"Stai lontana da me" – Incontro con Alessio Maria Federici, Enrico Brignano e Ambra Angiolini

Stai lontana da me 

Questa mattina al cinema Adriano di Roma, si è tenuto l'incontro di Stai lontana da me, secondo film dietro la macchina da presa di Alessio Maria Federici. Commedia romantica sui temi di amore e sfortuna, adattamento del francese Per sfortuna che ci sei.

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Stai lontana da meQuesta mattina al cinema Adriano di Roma, si è tenuto l'incontro di Stai lontana da me, seconda opera di Alessio Maria Federici. Nel cast Enrico Brignano, Ambra Angiolini, Anna Galiena, Fabio Troiano, Giampaolo Morelli.

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Il film, adattamento del francese Per sfortuna che ci sei, è una commedia sentimentale farcita con il tema della (s)fortuna. Ha per protagonista Jacopo, ottimo consulente matrimoniale ma portatore di sfiga per tutte le donne che intraprendono una relazione con lui, anche per Sara.

 

 

Com'è stato produrre questo film?

Paolo Del Brocco, delegato Rai: È stata una scelta coraggiosa quella di portare nella commedia romantica il tema sfortuna, ma è stato anche molto divertente. È qualcosa di diverso. Sarà distribuito in più di 300 copie.

 

 

Com'è stato dirigere questo film?

Alessio Maria Federici: È stata una bellissima esperienza, ma soprattutto sono molto contento della grande disponibilità degli attori e del grande aiuto degli sceneggiatori, Edoardo Falcone e Davide Lantieri.

 

 

Il film è un adattamento del film francese Per sfortuna che ci sei. Quando vi è venuto in mente di rifarlo? Cosa c'è di originale in questo film?

Francesca Longari, produttore delegato: Ci ha molto divertito quando l'abbiamo visto in Francia. Abbiamo avuto la stessa reazione quando abbiamo visto Giù al nord da cui poi abbiamo ricavato Benvenuti al sud, anche  lì avevamo visto che il tema era perfetto. In questo caso il tema della sfiga è ancora più italiano che francese, in più l'abbiamo reso più credibile e umano e abbiamo aggiunto più spiegazione, cioè il fatto che la sfiga sia una scusa del protagonista che invece nel francese non è chiaro.

 

Alessio Maria Federici: L'abbiamo reso più umano e più caldo, come di solito si fa da noi.

 

 

Stai lontana da meTi sei fatto le ossa come aiuto regista. Cosa hai preso dagli altri set?

Alessio Maria Federici: Ho lavorato con due geniali insieme, Paolo Genovese e Luca Miniero, da cui ho preso la capacità di raccontare con una immagine tante cose. Da Luca Lucini la capacità di essere leggero. Da Massimiliano Bruno l'alta vena comica di quello che si sta facendo. Da tutti insomma, ho cercato di comprendere le dinamiche di un lavoro che sembra facile ma che richiede un profondo sacrificio. Ho cercato di non rinunciare a nulla, come fanno gli stranieri, per fare un film che fosse il più curato possibile.

 

 

Com'è stato per te partecipare al film? E com'è stato girare con Ambra la scena dell'ascensore?

Giampaolo Morelli: il film parla della sfortuna e allora io da napoletano non potevo non esserci. È un argomento che mi sta molto a cuore: la vita è fatta di fato e casualità. La nostra stessa esistenza è fatalità. Per un napoletano la vita superstiziosa è difficile, bisogna stare attenti ai gatti neri, agli specchi rotti.. eccetera.

 

Ambra Angiolini: È stato divertente e, fisicamente, una bella prova: era difficile rendere credibile la scena con lui. Io sono stata la Nikita della sfiga, anche se lei era eroina di cose più alte. Sara, il mio personaggio, va sempre al suo obiettivo e nonostante le capiti di tutto rimane sempre attraente e femminile.

 

 

È più forte la sfortuna o l'amore?

Ambra Angiolini: Quello che ti fa pensare positivo. La sfiga può non esistere, le affidi quello che non riesci a fare o che non hai voglia di fare, è un espediente. Ti evita di fare un percorso psicologico.

