoli e specchi, e la trasformazione epocale del denaro e dell'impresa in qualcosa di fluido e fittizio».
[Edizioni Lindau – pp. 592 € 38,00]
Orbite. Attorno al cinema di fantascienza cecoslovacco
Roberto Alquati
Un libro sul cinema cecoslovacco di fantascienza che ci accompagna dall'era del muto fino ai nostri giorni. Una compilazione con più di centocinquanta titoli, tutti corredati da dati tecnici, regia e con una breve sintesi del film. Un libro che non è solo compilativo, ma che ci suggerisce anche delle originali orbite di lettura attorno al pianeta del cinema di fantascienza cecoslovacco, in gran parte sconosciuto al pubblico italiano. Interessante anche i numerosi paralleli che l'autore propone tra le immagini dei film recensiti e le opere di artisti boemi e non, del passato o nostri contemporanei.
[Urbone Publishing – pp. 167 € 12,00]
David Cronenberg, poetica indagine divorante
Stefano Falotico
Dio David che guarda col solito sguardo ginecologico ed estrae il parto malsano della società sifilitica… David Cronenberg, il suo nome risuona magmaticamente portentoso, raffinatamente austero d'immortale, incorniciante altezza nobiliare fra i pulsanti c(u)ori esul(tant)i di noi suoi prostrati, fervidi e invincibili amanti divora(n)ti, squittenti gioia passionalmente sanguigna, erti all'elevante eleganza gagliarda da immolati cinefili più eletti della sua eccelsa Settima Arte divinatoria e illuminante. Un nome incommensurabile, altissimo e svettante al di sopra d'ogni mediocrità purtroppo imperante. David, l'imperatore (im)mor(t)ale e abbacinante, David, l'infinitezza incarnata della nuova carne, la gigantesca monumentalità del suo "empirico" empireo irraggiungibile, l'abrasivo, provocatorio genio perennemente avanguardistico, la punta di diamante d'un perfetto virtuosismo cineastico potentemente chirurgico, sottilmente scandagliante, vivamente afferrante ogni nostro viscerale dubbio interiore lacerante. A ferina divorazione scarnificante, eppur lindamente ricreante vita pura con le scalfenti sue suadenti rasoiate rischiaranti ogni nostra anima estemporaneamente assopitasi ché, preda delle (dis)illusioni fuorvianti, mortifera si stava tetramente oscurando, la nostra innata anima viva, spesso però incupita da una società barbaricamente cinica, da David invece abbagliata in restauranti, avveniristici (rin)tocchi taumaturgici e raschianti. David, eterna-mente, ammodernandoci in sua giostrante, maestosa, liturgica, onirica maestria, profumata dai tonanti bagliori sonanti dei roventi furori rigeneranti nostri pulsanti. Noi, i suoi eletti, ai suoi piedi, strisciamo felicemente di fastose menti a "son(agl)i" nel vivo, mangiante pasto nudo… rigenerante. Ed è magico Crash fulminante!.
[Youcanprint – Ebook € 1,99]