Fundraising per l’audiovisivo: Corso online dal 14 aprile
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Produzione e Distribuzione Cinema: due corsi dal 6 maggio

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Il trailer è visibile anche qui
Claire Simon, attrice e regista interessante: dagli anni 80, numerosi corti e documentari; tra i lungometraggi Sinon, oui del 1997 e Ca Brûle, del 2006, visto a Cannes 59 nella Quinzaine des Réalisateurs e distribuito in Italia da Queerframe, ritratto delle inquietudini di un adolescente faccia a faccia con il fuoco (letterale) di una prima, indefinibile passione.

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Corso di REGIA online, dal 7 maggio

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Ora la ritroviamo in concorso al
66° Festival del Film di Locarno (
tutti i film) con
Gare du Nord, in cui la stazione dei treni viene vista come una sorta di Torre di Babele, dove i parigini si mescolano agli immigrati e ai viaggiatori. "
Una stazione-microcosmo, un regno che è metafora spaziale e geografica, sintesi del mondo stesso, e il passaggio di migliaia di vite che si incrociano e scompaiono è una metafora della nostra vita": così la Simon descrive il film, aggiungendo che ha sempre immaginato il giorno del Giudizio come un accesso a una stazione, una porta spalancata sull'ignoto, un passaggio.
Ci sono credenze e leggende legate al mondo sotterraneo e separato rappresentato dalla metro e dalla stazione, che hanno a che fare anche con il confine tra vita e morte. Parlando con le persone, questa poetica è stata condivisa da molti passanti, soprattutto africani, incontrati in mezzo alla folla. "Mentre giravamo il documentario, un signore congolese, vestito con eleganza, ci ha detto: Intorno a noi ci sono dei morti, i morti non sono morti…".
La fase di ricerca è stata documentaristica, un procedimento comune, ricorda la regista, ad autori come Jerry Schatzberg, Jean Eustache o i fratelli Dardenne. Armata di microfoni e registratori, la troupe si è aggirata nella stazione dei treni, raccogliendo materiale e incontrando persone di ogni tipo. Da questo lavoro è nato un documentario, Géographie Humaine (che si potrà vedere online dal 2 settembre) del quale Gare du Nord è in un certo senso la versione fiction: ma nessuno dei due film, secondo la Simon, può o vuole esaurire la natura di "corpo resistente" della stazione, come un "grande animale" che vive una vita propria, dove si mettono in scena ogni giorno "l'amore, la perdita, in attesa, la separazione, il disorientamento" in una dimensione quasi soprannaturale: "Volevo che la stazione si presentasse come una sorta di caverna mitologica che contiene i personaggi e le loro storie, rivelando gradualmente le loro paure e i loro desideri".

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LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO di SENTIERI SELVAGGI

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In
Gare du Nord abbiamo quattro protagonisti: Mathilde (la veterana attrice
Nicole Garcia, regista di
L'avversario,
Quello che gli uomini non dicono e dell'ultimo
Il est parti dimanche) e Ismaël (
Reda Kateb, visto in
Un profeta e
Zero Dark Thirty) il cui incontro è il cuore del film; Sacha (
François Damiens,
Il Truffacuori) alla ricerca della figlia scomparsa, e Joan (
Monia Chokri, vista nei film di Xavier Dolan –
Les amours imaginaires,
Laurence Anyways) che vive la sua vita in stazione, sempre in viaggio tra Lille, Londra e Parigi. Nel cast compaiono anche
Christophe Paou (
L'inconnu du lac)
Samir Guesmi (la serie
Les Revenants)
Jacques Nolot (
L'Apollonide,
Les adieux à la reine,
Michael Kohlhaas) e
Lou Castel (
I pugni in tasca) nei panni di un clochard.
La
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KIM KI-DUK: LA MONOGRAFIA DEFINITIVA!

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colonna sonora originale è del chitarrista statunitense
Marc Ribot, noto anche per le sue numerose collaborazioni (Tom Waits, Elton John, Mike Patton, John Zorn, Elvis Costello) chiamato a far interagire la bellezza della musica con la dimensione spietata della stazione. Particolare attenzione è stata riservata anche alla luce, curata dai direttori della fotografia, Richard Copans e Laurent Bourgeat. La regista cita tra i suoi ispiratori i dipinti di
Edward Hopper.
Dopo la proiezione a Locarno, Gare du Nord sarà nelle sale francesi a partire dal 4 Settembre 2013.
Nella nostra gallery, tutte le foto e il poster.
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