Parker, di Taylor Hackford

Ibrido bislacco, il film continua apertamente la via di Jason Statham ad un cinema nero meno picchiaduro di quello frequentato sino a qualche anno fa dall'attore, e più legato ad un'idea di classico, tant'è che Hackford dopo una prima mezz'ora da Statham old school cambia tutto e si mette a imbastire una commedia giallorosa a Palm Beach a tutto beneficio di Jennifer Lopez

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Ibrido bislacco, questo Parker dai magnifici romanzi di Donald Westlake sotto lo pseudonimo di Richard Stark continua apertamente la via di Jason Statham ad un cinema nero meno picchiaduro di quello frequentato sino a qualche anno fa dall'attore, e più legato ad un'idea di classico (si veda il recente interessantissimo trittico Professione Assassino, Killer Elite, e Redemption), proprio mentre Stallone lo va confermando di pellicola in pellicola suo erede designato al ruolo dell'eroe emarginato e costretto al ritorno (come anche nell'ottimo e ancora inedito in Italia Homefront, scritto da Sly per la regia di Gary Fleder).
La mezz'ora iniziale di rapina-tradimento-morte-resurrezione-vendetta implacabile, superba per ritmo e costruzione, potrebbe in realtà sembrare puro Statham old school, tra Transporter e Crank, ma in realtà è la maniera di Taylor Hackford di prendere confidenza con il genere-Statham, che ha sue regole ben precise. E così lo stile secco e nervoso dell'attore e delle sue capacità da lottatore è continuamente addolcito da inserti intimi e sentimentali in flashback, e da particolari grotteschi di contorno (la guardia giurata che lo scambia per un vero prete, il paziente anziano operato alle tonsille).

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E' un preludio alla lunga sezione a Palm Beach in Florida, in cui Hackford si inventa tutto un altro film, figlio di una via tutta eighties (d'altra parte, la provenienza del regista di Ufficiale e gentiluomo) ad una commedia giallorosa dominata dal personaggio femminile di Jennifer Lopez, che ritrova così un ruolo simile a quelli affrontati in caldi noir come Blood & Wine o Out of Sight, qui capace di mettere in scena istanti di vera e sincera fragilità.
Con un procedimento tipico dei romanzi di Stark, Hackford introduce atmosfere, figure e addirittura gag (Parker nascosto sanguinante in cucina con in braccio il minuscolo cane) del tutto nuove e inaspettate (l'esagitata madre di Leslie interpretata da una Patti LuPone su di giri, che di fatto controbilancia il mugugnante Nick Nolte cognato di Parker del primo atto), traveste Statham da improbabile cowboy texano, e di fatto lo lascia sfogare unicamente nella notevole coreografia della lotta nel loft ai piani alti contro il killer della mala.

Il risultato è decisamente stralunato e pare quasi costretto a dover chiudere la faccenda con una resa dei conti in cui Parker si fa finalmente ombra letale che agisce improvvisa e nascosta contro gli scagnozzi del malvagio Michael Chiklis: è probabile che Hackford avrebbe amato scarrozzare ancora in giro la spiantata agente immobiliare latina e il picchiatore inglese che si finge bovaro ma nessuno gli crede, a costruire piccole truffe a spasso per i bianchi villoni e gli assolati viali di palme della Florida.

Titolo originale: id.
Regia: Taylor Hackford
Interpreti: Jason Statham, Jennifer Lopez, Nick Nolte, Michael Chiklis, Clifton Collins Jr., Alyshia Ochse
Origine: USA, 2013
Distribuzione: Indie Pictures
Durata: 118' 

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