 

 

Siete una coppia tenera e credibile.

Enrico Brignano: È stato divertente girare con Ambra, abbiamo presto deciso che doveva essere lei la protagonista, c'era una certa affinità e alchimia già dal provino, anche se non ci conoscevamo. Poi è stato bello vederla accanirsi, ostentare sicurezza nei momenti di pericolo, senza stuntman, come se fosse Tom Cruise. Ci sono state grandi risate e affiatamento.

 

Stai lontana da me

Ti è rimasto qualcosa del personaggio del consulente matrimoniale?

Enrico Brignano: No, da un po' di tempo a questa parte se mi capita qualcuno che ha problemi di coppia cerco di evitarlo, ho avuto noiose esperienze in passato.

 

 

Hai avuto una parte piccola e intensa, come in Woody Allen. Cosa vuol dire per gli attori avere ruoli belli ma piccoli?

Simona Caparrini: Nei film internazionali spesso capita di ave un piccolo ruolo grazie al quale però poi altri ti vedono. All'estero mi sta capitando molto spesso.

Alessio Maria Federici: Non esistono piccoli ruoli, nelle commedie inglesi e americane ci sono grandi attori che rendono indimenticabili brevi momenti con una o due battute. Io preferisco non usare mai comparse per le battute brevi ma attori, spesso amici.

Ambra Angiolini: La cosa importante è il senso di quello che ci viene proposto.

 

 

Come attori di teatro, siete superstiziosi?

Enrico Brignano: Sono superstizioso quanto basta, sul viola mi dicono sempre che è fuxia o lilla. I gatti neri sono sempre meno. Forse lo sono un po' quando cade il copione per terra, in quel caso lo batto tre volte sul pavimento. Non metto il sale intorno al palco e gli specchi, per come sono fatti oggi, non si rompono. Ma se uno sta dietro a tutte queste cose non vive più.

 

Ambra Angiolini: A teatro si crede di più perchè è più difficile e nello stesso tempo terrificante e meraviglioso affrontare il pubblico, ci affidiamo a qualcosa che non esiste per non prendere responsabilità personali. È più facile. Io lo faccio. Spesso uso i disegni dei miei figli.

 

Stai lontana da me

È più difficile fare ridere in questo periodo più che altri?

Enrico Brignano: Credo sia più facile, nei momenti di tristezza è una necessità. La risata è come una spa, spendiamo per un massaggio per stare bene. I momenti di guerra erano quelli in cui i comici erano più richiesti. Ora è come se fossimo in guerra, tra imu e iva. La gente ride anche per poco. Certo oggi il pubblico ha più memoria, ci sono tante battute già viste.

 

Ambra Angiolini: Per quel poco che conosco della commedia, è meraviglioso far ridere, è sempre stato complicato farlo, io stessa rido poco. Una cosa deve colpirmi, deve prendere la mia quotidianità e farmi ridere e vedere le cose da un punto diverso.

 

 

Cosa vi ha intrigato di più dei vostri personaggi?

Enrico Brignano: Un po' tutto, o meglio: niente in particolare nel ruolo ma il ruolo stesso. La cosa che più mi ha intrigato, infatti, è che Jacopo rappresentava per me un ruolo diverso dal solito. Ora ho la fortuna di poter scegliere le cose che mi piacciono, per un attore essere libero di scegliere i lavori che può fare è fantastico.

 

Ambra Angiolini: Mi piaceva l’idea di lavorare con Alessio, ci conosciamo da anni. Mi piace quando ci si conosce di più, si tirano fuori molte cose. Voleva farmi diventare il Bruce Willis del cinema italiano, con la stessa fisicità degli americani, provando tutto sulla propria ma con la protezione degli altri. Lo stuntman diceva sempre che era impossibile che io provassi davvero delle situazioni pericolose, entrava in scena temendo che mi fossi fatta male.

Una delle cose più interessanti per me è stato il fatto che per la prima volta non ho interpretato un personaggio borderline, ma una donna dolce e solare.

 

 

 

 

 

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